L’attività del governo americano in materia di cyber spionaggio è particolarmente itensa. Eccome come gli hacker federali spiano le reti di tutto il mondo
Oscurato da alberi e terrapieni erbosi, il campus della National Security Agency si trova 15 miglia a nord della trafficatissima Beltway di Washington; i suoi 6 milioni di metri quadrati di edifici resistenti alle esplosioni, sono punteggiati da ammassi di antenne paraboliche. Creata nel 1952 per intercettare le trasmissioni radio ed elettroniche - note come "segnali di intelligenza" - la NSA sta concentrando e investendo gran parte delle sue risorse in attività di spionaggio nel tentativo di rubare quello che le spie eufemisticamente chiamano "dati elettronici a riposo". Ovvero, informazioni segrete che si "annidano" nelle reti di computer o negli hard disk di terroristi, "stati canaglia", e persino governi "amici".
Quando il presidente Obama riceve il suo quotidiano briefing di intelligence, la maggior parte delle informazioni proviene proprio da cyber spie del governo, gli hacker della NSA, dice Mike McConnell, direttore dell’intelligence nazionale sotto la presidenza George W. Bush. Negli ultimi mesi l’amministrazione Obama ha cercato di gettare nuove ombre sulla Cina, richiamando pubblicamente l’attenzione sul suo programma di cyber-spionaggio, nel cui mirino sarebbero finite numerose aziende americane, tra cui Google, Yahoo! e Intel. Obiettivo: rubare il codice sorgente e altri segreti commerciali delle società intercettate. Questa primavera, il segretario al Tesoro Usa Jacob Lew e il generale Martin Dempsey, presidente del Joint Chiefs of Staff, si sono recati a Pechino per affrontare la questione con i funzionari cinesi, mentre Thomas Donilon, della Sicurezza Nazionale, volerà in Cina domenica 26 maggio. La risposta cinese è, e sarà, essenzialmente: "Senti chi parla".
La tensione tra le due nazioni è cresciuta nel mese di maggio, quando per la prima volta un rapporto del Pentagono al Congresso, ha ufficialmente e direttamente legato il governo cinese alla vasta attività di spionaggio monitorata dall’ntelligence USA, avente come bersaglio società della difesa degli Stati Uniti.I leader cinesi hanno naturalmente negato ogni responsabilità, rigettando l’accusa di essere i registi degli attacchi hackers.
Il governo degli Stati Uniti non nega di essere attivo nel cyber spionaggio. Alcuni tipi di hacking sono più accettabili di altri, e quelli della NSA si pongono perfettamente in linea con le regole non ufficiali, e non dette, che risalgono alla Guerra Fredda. Gli uomini e le donne che lavorano per la NSA appartengono ad una unità segreta conosciuta come Talored Access Operations. Essa raccoglie una grande quantità di informazioni sulle reti terroristiche e finanziarie, sulle operazioni di riciclaggio di denaro e di droga internazionali e persino sulle controversie in materia di politica interna, di potenziali avversari. E’ quanto hanno rilevato due ex funzionari della sicurezza del governo degli Stati Uniti che hanno chiesto di rimanere nell’anonimato. La quantità di dati raccolti dalla rete informatica d’oltremare, o mentre viaggia attraverso la rete Internet, è cresciuta fino a un 2 petabyte all’ora, quasi 2,1 milioni di gigabyte, l’equivalente di centinaia di milioni di pagine di testo! L’agenzia ha deciso di automatizzare gran parte del processo e l’intervento degli hacker umani è limitato a casi particolarmente complessi. Proprio come moderni 007, le cyberspie americane nascondono le loro tracce o si travestono per passare inosservati. L’importanza delle operazioni di hacking della NSA ha contribuito a creare un fiorente complesso cyber-industriale...mentre il Pentagono stringe la cinghia e riduce le altre spese.
Nel mese di febbraio l’amministrazione Obama annunciò che potrebbero essere prese in considerazione sanzioni contro i paesi che permettono furti di informazioni aziendali. Tali punizioni sarebbero di difficile attuazione nella pratica, dice Christopher Finan, un esperto di sicurezza informatica che ha servito il Consiglio di Sicurezza Nazionale di Obama fino all’anno scorso. Sanzioni aggressive infatti, rischierebbero di provocare qualcosa di più di una guerra commerciale, danneggiando molte società e prodotti statunitensi che, al contrario, andrebbero protetti. La Cina sta cercando modi per vincolare le società statunitensi nel mercato interno e questo genere di misure, glielo permetterebbe".
Fonte: businessweek.com
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