Dalla crisi dell’economia USA alla fine del mondo, c’è di mezzo il fiscal cliff? Non secondo Warren Buffett, magnate dell’economia Statunitense, uno tra gli uomini più ricchi di tutti i tempi presentato come "the legendary investor", che invece si esprime fiducioso sul fiscal cliff, anche se una soluzione non dovesse giungere entro il 31 dicembre 2012.
La fine del mondo?
Warren Buffett non crede affatto che il fiscal ciff possa essere considerato come la "fine del mondo" e non sarà certo un disastro universale se un compromesso tra Repubblicani e Democratici dovesse essere raggiunto anche dopo la fatidica data del 31 dicembre 2012.
Una situazione sostenibile, spiega Buffett, sarebbe quella di raggiungere un gettito fiscale pari al 18.5% del PIL e una spesa pubblica al 21%. In questo modo, secondo l’economista americano, il rapporto tra debito e PIL rimarrebbe bilanciato senza ulteriori incrementi, ma potenzialmente in grado di diminuire nel tempo assieme ai miglioramenti apportati dalla graduale ripresa economica.
Fiscal Cliff, tasse e investimenti
Il fiscal cliff, dichiara il "legendario", non ha effetti sulle decisioni relative agli investimenti sul lungo termine. Per quanto riguarda le tasse, invece, Buffett sostiene che quelle introdotte dalla riforma sanitaria siano "le più aggressive", che colpiscono con un taglio netto i redditi superiori ai 100 mila dollari, per generare un introito pari ad un terzo del gettito fiscale statunitense.
Alla domanda sulla possibilità di escludere dal dibattito sul Fiscal Cliff le questioni relative al sistema sanitario, Buffett risponde ridendo "credetemi, è una tassa sul reddito".
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