Crisi Kazakistan: cosa c’entrano i Bitcoin?

Giorgia Bonamoneta

8 Gennaio 2022 - 18:22

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La crisi in Kazakistan è un segnale che il consumo delle società di estrazione di Bitcoin è eccessivo? Ecco perché i Bitcoin sono tra i motivi delle proteste in Kazakistan.

Crisi Kazakistan: cosa c’entrano i Bitcoin?

Cosa sta accadendo in Kazakistan? In queste ore si parla della crisi in Kazakistan, in particolare dopo la dichiarazione del presidente Kassym-Jomart Tokayev che avrebbe dato l’ordine di sparare senza preavviso sulla folla di dissidenti.

Le proteste dei cosiddetti “dissidenti” sono iniziate tra il 5 e il 6 gennaio 2022, a seguito della liberalizzazione del prezzo del GLP. Le manifestazioni sono nate nella regione di Mangystau, nel sud-est del Kazakistan, prima di diffondersi in diverse altre grandi città, inclusa la città più grande, Almaty.

In questo quadro cosa c’entrano i Bitcoin? A un amento generale del costo della vita, si è aggiunta la dislocazione di 80 mila società di criptomining cinesi nello stato kazako. Società che per funzionare hanno bisogno di essere alimentate ogni anno con la stessa quantità di energia che alimenta un Stato come la Polonia. Proprio per il basso costo dell’elettricità il Kazakistan è diventato il secondo Paese al mondo per estrazione di Bitcoin.

Crisi Kazakistan: cosa sta accadendo?

Tra il 5 e il 6 gennaio le manifestazioni in Kazakistan si sono trasformate in proteste violente, con migliaia di cittadini che hanno invaso le strade. Amnesty International riporta che “la folla ha preso d’assalto e appiccato il fuoco all’ufficio dell’amministrazione comunale di Almaty” e ha saccheggiato le armi da fuoco delle forze dell’ordine.

I retroscena delle manifestazioni sono di natura economica. Dal 1° gennaio 2022 il prezzo del GPL è raddoppiato, passando da 50 tenge kazake (equipollenti a 0,10 euro) a oltre 120 tenge. Ma questo è solo l’ultimo degli aumenti, dopo un 2021 nel quale i prodotti alimentari hanno visto un segno verso l’alto pari a +9,2% di spesa (rispetto al 2020), mentre i prodotti non alimentari hanno segnato un aumento del +7,8%.

Tra deficit economico e crisi bancaria, che ha portato a un deprezzamento della valuta locale e un aumento dell’inflazione pari a +7,5% rispetto al 2020, si aggiunge anche la crisi democratica. Infatti nel Paese continua a persistere un regime autoritario più volte denunciato dagli enti per i diritti umanitari. A confermare la mancanza di diritti è arrivato ieri l’ordine di Tokayev di sparare senza preavviso contro i manifestanti. Sono già oltre 3.800 le persone che sono state arrestate, centinaia i feriti e 26 i morti tra manifestanti e agenti.

Cosa c’entrano i Bitcoin con la crisi in Kazakistan

In questa situazione di profonda crisi, prima di tutto democratica e poi economica e sociale, cosa c’entrano i Bitcoin? Il Kazakistan è il secondo Paese al mondo per estrazione di Bitcoin e dietro questo dato ci sono due motivi: perché non ci sono restrizioni, perché il costo dell’elettricità è basso.

Nel Paese sono approdate 88 mila società di criptomining, cioè di estrazione di Bitcoin o che trattano ethereum. Il Governo ha cercato di tassare queste attività, ma alcune continuano a lavorare clandestinamente. Questo fenomeno di delocalizzazione ha provocato un rialzo della domanda energetica dell’+8%, provocando diverse interruzioni di corrente.

Il processo di mining infatti ha bisogno di molta energia. Come riporta il Corriere della Sera, il Center for alternative finance dell’università di Cambridge ha calcolato che servono circa 121 terawattora l’anno per alimentare l’universo dei bitcoin. Un fabbisogno energetico pari a quello di nazioni come Polonia e Argentina, spiega ancora lo studio.

È già finito il tempo dei Bitcoin

Le premesse per l’universo bitcoin non sono buone. Da una parte il sistema di pagamento è messo in dubbio per la scarsa trasparenza, dall’altra è criticato per l’impatto ambientale. Questa volta è l’International Energy Agency ha dare i numeri: l’universo bitcoin genera 36 milioni di tonnellate di CO2.

Tra trasparenza, impatto ambientale e consumi superiori alle capacità dei singoli stati (tanto che il Kazakistan pensava di usare il nucleare per alimentare il processo di mining) sembra che il tempo dei Bitcoin sia destinato a essere breve.

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