Come il coronavirus si insinua nel cervello

Alessandro Gregori

28 Aprile 2021 - 13:56

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Sars-CoV-2 è in grado di infettare sia le cellule nervose che alimentano il nostro cervello, sia le cellule del cervello e del midollo spinale che li supportano e proteggono. E questo può causare sintomi come la perdita dell’olfatto, le psicosi o l’ictus

Come il coronavirus si insinua nel cervello

Il coronavirus e CoViD-19 sono in grado di scatenare una serie di sintomi neurologici perché Sars-CoV-2 ha la capacità di insinuarsi nel cervello. Colpendo i neuroni e gli astrociti. Questi sono i risultati di una ricerca condotta dalla Lousiana State University e presentata al meeting annuale Experimental Biology dell’American Physiological Society.

Come il coronavirus si insinua nel cervello

I ricercatori hanno provato che Sars-CoV-2 è in grado di infettare sia le cellule nervose che alimentano il nostro cervello (ovvero i neuroni), sia le cellule del cervello e del midollo spinale che li supportano e proteggono (gli astrociti). Ricardo Costa, uno degli autori dello studio, ha spiegato che sono proprio gli astrociti il veicolo attraverso il quale Covid-19 è in grado di provocare danni neurologici. E questo contribuisce a spiegare molti dei sintomi di cui soffrono i pazienti, tra cui la perdita dell’olfatto o del gusto, i disorientamenti e, più raramente, la psicosi e gli ictus.

Sars-CoV-2 ha la capacità di infettare le cellule di una persona legandosi alle proteine ​​sulla superficie cellulare chiamate recettori dell’enzima di conversione dell’angiotensina-2 (ACE2). Non è chiaro se le cellule cerebrali abbiano questo recettore. Costa e gli altri ricercatori hanno esaminato l’Rna e le proteine per cercare di capire se le colture cellulari di astrociti e neuroni umani esprimessero l’enzima ACE2. Poi hanno esposto quelle cellule al coronavirus. Gli studi hanno confermato che sia gli astrociti che i neuroni esprimono il recettore ACE2 e che entrambi i tipi di cellule possono essere infettati da SARS-CoV-2, sebbene gli astrociti abbiano meno probabilità di essere infettati.

La ricerca che svela il segreto degli astrociti e del coronavirus

Gli astrociti sono la principale porta di accesso al cervello e sono responsabili del trasferimento dei nutrienti dal flusso sanguigno ai neuroni. Hanno anche la funzione di mantenere le particelle nocive fuori. Se riescono a resistere all’infezione, gli astrociti potrebbero aiutare a mantenere SARS-CoV-2 fuori dal cervello. Ma se invece vengono infettati, potrebbero facilmente trasmettere il virus ai neuroni, secondo i ricercatori.

«Mentre gli astrociti mostrano una maggiore resistenza alle infezioni, i neuroni sembrano essere più suscettibili», ha spiegato Costa. «Questo fa pensare che anche solo pochi astrociti infettati potrebbero essere sufficienti per diffondere rapidamente l’infezione ai neuroni e moltiplicarsi rapidamente. Queste osservazioni potrebbero spiegare perché mentre alcuni pazienti non hanno sintomi neurologici, altri sembrano averne di molto gravi».

Intanto la variante indiana del coronavirus di Covid-19 è stata sequenziata in almeno 17 Paesi in tutto il mondo, fra cui l’Italia, secondo quanto rivelato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo bollettino settimanale sulla pandemia. La mutazione del virus che sta flagellando con un impeto finora sconosciuto l’India, detta anche variante B.1.617, è stata rilevata in oltre 1.200 sequenziamenti caricati sulla banca dati internazionale Gisaid, ricorda l’Oms. I Paesi dove è stata rilevata con più frequenza sono India, Stati Uniti, Regno Unito e Singapore. ma anche Belgio, Svizzera, Grecia e Italia.

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