Covid, scoperto un enzima che blocca la diffusione: possibile svolta in un farmaco

Martino Grassi

24/03/2021

13/04/2021 - 16:39

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Un gruppo di scienziati ha individuato un enzima in grado di bloccare la trasmissione del coronavirus. Lo studio potrebbe rappresentare una svolta nella lotta alla pandemia.

Covid, scoperto un enzima che blocca la diffusione: possibile svolta in un farmaco

È stato scoperto un nuovo enzima in grado di bloccare la diffusione del coronavirus, che potrebbe rappresentare una possibile svolta nella lotta alla pandemia, equiparabile, in termini di importanza, a quella offerta dal vaccino.

I ricercatori avrebbe infatti identificato un farmaco in grado di intrappolare il Covid, impedendogli di uscire dalle cellule infette e di conseguenza di moltiplicarsi. Si tratta del’Indolo-3 Carbinolo (I3C), un composto naturale che potrebbe essere utilizzato come antivirale contro il Sars-CoV-2.

Covid, scoperto un enzima che blocca la diffusione

Un gruppo di ricerca coordinato da Giuseppe Novelli, docente all’Università di Roma Tor Vergata e all’Università del Nevada, negli Stati Uniti, ha pubblicato uno studio internazionale su Nature, nel quale è stata identificata una classe di enzimi, chiamati E3-ubiquitin ligasi, che permettono al virus responsabile del Covid di uscire dalle cellule infettate e diffondersi a tutti i tessuti dell’organismo. Queste particolari proteine svolgono un azione simile anche per altri patogeni, come ad esempio il virus dell’Ebola.

I ricercatori hanno notato che nei pazienti positivi al coronavirus venivano registrati degli alti livelli di enzimi all’interno dei polmoni e in altri tessuti infettati. Dalla ricerca sono emerse anche delle alterazioni genetiche rare all’interno dei geni codificanti per queste proteine in un sottogruppo di pazienti, composto da circa 1.300 persone, con forma grave della malattia selezionati dalle coorti dei Consorzi internazionali.

Queste alterazioni stimolano l’attività degli enzimi e facilitano la fuoriuscita del virus dalle cellule. Gli scienziati hanno dunque dimostrato che l’attività di questi enzimi può essere inibita proprio dall’I3C, che in vitro, ha dimostrato di essere capace di bloccare l’uscita del virus dalle cellule infettate e la conseguente moltiplicazione.

Possibile arrivo di un nuovo farmaco

Qualora venisse dimostrata l’efficacia del nuovo farmaco, i ricercatori sono certi che il medicinale I3C potrebbe essere rapidamente approvato, dal momento che è già utilizzato per altri tipi di trattamenti. Il dottor Novelli sottolinea che:

“Avere opzioni per il trattamento, in particolare per i pazienti che non possono essere vaccinati, è di fondamentale importanza per salvare sempre più vite umane e contribuire ad una migliore condizione e gestione della salute pubblica”.

A fare eco alle sue dichiarazioni anche il collega Pandolfi, secondo cui è necessario pensare a lungo termine. I vaccini, pur essendo molto efficaci, potrebbero non esserlo più in futuro, perché il virus muta, e quindi è necessario disporre di più armi per combatterlo. La scoperta su I3C è importante e ora dobbiamo avviare studi clinici per dimostrare la sua potenziale efficacia. Sarà importante valutare se I3C possa anche ridurre le gravissime complicazioni cliniche che molti pazienti sperimentano dopo aver superato la fase acuta dell’infezione”.

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