Crowdfunding ed economie dal basso: Angelo Rindone a ForexInfo.it

Simone Casavecchia

03/06/2014

Il crowdfunding in Italia: il fondatore di una delle primissime piattaforme online ci racconta come è cambiato e come sta ancora evolvendo

Crowdfunding ed economie dal basso: Angelo Rindone a ForexInfo.it

Angelo Rindone nel 2005 ha fondato Produzioni dal Basso, la prima piattaforma italiana di crowdfunding, il metodo di raccolta di capitali collettivo e collaborativo, che sfrutta le risorse del web 2.0. Attualmente è amministratore delegato di FolkFunding srl, una start-up italiana che si occupa di crowd-economy, in collaborazione con lo spazio milanese di coworking Login. Nella sua attività professionale, oltre a gestire Produzioni dal Basso (PdB), ancora oggi una delle piattaforme migliori, per bacino di utenti coinvolti e quantità di progetti finanziati, si occupa di offrire soluzioni, consulenza e software per il crowdfunding, affiancato da un team, composto dai maggiori esperti italiani del settore, in grado di offrire competenze ed esperienze operative, altamente qualificate.

Produzioni dal Basso è una delle piattaforme di crowdfunding con più lustri in Italia. Può spiegarci come nasce il crowdfunding come si sviluppa in Italia?
Pdb è stata inaugurata nel gennaio del 2005 ma il crowdfunding (termine nato tra il 2008 e 2009) è arrivato in italia intorno al 2011. Quindi fino a 3 anni fa eravamo un piccola piattaforma sconosciuta ed utilizzata in pochi ambiti, più che altro sperimentali mentre oggi siamo una delle realtà più rilevanti del crowdfunding italiano con oltre 500 progetti finanziati ed un community di 50.000 utenti.
Il crowdfunding è un argomento ancora poco conosciuto nel nostro paese ma sta crescendo rapidamente e sopratutto sta entrando in diversi settori in maniera dirompente.

Quali sono i punti di forza che hanno favorito la diffusione sempre maggiore del crowdfunding in Italia?
È brutto da dire ma l’approccio attuale è più di urgenza che di strategia. La situazione economica attuale, la mancanza di risorse e i tagli delle amministrazioni pubbliche stanno facendo avvicinare molti al crowdfunding in modo però poco strutturato e con un atteggiamento di ripiego. Questo oltre che essere un metodo sbagliato di approcciare il crowdfunding fa perdere di vista le grandi potenzialità dello strumento.

Può spiegarci brevemente il funzionamento e le modalità di accesso a una piattaforma di crowdfunding?
Dipende dalla piattaforma che viene scelta, ci sono piattaforme che selezionano i progetti in base ad alcune caratteristiche base ed altre piattaforme particolarmente verticali (ad esempio dedicate alla musica, ai libri o al design) che fanno una selezione ancora più accurata di progetti e contenuti.
Come Produzionidalbasso abbiamo deciso sin dagli inizi di proporre un modello orizzontale ad accesso libero, in pratica non facciamo selezione e permettiamo a tutti di aprire il proprio progetto in pochi minuti. Il nostro intento è di fare avvicinare al crowdfunding diverse tipologie di progetto, proporre un approccio sperimentale allo strumento e promuovere allargamenti nella coda di utilizzo.

Perché sono possibili diverse modalità di finanziamento e quali sono i fattori che differenziano questi modelli (reward-based, donation-based, all or nothing, keep it all)?
Ci sono degli standard che si sono imposti grazie al successo delle due piattaforme di reward più famose al mondo, Kickstarter (modello All or nothing, ovvero il modello che prevede l’assegnazione di donazioni se, e solo se, si raggiunge il budget previsto per la realizzazione del progetto proposto, ndr) e Indiegogo (modello Keep it all, un modello alternativo, che prevede l’assegnazione dei finanziamenti raccolti, in ogni caso, a prescindere dal raggiungimento del budget fissato per l’avviamento dello specifico progetto) e poi ci sono i modelli donation based, adottati in particolare da piattaforme per progetti sociali. Difficile in questa sede mettersi a definire i vari modelli nello specifico.
Quello che stiamo provando a fare con Pdb è di proporre diversi modelli in un unica piattaforma in modo da creare una struttura modulare in grado di adattarsi alle diverse esigenze.
Inoltre, indipendentemente dalla modalità di crowdfunding, quello che sta cambiando davvero è il modo di utilizzare lo strumento, in molti casi, ad esempio, la procedura di sostegno e finanziamento ad un progetto sta diventando un vero e proprio pre-ordine più simile ad un modalità di e-commerce. Questo non lo troviamo negativo o sbagliato ma certo bisognerà tenerne conto in futuro per facilitare un rapporto più chiaro e meno ambiguo tra chi e propone un progetto e chi lo sostiene.

In base alla sua opinione, il settore delle startup e alle aziende innovative in Italia in che condizioni si trova attualmente? È destinato a crescere nel futuro?
La mia opinione a riguardo non credo sia importante, in ambito di crowdfunding però qualcosa si può dire. Da circa un anno in Italia abbiamo una norma della Consob che regolamenta l’equity crowdfunding (è il caso in cui, in seguito a un investimento on-line, si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una start up o comunque nella società che ricerca il finanziamento per un proprio progetto; in tal caso, piuttosto che donare si acquistano delle vere e proprie quote societarie e la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dall’acquisizione di una diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa. Proprio perché si tratta, all’atto pratico, di raccolta di pubblico risparmio, la Consob ha deciso di normare questo settore, con una scelta d’avanguardia, nello scenario legislativo internazionale, ndr) e lo fa proponendolo come strumento per le startup innovative. Ecco, io credo che bisognerà obbligatoriamente estendere ad altre categorie di aziende/progetti questa modalità perché diverse case history internazionali anche importanti stanno dimostrando che il reward (il modello che prevede forme di ricompensa – siano esse di natura economica o emotiva - per chi effettua donazioni, atte a finanziare un progetto, ndr) e molto valido e perfettamente adatto per le startup e quindi è chiaro che l’equity debba saper guardare a mercati ed utenze diverse.

Molti dei progetti promossi e realizzati da Produzioni dal Basso sono di carattere culturale. Chi sosteneva che con la cultura non si mangia si sbagliava?
La questione è un po’ delicata e sinceramente non mi sentirei di fare slogan a riguardo. La situazione è difficile ed allarmante. Noi siamo in “trincea” e ogni giorno riceviamo email che mostrano una profonda crisi nell’industria culturale e dei contenuti in genere, i fondi sono sempre di meno ed in certi casi non ci sono proprio più, inoltre l’utilizzo massivo di internet sta facendo passare il concetto del contenuto (cultura, informazione, intrattenimento) come qualcosa di "gratuito".
Gli operatori del crowdfunding però sbagliano se pensano di porsi come unico rimedio o come soluzione a questa trasformazione, bisogna evitare di vendere false “speranze”.
È certo che alcuni processi messi in moto dal crowdfunding possano essere positivi, ad esempio, ancor prima della questione “economica”, direi che la vera innovazione sta nella ridefinizione dei ruoli, nella modalità di racconto e nella trasparenza delle relazioni … qui credo ci sia molto da imparare per tutti e possono arrivare risultati importanti e strutturali.

Si parla spesso di economie dal basso e di comunità economiche volontarie a livello locale, come modelli alternativi all’economia di mercato, in grado di promuovere forme di produzione più eque e trasparenti. Può chiarirci il significato di queste espressioni e l’importanza di questi modelli?
Il crowdfunding è solo una delle tessere di quella che potremmo definire la crowd-economy, argomento complesso che meriterebbe un approfondimento a parte.
Come Produzioni dal basso ci siamo dati come payoff “nuove comunità economiche” proprio perché dal 2005 lavoriamo alla creazione di strumenti online che permettano appunto la nascita di piccole o grandi comunità di persone che di volta in volta si costituiscono in modo spontaneo e volontario per rendere possibile la nascita di un progetto: questo per noi è il crowdfunding!

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