Quali sono le spese e i comportamenti che portano ad accertamenti fiscali? Come evitare i controlli del Fisco?
Quali sono i comportamenti che fanno scattare i controlli fiscali, o che possono mettere più a rischio? Nella lotta all’evasione fiscale i controlli del Fisco sui conti e gli averi degli italiani sono frequenti, ma c’è un modo per evitare di finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate?
Non tutte le spese, o comportamenti, allertano il Fisco italiano, che presta maggiore attenzione solo ad alcune situazioni, che possono far scattare eventuali campanelli di allarme. Gli accertamenti d’ufficio e i controlli fiscali non solo sono spesso in atto, ma sono tendenzialmente in continuo aumento.
Lo scopo di queste operazioni è quello di scovare eventuali «furbetti» che evadono le tasse, in parte o del tutto, o che falsificano quanto attestato dalle dichiarazioni. Stando all’ultimo rapporto annuale del ministero dell’Economia e delle Finanze sull’argomento, infatti, in Italia vengono evasi più di 80 miliardi all’anno. Arginare questo problema è quindi una delle priorità del Fisco, ma può essere un inconveniente anche per chi le tasse le paga.
Tuttavia trovarsi ad avere a che fare con questi controlli non è mai un’esperienza desiderabile, anche per chi non ha problemi. Quali sono quindi i criteri utilizzati dal Fisco per scegliere chi controllare? Quali sono i comportamenti a rischio?
I soggetti a rischio controlli del Fisco
I soggetti più esposti ai controlli a tappeto a opera del Fisco sono i professionisti, attraverso verifiche sui conti correnti incrociate con banche dati specifiche e strumenti come il redditometro e il risparmiometro.
Nella sostanza, l’Agenzia delle Entrate parte dall’analisi delle dichiarazioni degli anni passati e le confronta con i dati emersi dallo spesometro e con altri dettagli provenienti dalle fatture emesse dal professionista, con un occhio particolarmente attento alle fatture elettroniche.
Chiaramente, questo non significa che gli altri cittadini non sia soggetti a controlli fiscali.
L’Agenzia delle Entrate sta sviluppando un metodo preciso che possa aiutarla a compiere i controlli. Tra questi spicca un’attenzione particolare a eventuali scostamenti tra i ricavi e le relative prestazioni e ai movimenti sul conto corrente.
Di base, ogni scostamento tra il dichiarato e la propria capacità di spesa può far scattare una procedura di accertamento del Fisco che, qualora confermasse anomalie legate all’evasione fiscale, fa incorrere in multe e sanzioni.
Cosa controlla il Fisco
Il ragionamento alla base è semplice. Tutto ruota attorno alle reali possibilità economiche dei contribuenti e le loro spese, che possono risultare agli occhi dell’Agenzia delle Entrate eccessivamente alte oppure eccessivamente basse, facondo così scattare un campanello d’allarme.
Il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 16 settembre 2015 (“Accertamento sintetico del reddito complessivo delle persone fisiche”) fa riferimento a tutte le spese avvenute per beni e servizi che fanno scattare controlli fiscali nel caso in cui il loro valore superi il reddito disponibile del contribuente.
Le spese controllate dal Fisco
Tra queste, ecco le spese che più fanno scattare i controlli del Fisco se ritenute eccessivamente alte:
- affitto o leasing immobiliare
- manutenzione della casa
- spese per le utenze
- spese per collaboratori domestici
- spese visite mediche
- spese farmaci
- spese assicurazione auto
- spese auto di lusso
- spese per smartphone
- spese per palestre e centri benessere
- spese per pay tv e altri abbonamenti
- spese per viaggi e alberghi
- spese per pasti al ristorante
Inoltre, l’acquisto di una casa fa sempre scattare il redditometro. E dalla Cassazione arriva l’ok al controllo dell’Agenzia delle Entrate sugli acquisti di auto d’epoca e su premi eccessivi legati alle assicurazioni sulla vita.
Il Fisco ha inoltre la facoltà di sapere quante volte si passa attraverso i caselli autostradali. Infine, una rata mutuo per la prima casa troppo elevata può giustificare una procedura di accertamento fiscale.
Conti corrente e PayPal
Non sono solo le spese a interessare l’Agenzia delle Entrate. Infatti, se in passato era più facile tenere nascosto del denaro su conti correnti esteri, ora attraverso accordi internazionali il Fisco italiano può entrare in possesso di una serie di dati senza troppe difficoltà, nella maggior parte dei casi.
In particolare, è ancora da definirsi la questione riguardante PayPal: secondo alcune scuole di pensiero è solo un mezzo di pagamento, secondo altri è un conto corrente estero e deve essere dichiarato.
Malgrado l’ambiguità della situazione, non è necessario troppo tempo all’AdE per controllare i risparmi e gli spostamenti che avvengono su un conto PayPal di una persona. Quindi, anche se non lo si inserisce all’interno della dichiarazione dei redditi, è fondamentale che i soldi utilizzati sul conto provengano da fonti dichiarate, e siano quindi giustificati. In caso contrario è molto facile che il Fisco decida di voler controllare la situazione modo più approfondito.
Come evitare i controlli del Fisco
Ecco, riassumendo, i fattori monitorati dal Fisco da conoscere per evitare, speriamo con fini esclusivamente onesti, i controlli fiscali e una procedura di accertamento:
- evitare che non ci siano differenze sostanziali tra i ricavi dichiarati e le prestazioni lavorative compiute (nel caso dei professionisti);
- evitare che le entrate che arrivano sul conto corrente non superino in maniera eccessiva le entrate;
- evitare di effettuare pochi prelievi, poiché in questo modo si presume che il soggetto possa avere dei guadagni in nero non dichiarati a cui fare affidamento per le proprie spese invece di utilizzare i soldi presenti sul proprio conto corrente;
- se professionisti, il valore e l’eventuale costo dell’affitto del proprio studio e la spesa per dipendenti e collaboratori non deve risultare eccessivo rispetto ai guadagni dichiarati;
- se professionisti, controllare che i servizi pubblicizzati su Internet siano fedeli a quanto si dichiara.
L’invito finale non può non essere quello di essere e confermarsi cittadini onesti che regolarmente pagano le tasse, senza aver bisogno di chiedersi come evitare i controlli fiscali.
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