Il Direttore Generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, prefigura un aumento del credit crunch: meno soldi per il credito a famiglie e imprese
Mentre il Documento di Economia e Finanza è in fase di discussione in Parlamento per la necessaria approvazione del Decreto sono molte le voci critiche che si stanno levando contro le scelte del Governo Renzi. Dopo i sindacati che hanno giudicato il piano di riforme del Governo complessivamente poco ambizioso e la minoranza del Pd che ha parlato di aggiustamenti e manovre correttive, tra l’altro subito smentite dal Premier, sono arrivate le considerazioni delle banche.
Anche secondo Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, il Def contiene delle pecche evidenti, soprattutto per quel che riguarda l’aumento della tassazione dei redditi al risparmio. Sabatini ha parlato, in particolare di “un regime di incertezza che può anche disincentivare il flusso di capitali esteri”.
Il riferimento dell’esponente dell’Associazione Banche Italiane è chiaro: si tratta dell’aumento della tassazione sulle rendite, utilizzato per coprire i tagli Irap, previsti dal governo, una tassazione anomala che presenta molte differenze con le tassazioni applicate ai buoni postali e dell’aumento della tassazione sulle plusvalenze bancarie provenienti dalla rivalutazione delle quote Bankitalia, introito che sarà utilizzato dal governo per i tagli all’Irpef.
Di qui, la conclusione di Sabatini: «per il settore bancario il 2014 è un anno particolarmente importante. È in corso la valutazione approfondita della Bce in vista del passaggio alla vigilanza unica europea. L’attività delle banche non deve essere ostacolata e resa più difficile da norme ingiuste e discriminatorie».
Il rischio paventato da Sabatini è quello di una netta riduzione del credito a famiglie e imprese per colpa di questa nuova tassazione. In altre parole, aumentare la tassazione delle banche, destinando alle casse dello Stato circa un miliardo di euro, significherebbe aumentare il credit crunch. Ovvero la penuria creditizia che è una delle cause della mancata ripresa economica del nostro Paese.
Un linea, quella dell’Abi, che è stata duramente criticata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, intervenuto a Porta a Porta. La presa di posizione delle banche ha commentato, il braccio destro di Matteo Renzi, ha lasciato allibito il Governo perché le banche dopo aver “ricevuto 1.000 miliardi dalla Bce, non hanno trasferito agli imprenditori e alle famiglie quasi nulla. Dall’abbassamento dei tassi di interesse le banche hanno guadagnato tantissimo”.
Secondo il Governo le banche non possono permettersi di mettere in piedi un ricatto nei confronti delle istituzioni e del Paese, al contrario, per Delrio “le banche hanno tutta la capacità, la possibilità, di cominciare ad erogare più credito alle famiglie. È ora di cominciare".
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