In questi ultimi giorni si fanno sempre più insistenti le opinioni secondo cui la BCE non stara’ con le mani in mano al peggiorare dei dati macro-economici che stanno giungendo sempre più copiosi.
Non solo abbasserà il tasso REFI (rifinanziamento settimanale) a 0,50 % o a 0,25% . Ma porterà anche il tasso sui depositi in negativo a -0,25%.
A quanto pare la BCE avrebbe contattato quindi alcune banche per verificare l’impatto di una applicazione di un tasso negativo sui depositi, una sorta di sondaggio per cercare di capire quale risposta darebbero le banche depositanti nel momento in cui dovranno pagare una "penale" dello 0.25% per detenere i soldi presso l’ istituto di emissione.
Come ricorderete il governatore Draghi durante l’ultima riunione BCE non ha escluso tale ipotesi nel caso fosse necessaria.
E se corrispondesse al vero questa attività “investigativa" vorrebbe dire che la BCE sta facendo sul serio per rivitalizzare il mercato interbancario, inducendo uno scongelamento della liquidità delle banche più solide, ora depositata presso di se’, e favorendone il travaso sul circuito interbancario e di li sull’economia reale.
Draghi non ha nascosto la sua frustrazione nella conferenza del 2 maggio nel constatare che la politica monetaria ultra-espansiva non ha prodotto un aumento degli impieghi all’economia reale. Facciamo un breve passo indietro: dobbiamo ricordare infatti che i 1.000 miliardi di euro a 3 anni all’1%, iniettati dalla BCE in 2 tranches a dicembre 2011 e a febbraio 2012 non sono affluiti alle imprese e alle famiglie: la maggior parte di quei soldi è andata a:
- risanare il bilancio delle banche in crisi di liquidità a fine 2011 (permettendo ad alcune di esse il rimborso delle obbligazioni in scadenza).
- acquistare titoli di stato (favorendo la discesa dei rendimenti governativi dei paesi deboli della area euro, cioe’ dei btp italiani e dei bonos spagnoli. Attivita’ remunerativa perché, cosi’ facendo, le banche stavano lucrando la differenza tra l’ 1% del costo del finanziamento BCE e il rendiemto del 6,5% - 6,8% dei BTP a 10 anni vigente a gennaio 2012).
- lanciare sul mercato delle offerte di riacquisto di proprie obbligazioni subordinate di tipo tier II e tier I. Delle O.P.A. che hanno ugualmente generato profitti per i bilanci bancari, poiché queste obbligazioni furono classate a 100/100 e venivano rastrellate sul mercato a 70/100 oppure 80/100 o meno .
All’economia reale invece, di quella valanga di soldi, ne è giunta solo qualche briciola. La BCE non puo’ restare passiva a guardare.
L’ abbassamento allo 0,25% del tasso refi a 1 settimana e l’ applicazione di una penale dello 0,25% sui depositi potrebbero ridare slancio al mercato interbancario, ma non è sicuro al 100%: potrebbe anche convincere le banche più liquide a restituire anticipatamente i finanziamenti LTRO a 3 anni che scadrebbero nel dicembre 2014 e nel febbraio 2015.
Questa però è comunque una notizia dall’impatto positivo sui mercati obbligazionari dei paesi periferici (BTP in primis ).
Inoltre, secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, la BCE starebbe proseguendo sul progetto di rivitalizzare il mercato delle ABS (Asset Backed Securities, cioè obbligazioni derivate da cartolarizzazioni di mutui ipotecari) impegnandosi a riacquistare tali obbligazioni dalle banche.
Si esporrebbe alle perdite derivanti da possibili decurtazione del valore di mercato di tale tipologia di carta obbligazionaria . La BCE starebbe quindi esaminando tre strade per evitare possibili perdite derivanti dall’acquisto di Abs dei paesi del sud Europa.
Il riacquisto di cartolarizzazioni dei mutui però è troppo importante ed è un progetto da portare avanti: sarebbe una iniezione ulteriore di liquidità per le banche spagnole e italiane che hanno in pancia centinaia di miliardi di mutui (la cui percentuale di insolvenza e’ drammaticamente salita in 4 anni) e che sono di fatto impieghi bloccati.
Le tre modalità di rilancio del mercato delle ABS comprenderebbero:
- l’utilizzo della Bei come controparte di garanzia delle emissioni ABS, cioe’ come controparte esterna ad una compravendita che avverrebbe direttamente tra BCE e banca ordinaria;
- garanzia della Ue a favore delle banche emittenti le cartolarizzazioni
- acquisto di Abs direttamente dalla Bei (che a sua volta si occuperebbe direttamente di riacquistare le cartolarizzazioni, finanziando le banche ordinarie).
E anche questa è una notizia positiva per i mercati obbligazionari dei paesi periferici.
In un precedente articolo parlai della mia previsione di un BTP a 10 anni al 3,70% (ora è al 3.90%): alla luce di ciò che sta facendo la BCE (e continuerà a fare il 6 giugno) non posso che confermare questa previsione.
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