Crypto art, è boom per l’investimento in opere d’arte digitali

Vincenzo Caccioppoli

27 Aprile 2021 - 12:55

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In ascesa la Crypto art, che vede coinvolti blockchain e NFT (non fungibile token) e permette di investire in opere d’arte digitali.

Crypto art, è boom per l’investimento in opere d’arte digitali

Da tempo il mondo dell’arte soffre una crisi che la pandemia e le conseguenti chiusure e limitazioni non hanno fatto altro che aggravare. Difficoltà ad esporre, condizioni di vendita capestri da parte di gallerie d’arte e agenzie di rappresentanza hanno reso la vita sempre più difficile per gli artisti, soprattutto se non ancora noti al grande pubblico.

Ma, come spesso si sente dire, le crisi offrono anche delle grandi opportunità per chi è in grado di coglierle. E per il mondo dell’arte questa opportunità, esplosa propria nel periodo della crisi da pandemia da Covid-19, si chiama Crypto art. Attraverso la blockchain e i cosiddetti NFT (non fungibile token) si riesce ad attestare la proprietà unica di un’opera digitale e a certificarne l’autenticità.

Boom per la Crypto art

In poche parole il token, che è una sorta di gettone digitale salvato su una rete blockchain, dimostra inequivocabilmente come il possessore dello stesso sia anche la persona che possiede l’opera digitale a esso collegata. Si tratta ormai di un vero e proprio boom per la Crypto art, dopo che qualche mese la famosa casa d’aste londinese di Christie’s ha battuto un’opera digitale dell’artista Beeple - certificata attraverso NFT - per ben 69 milioni di dollari.

Ma prima Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, aveva messo all’asta con lo stesso sistema il suo primo tweet, venduto poi a 2,5 milioni di dollari. Il 19 febbraio invece una gif di Nyan Cat del celebre artista digitale Chris Torres, raffigurante un gattino con il corpo a forma di biscotto, è stata venduta per 545.000 dollari.

Cifre assolutamente impensabili per moltissimi artisti viventi, ma difficilmente raggiungibili anche per mostri sacri della pittura, se si pensa che nel 2014 le Ninfee di Monet è stata venduta per 54 milioni di dollari, ben 13 in meno rispetto al collage digitale di Beeple.

La Crypto art è solo un’altra bolla?

Qualcuno comincia a parlare con insistenza di una vera e propria bolla speculativa, e se si guarda alle cifre che rilascia ogni mese Crypto.com, che si occupa di decifrare i dati che giungono dai principali siti di NFT sui volumi di vendita delle opere d’arte messe all’asta, effettivamente questa tesi potrebbe avere qualche fondamento. A novembre le vendite di NFT corrispondevano a circa 1,5 milioni di dollari, a gennaio a 11 milioni e a marzo la cifra aveva già superato i 120 milioni.

Sembra di assistere all’ennesimo fenomeno di FOMO (Fear of missing out), caratterizzato dall’ansia di perdere l’occasione e dalla volontà di non rischiare di restare fuori da una speculazione - un po’ la stessa dinamica che alcuni esperti ritengono sia dietro ai grandissimi rialzi record del Bitcoin di questi ultimi mesi. Sicuramente, come già visto nei primi anni duemila con l’esplosione delle dot com, un po’ di speculazione è comprensibile si celi dietro a questo vero e proprio boom degli NFT, ma allo stesso modo, come dalla bolla tecnologica del 2000 sono poi emerse società come Facebook, Apple, Google ed Amazon, cosi anche con gli NFT non si può ragionare in maniera troppo semplicistica e riduttiva e non vedere invece come moltissimi artisti abbiano intravisto in questi token un nuovo potente mezzo a disposizione, sia dal lato creativo - grazie alle possibilità tecnologiche che permettono di realizzare - sia dal lato economico - per la creazione di nuovi paradigmi di vendita e diffusione.

SuperRare, Mintable, Nifty, Viv3, OpenSea sono i nomi dei principali siti d’asta per chi desidera vendere o compare opere d’arte digitali, che possono essere disegni, gif, composizioni, testi (il NYT ha venduto a marzo un articolo sugli NFT a 250.000 dollari), brani musicali, video, composizioni e tutto quanto può essere compreso nella definizione di opera dell’intelletto.

Tutti pazzi per l’arte digitale

Difficile risalire all’inizio di questo particolare commercio di arte digitale, ma molti esperti considerano che esso possa coincidere con la collezione da parte degli appassionati di figurine digitali del videogioco Cryptokitties. I fan hanno speso più di 32 milioni di dollari per raccogliere, scambiare e riprodurre queste immagini di gatti dei cartoni animati unici nel loro genere. Poi il crescente interesse per il Bitcoin e le criptovalute in generale ha sicuramente contribuito ad accrescere il mercato verso altre forme artistiche, fino al boom di questi mesi.

Ma il mercato non riguarda solo l’arte in tutte le sue forme. La NBA Top Shot, piattaforma ufficiale della National Basketball Association che permette di comprare piccoli spezzoni della partite principali del campionato di basket statunitense, uniche ed esclusive, ha guadagnato circa 390 milioni di dollari da questo nuovo business (una schiacciata di LeBron James è stata acquistata lo scorso mese per 3.800 dollari).

La star del football americano Rob Gronkowski ha venduto le figurine tramite NFT dei momenti salienti del Super Bowl per oltre $1,6 milioni.

La Crypto art in Italia

In Italia il cantante Morgan ha venduto su Superare un suo brano inedito per 25.000 dollari. Uno degli artisti più conosciuti ed apprezzati nel nostro Paese per questa particolare forma di vendita, Giovanni Motta, ha già in programma due mostre virtuali in Cina, completamente sold out in prevendita, ed una sua recente opera è stata venduta a 10 Eth (oltre 20.000 euro).

La Crypto art è una nuova corrente artistica, un nuovo mondo in arrivo e travolgerà la via dell’arte. Artisti pionieri di questo nuovo mondo come Hackatao, Beeple e Pak hanno segnato i confini di un nuovo territorio da esplorare. Hanno seminato e nutrito da sotto un vasto campo, che ora sta per germogliare e fiorire”, racconta l’artista, che aggiunge:

“Diventare un Crypto artista è stato un passaggio naturale per me perché sono sempre stato molto tecnologico nonostante io continui a dipingere e disegnare. Sono molto curioso, come un bambino, tutto quello che è nuovo mi attira come una calamita”.

Una rivoluzione nel mondo dell’arte

Uno dei pionieri della Crypto art, l’irlandese Kevin Abosch - che ha venduto negli ultimi due anni opere per circa 95 milioni di dollari sul sito Opensea, con circa 1,5 milioni di visitatori alla settimana - sostiene che questa sia la nuova rivoluzione dell’arte che cambierà per sempre il modo di concepire il possesso dei beni artistici, che non saranno più incentrati sul possesso fisico degli stessi, che lui considera ormai come una teoria obsoleta.

Alcune persone lottano con questa idea perché vogliono sapere, cos’è che possiedi effettivamente? Ma le persone di una generazione più giovane non la pensano affatto così. È un’idea del vecchio mondo, voler tenere qualcosa in mano, come se l’intangibile o l’immateriale non avessero valore”, ha dichiarato.

E dopo arte, musica e sport ora sembra che sugli NFT abbiano messo gli occhi anche le più importanti case di moda mondiali, come Gucci, che ha realizzato un esclusivo paio di sneakers in realtà virtuale aumentata alla modica cifra di 12,99 euro, sicuramente un modo molto semplice e vantaggioso di allargare la platea dei propri fan.

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