Crisi Ucraina: ecco le tre conseguenze per gli investitori secondo la CNBC

Vittoria Patanè

25 Aprile 2014 - 13:35

La CNBC immagina le conseguenze che la crisi in Ucraina potrebbe avere per gli investitori di tutto il mondo

Crisi Ucraina: ecco le tre conseguenze per gli investitori secondo la CNBC

La tensione in Ucraina sale e Kiev accusa Mosca di voler scatenare la terza guerra mondiale. Di giorno in giorno arrivano notizie allarmanti e l’andamento dei mercati viene pesantemente condizionato da dichiarazioni, azioni, ripercussioni e sanzioni.

La crisi sta innervosendo sempre di più gli investitori che ormai non hanno più sicurezze su quello che accadrà il giorno dopo. Le speranze di una rivoluzione pacifica sembrano ormai essersi spente nel momento in cui da una parte e dall’altra sono state imbracciate le armi.

La CNBC analizza tre possibili scenari che potrebbero nascere sui mercati a causa della crisi, ma soprattutto le conseguenze che essa potrebbe avere per gli investitori.

Scenario n.1: la tensione continua a salire
Da settimane ormai, ribelli armati hanno occupato I palazzo governativi dell’est Ucraina, mentre i politici di ambo le parti si accusano a vicenda di non voler trovare un accordo per risolvere il conflitto.

“L’alto rischio politico e le turbolenze finanziarie innescate dall’annessione della Crimea da parte della Russia avvenuta lo scorso marzo hanno già cominciato ad incidere sulle decisioni degli investitori che iniziano a rivedere i loro piani di investimento man mano che la situazione politica ed economica diventa più chiara”,

ha dichiarato David Dalton, eastern Europe editor all’Economist Intelligence Unit, alla CNBC.

Secondo Nicholas Spiro, direttore generale di Spiro Sovereign Strategy, la continuazione dell’attuale stato sta determinando i prezzi di vendita degli investitori, i mercati stanno scommettando sulle tensioni in Ucraina, ma questa potrebbe essere una strategia rischiosa.

La crisi ha appena iniziato a colpire i mercati di Russia e Ucraina, e potrebbe essere solo l’inizio.

L’indice MICEX di Mosca è sceso del 13% negli ultimi 12 mesi e il dollaro ha guadagnato l’8,5% contro il rublo nello stesso periodo.

La valuta ucraina sta annaspando, nonostante la banca centrale abbia alzato i tassi d’interesse. Il dollaro è salito di circa il 35% contro la hryvnia ucraina nel ultimo anno.

Scenario n.2: accordo di pace permanente
Attualmente sembra l’ultimo scenario possibile e i mercati gli assegnano infatti una probabilità molto bassa.

“Che l’accordo di Ginevra sia collassato in pochi giorni dimostra quanto sia difficile abbassare la tensione sul territorio”,

afferma Spiro.
Anche se si raggiungesse un accordo tra Ucraina e Russia, Kiev avrà serie difficoltà a tornare al top. Un’intesa potrebbe tradursi nella forma di una nuova costituzione ucraina – che potrebbe includere una decentralizzazione delle strutture politiche del Paese e l’accettazione dell’annessione della Crimea.

Questo potrebbe “diminuire la posizione dell’Ucraina come stato sovrano. Se l’ucraina, in effetti, si riducesse a nazione satellite della Russia, allora i piani di riforma di Westernizing per creare un governo ad interim potrebbero risolversi nel nulla, così come i miglioramenti nei mercati”.

Scenario n.3: invasione russa
Se l’Ucraina continuerà la sua offensive contro i separatisti filorussi e Mosca proseguirà con le esercitazioni militari al confine, la paura per un’invasione russa salirà ancora.

Spiro ha denominato questo “scenario da incubo”.
Uno scenario che ovviamente colpirebbe anche i mercati.

“Se la situazione deflagrasse in una guerra, questo potrebbe innescare una fuga di capitali e un indebolimento della moneta.

Le stesse sanzioni imposte da USA e Unione Europea da un lato e da Russia dall’altro ha già avuto delle pesanti conseguenze. Obama ha già annunciato nuove ripercussioni molto severe che potrebbero spingere le economie di Russia, e forse anche dell’UE, in recessione.

Per non parlare delle conseguenze sul mercato del Gas. Gazprom ha dichiarato che l’Ucraina ha un debito di 2.2 miliardi di dollari e ha già annunciato la riduzione dei rifornimenti nel caso in cui questo non venga ripagato. La Russia ha già alzato il prezzo del Gas da 268$ a 485$ per 1.000 metri cubi, ritirando gli sconti stabiliti in precedenza.

Un taglio nei rifornimenti di gas che arrivano in Europa attraverso la Russia, danneggerebbe tutte e tre le nazioni”.

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