Coronavirus: un’arma batteriologica degli Stati Uniti contro la Cina?

Flavia Provenzani

17/02/2020

17/02/2020 - 13:38

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Si moltiplicano le teorie del complotto sul tema coronavirus. Secondo i russi è un’arma degli Stati Uniti contro la Cina per frenare la sua crescita economica.

Coronavirus: un’arma batteriologica degli Stati Uniti contro la Cina?

Il coronavirus continua a dilagare per il mondo e così fan anche varie teorie complottistiche. Secondo alcuni, Russia in primis, il virus sarebbe un’arma batteriologica messa in campo dagli Stati Uniti ai danni della Cina. Una dinamica che si ripete, una trama in perfetto stile Guerra Fredda - storica è la convinzione del KGB secondo cui il virus dell’HIV sarebbe un’arma batteriologica statunitense.

Ma la Russia non è la sola a diffondere certe teorie cospirative sul coronavirus. «All’OMS non stiamo solo combattendo il virus, stiamo anche combattendo i troll e le teorie della cospirazione che compromettono la nostra risposta», ha dichiarato il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Coronavirus: un’arma batteriologica degli Stati Uniti, la Russia ne è convinta

Le teorie del complotto stanno prendendo piede nelle vetrine di programmi sulla TV russa molto seguiti, piuttosto che rimanere limitate in qualche blog di amanti della cospirazione. Verso la fine di gennaio, il capo del Partito Liberal-Democratico di Russia, di estrema destra, ha dichiarato a una stazione radio di Mosca di ritenere che il coronavirus è un’arma biologica americana o un grande complotto delle compagnie farmaceutiche per arricchirsi.

L’impegno russo nello screditare i Paesi occidentali è nato ben prima dello scoppio del coronavirus. La natura del linguaggio comunicativo è tipico del copione a tema disinformazione da parte del Cremlino.

La notizia generale veicolata sui media russi, dai piccoli siti web ai programmi TV in prima serata, identifica il coronavirus come un prodotto dei laboratori statunitensi, creato per contrastare lo sviluppo economico della Cina. Negli ultimi 10 anni il governo cinese ha acquistato e conquistato silenziosamente svariate zone strategiche dell’Africa, e qualcuno alla fine se ne sarebbe accorto.

In alcuni articoli si legge che Bill Gates o la nemesi del Cremlino George Soros potrebbero aver dato una mano alla diffusione del nuovo virus. Fino ad arrivare a racconti ben più bizzarri: un conduttore sul Canale 1 della Russia, canale finanziato dallo Stato, ha suggerito che il nome «coronavirus» è un riferimento velato alle sue origini americane, perché un tempo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump consegnava le corone alle vincitrici dei concorsi di bellezza, e corona significa proprio “corona” in latino, lingua utilizzata diffusamente nelle denominazioni in campo scientifico. I coronavirus sono, in realtà, un gruppo di virus il cui nome nasce dalla loro forma.

Vi sono varie teorie, poi, su chi avrebbe previsto lo scoppio dell’epidemia di coronavirus: alcuni sostengono sia stato Nostradamus, altri il mistico bulgaro non vedente Baba Vanga, altri ancora sono convinti che Stephen Hawking sapesse già tutto da tempi non sospetti.

La potenza delle campagne d’informazione della Russia

La retorica russa si adatta a un modello ormai consolidato: non cerca di convincere il pubblico di un’unica verità alternativa poiché richiederebbe molto impegno, attenta pianificazione e raffinatissima persuasione.

La propaganda russa dei giorni nostri punta invece ad flusso costante di teorie complottistiche, a volte contraddittorie tra loro, intese a confondere gli spettatori, facendogli mettere in discussione l’idea stessa di una verità oggettiva.

Detto questo, nessuno ha delle prove inconfutabili che tutto ciò sia vero come nessuno le ha per dimostrare che tutto sia falso: alcuni aspetti delle teorie russe possono apparire più che bizzarri, ma potrebbe esserci una verità di fondo esattamente come potrebbe non esserci. Ed è più che comprensibile che la rapida crescita economica cinese, unita all’avvento del 5G sviluppato e finanziato dalla Cina stessa che alcuni ritengono essere un’operazione finalizzata all’acquisizione di miliardi di dati sensibili in giro per il mondo, possa aver disturbato qualcuno di molto potente.

La verità è che la verità, noi comuni cittadini mortali, non la sapremo mai.

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