Molto probabilmente per Cipro non ci sarà nessuno sconto, nessuna revisione sulle condizioni del salvataggio come invece vorrebbe il premier Nicos Anastasides. A due mesi dall’accordo con la Troika, il premier cipriota ha inviato una lettera alle istituzioni europee, chiedendo di modificare alcuni aspetti degli accordi.
Per Cipro niente sconti
Alla vigilia del meeting dell’Eurogruppo, i funzionari europei stroncano ogni speranza per Cipro; le richieste del premier cipriota non sono da ritenersi probabili.
È già sucesso una volta, per la Grecia, che le condizioni del bailout siano state riviste, ma nel breve termine questa possibilità "non si può ritenere probabile".
Nella lettera che domani sarà sul tavolo dei discorsi dell’Eurogruppo, il premier cipriota Anastasides ha sottolineato come il programma, per come è stato pensato, non può essere attuato perché provoca molti più danni all’economia, di quanti non ne siano stati previsti.
Nel mese di aprile, Cipro ha ricevuto un pacchetto di salvataggio per 10 miliardi di Euro; l’accordo prevede la chiusura della banca Laiki, la seconda più grande del paese, e una ristrutturazione della Bank of Cyprus. Ristrutturare le due banche più grandi del paese e attuare un prelievo forzoso sui conti superiori ai 100.000 euro è stata una manovra forse affrettata che ha distrutto molte società, soffocando una parte importante dell’attività economica.
Scrive Anastasiades:
L’economia è stata fatta precipitare in recessione portando a un ulteriore aumento della disoccupazione e rendendo più difficile il risanamento delle finanze pubbliche.
Il salvataggio che non salverà Cipro
Ma il primo ministro cipriota non è il solo ad essersi accorto di quanto sia preoccupante la situazione a Cipro.
A maggio, infatti, la Banca centrale dell’isola aveva avvisato dei rischi per le prospettive economiche del paese, in una recessione che rischia di sprofondare in depressione.
Anche il Fondo Monetario Internazionale ha parlato di rischi macroeconomici "insolitamente elevati" che, se si materializzassero potrebbero rendere necessarie "altre misure di finanziamento per mantenere un livello di debito sostenibile".
Secondo le previsioni, il debito Cipriota arriverà al 126% del Pil nel 2015 e il FMI ha avvisato "Nonostante la politica restrittiva, adottata per i prossimi tre anni, per centrare il target sul bilancio primario saranno necessari ulteriori tagli per un totale pari al 4.7% del Pil nel periodo tra il 2015 e il 2018."
È già la seconda volta che il premier Cipriota dà voce all’insoddisfazione nei confronti dei termini adottati per il salvataggio dell’isola. La palla sta adesso all’Eurogruppo: riusciranno a trovare un accordo per Cipro, o lasceranno che i timori di un "Cipr-Exit" tornino a scuotere l’Eurozona?
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