Corpo Forestale, sentenza Comitato UE: l’accorpamento ha violato i diritti del personale

Antonio Cosenza

28 Novembre 2019 - 19:09

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Accorpamento Forestale-Carabinieri: il Comitato europeo ha riscontrato la violazione dei diritti del personale. Cosa aspettarsi adesso?

Corpo Forestale, sentenza Comitato UE: l’accorpamento ha violato i diritti del personale

Forze Armate: non si ferma la battaglia degli ex appartenenti al Corpo Forestale dello Stato oggi accorpati nell’Arma dei Carabinieri.

Nonostante la sentenza che la Corte Costituzionale ha pronunciato lo scorso luglio abbia giudicato l’accorpamento attuato dalla riforma Madia come compatibile con la Costituzione, non è stata ancora posta la parola “fine” sul dibattito.

L’ultimo sviluppo in merito arriva dall’Europa: nella giornata di martedì, infatti, è stata resa nota una sentenza del Comitato europeo dei diritti sociali, il quale ha riscontrato - a differenza di quanto fatto dalla Consulta - una violazione dei diritti del personale precedentemente impiegato nella Forestale.

Ricordiamo che all’accorpamento era stata contestata una possibile violazione del principio di autodeterminazione visto che nel passaggio dal Corpo Forestale all’Arma dei Carabinieri il personale ha perso lo status civile acquisendo quello militare.

Una violazione non riscontrata dalla Consulta, che invece ha riconosciuto come legittimo il transito in tale ordinamento dei Forestali. Adesso un nuovo capitolo di questa lunga, e probabilmente infinita, storia: il Comitato europeo dei diritti sociali ha riconosciuto, all’atto della valutazione del ricorso presentato dagli ormai ex sindacati del Corpo, una violazione dei diritti sociali.

Comitato europeo diritti sociali: l’accorpamento ha violato i diritti del personale

Nel passaggio da personale civile a personale militare gli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato hanno perso le libertà sindacali che prima erano loro garantite: per questo motivo il Comitato europeo ha riscontrato una violazione dei diritti sociali dei dipendenti.

Ricordiamo, infatti, che agli appartenenti all’ordinamento militare non è garantita una piena libertà associativa sindacale e allo stesso tempo gli si nega la partecipazione alla contrattazione collettiva (cosa che invece nelle forze di polizia civile avviene attraverso i rappresentanti del personale in divisa).

Una situazione che ha spinto gli ex sindacati del personale del CFS a presentare ricorso al Comitato europeo per lamentare la violazione di uno dei tanti diritti riconosciuti dalla Carta sociale europea.

Un’interpretazione, quella data dal Comitato europeo, che ribalta quanto dichiarato dalla sentenza 170/2019 che ha riconosciuto la legittimità dell’accorpamento; allo stesso tempo è importante anche sottolineare come questo abbia giudicato insufficienti - ai fini della garanzia dei diritti sociali minimi - le libertà sindacali previste dall’ordinamento militare (e descritte dalla sentenza della Corte Costituzionale n° 120/2018).

È bene specificare comunque che in merito ad un possibile ritorno alle origini non dovrebbero esserci sviluppi, neppure dopo la sentenza del Comitato europeo; anche perché in questi mesi il problema si è dimostrato più politico che giuridico. Difficilmente, infatti, questo o un altro Governo - pur riconoscendo l’errore fatto con l’accorpamento - si farà carico dei costi necessari per ridare un’anima al Corpo Forestale dello Stato.

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