Coronavirus, pericolo asintomatici: sono responsabili della metà delle infezioni

Martino Grassi

09/07/2020

26/08/2021 - 15:11

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La nuova minaccia del coronavirus potrebbe essere rappresentata dagli asintomatici che sarebbero responsabili della metà delle infezioni, secondo uno studio condotto dall’Università di Yale negli Stati Uniti.

Coronavirus, pericolo asintomatici: sono responsabili della metà delle infezioni

Gli asintomatici rappresentano il nuovo pericolo del coronavirus. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PNAS condotto dall’Università di Yale, negli Stati uniti, il 50% delle infezioni sarebbe causato dai pazienti asintomatici o pre-sintomatici, ossia che hanno contratto il virus ma ancora non ne hanno sperimentato i sintomi.

Sebbene la situazione in Italia sembra stia migliorando di giorni in giorno non è ancora possibile abbassare la guardia, dal momento che la pandemia ha fatto registrate numeri record in tutto il mondo, con oltre 12 milioni di persone infettate e quasi 550.000 decessi. In alcuni Stati infatti la situazione è fuori controllo e anche in Italia il rischio seconda ondata non è da sottovalutare.

Allarme asintomatici, causano metà delle infezioni

I numeri ufficiali riportati si ritiene che siano altamente sottostimati rispetto a quelli reali, addirittura si stima che il numero delle persone infette sia di 10 volte superiore a quello reso pubblico. La sottostima di questa cifra deriva dal fatto che i test e i tamponi rinofaringei vengono effettuati solamente sulle persone che manifestano una sintomatologia più o meno grave, lasciando esclusi tutti i soggetti asintomatici o paucisintomatici, ossia con sintomi lievissimi quasi del tutto trascurabili. Proprio per questo motivo potrebbero essere i responsabili di una nuova impennata delle infezioni.

La stima di queste cifre arriva direttamente da una ricerca internazionale svolta da Yale in collaborazione con l’Agent-Based Modelling Laboratory dell’Università York di Toronto in Canada e dell’Istituto dei Patogeni Emergenti dell’Università della Florida. Lo studio è stato condotto elaborando un modello matematico che permette di comprendere l’andamento della malattia e predire una possibile risalita del numero delle infezioni.

Isolare gli asintomatici per impedire una seconda ondata

Anche se la seconda ondata è data per certa da numerosi studiosi e dall’OMS, secondo i calcoli effettuati dal team di ricerca di Yale esisterebbe un modo per evitare che i contagi tornino a salire. Per scongiurare la possibilità di una seconda ondata bisognerebbe identificare e isolare almeno un terzo degli asintomatici, definiti dagli scienziati come “casi silenti”; questo garantirebbe di tenere sotto controllo l’andamento del numero delle infezioni.

“I nostri risultati indicano che l’isolamento dei pazienti con sintomi deve essere integrato con una rapida tracciabilità dei contatti e da test che identificano i casi asintomatici e presintomatici, al fine di allentare in sicurezza le attuali restrizioni e ridurre al minimo il rischio di una ripresa dei contagi”.

Lo ha affermato la professoressa Galvani, responsabile dello studio, ribadendo l’importanza di effettuare tamponi rinofaringei a campione in modo da poter rintracciare gli asintomatici. Questa operazioni tuttavia risulta essere difficoltosa, non solo in termini economici ma anche logistici.

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