Crisi Eurozona: gli interessi delle grandi nazioni vengono prima. Ecco la vera lezione di Cipro

Erika Di Dio

28 Marzo 2013 - 12:38

Crisi Eurozona: gli interessi delle grandi nazioni vengono prima. Ecco la vera lezione di Cipro

Sono tornato a casa a Cipro, alla fine di gennaio, tra le altre cose, per aiutare nella campagna elettorale di Nicos Anastasiades, ora presidente. A Nicosia nel mese di febbraio c’era ottimismo e sventolavano bandiere, della Grecia e di Cipro, con l’azzurro che travolgeva sempre il giallo. Non sapevamo dove questa affinità con i Greci ci avrebbe portato.

Cipro negli anni

Molte persone pensano che Cipro abbia gli stessi problemi della Grecia, a causa delle strette connessioni tra i due paesi. Ma Cipro ha un deficit fiscale gestibile, efficienti servizi contabili e legali, ereditati dal dominio coloniale britannico. La grande maggioranza delle persone che gestiscono tali servizi si è formata nelle università britanniche e parla fluentemente l’inglese.

Dopo l’invasione turca del 1974, quando si è persa quasi tutta la base agricola e industriale, Cipro ha deciso di aggiungere servizi di business al turismo come sua esportazione principale. Accordi di doppia imposizione, politiche permissive in materia di immigrazione e basse imposte sulle società hanno attirato affari dal Medio Oriente, l’Unione europea e la Russia.

Il problema, secondo la troika, è che ciò ha portato a grandi quantità di depositi bancari a Cipro, facendo saltare in aria il settore bancario per dimensioni "insostenibili". I depositi sono circa otto volte il prodotto nazionale lordo. Questo dato, tuttavia, è ancora più piccolo di quello del Lussemburgo e non troppo diverso da quello di Malta e dell’Irlanda.

La troika, con il sostegno esplicito del ministro delle finanze tedesco, sta dicendo ai ciprioti che il loro "modello di business" è insostenibile. La loro raccomandazione è, quindi, che le banche di Cipro dovrebbero ridursi del 50-60% nei prossimi cinque anni. Le maggiori banche cipriote - Laiki Bank e Banca di Cipro - avevano investito pesantemente in titoli di stato greci. Le banche avrebbero bisogno di capitale per continuare ad operare.

Ecco dove il processo decisionale della troika diventa sconcertante e la visione dei padri fondatori della moneta unica diventa una presa in giro.

Il piano iniziale era quello di imporre un prelievo su tutti i depositi, nonostante il fatto che i depositi inferiori a €100.000 euro erano assicurati. I depositanti russi avrebbero dovuto contribuire alla ricapitalizzazione delle due banche in difficoltà. A seguito del rifiuto del piano da parte del Parlamento cipriota, la ripartizione degli oneri e il bersaglio di colpire i russi hanno cessato di essere gli obiettivi. La preoccupazione della troika era che la ricapitalizzazione doveva essere assunta dai depositanti delle due banche in difficoltà con depositi di oltre € 100.000 euro. Qualche individuo o istituzione ha perso virtualmente tutti i propri risparmi da un giorno all’altro, una questione di nessun interesse per la troika. L’Università di Cipro aveva tutti i suoi assegni di ricerca, e tutte le sue donazioni depositate presso le due banche.

La lezione di Cipro

Il modo in cui Cipro è stata trattata dai suoi partner della zona euro mostra che invece di agire come un partenariato tra pari, il blocco della moneta unica è un gruppo disarticolato di paesi in cui gli interessi nazionali delle grandi nazioni vengono prima degli interessi del gruppo intero. Nel frattempo, continua il disordinato processo decisionale all’interno dell’Eurogruppo.

Dopo l’accordo di Cipro, il presidente del gruppo ha dichiarato che questo sarebbe stato un modello per il futuro. Il panico si è diffuso nella zona euro, il valore dell’euro è crollato e poi è arrivata la smentita, lo stesso giorno, "i commenti sono stati presi fuori contesto". Cipro è un "caso speciale", a quanto pare. Aspettiamo di sentire cosa è speciale.

Il processo decisionale della zona euro ha raggiunto un nuovo minimo.

Indipendentemente dal fatto che l’accordo di Cipro sia buono o cattivo, osservando il modo in cui sono state prese le decisioni, contraddicendo ogni settimana quello che era stato detto la settimana prima, progettando modelli e revocandoli durante la notte, si gettano seri dubbi sulla capacità di questo gruppo di prendere le giuste decisioni per spingere in avanti l’Europa verso la stabilità finanziaria e la crescita economica.

Nicosia oggi è un luogo misterioso: strade deserte con la gente incollata davanti agli schermi della tv per sentire le ultime notizie. Molti giornalisti stranieri con grandi telecamere davanti agli alberghi e al Parlamento. C’è disperazione totale. Non ci sono più sorrisi. Niente di tutto questo era mai successo prima. Dove andremo a finire? Difficile da dire. Ci sono le riserve di gas al largo della costa che danno qualche speranza, ma "loro" potrebbero portare via anche quelle.

Un settore dei servizi alle imprese non ha bisogno di grandi banche, continuo a dire. Si potrebbe rilanciare il settore. Ma cosa succederà se le società estere se ne andranno? Ci sono già storie di ricchi russi che starebbero ricevendo telefonate da Malta, Lettonia e altri luoghi per trasferire lì i loro business.

Il futuro è davvero desolante.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times

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