Il pattern expansion pivot è stato ideato da Jeff Cooper per individuare quelle esplosioni di volatilità più significative sui mercati, ovvero quando c’è la possibilità di assistere a un forte movimento direzionale grazie ai forti acquisti effettuati dai grandi investitori istituzionali. Per ottenere un setup concettualmente valido, che potesse quindi rispondere a precise dinamiche intrinseche dei mercati, Cooper ha utilizzato una candela ad ampio range e la media mobile a 50 giorni (personalmente preferisco quella esponenziale alla media semplice).
Per capire quanto questi pattern di Cooper basati sui breakout della volatilità siano validi andiamo a studiare un esempio grafico sul tasso di cambio AUD/NZD, ovvero il dollaro australiano sul dollaro neozelandese. Sebbene il primo segnale short sul daily chart venga fornito da un bearish engulfing, qualche giorno dopo scatta un nuovo forte segnale short a seguito della comparsa dell’expansion pivot. La successiva rottura di un supporto-chiave, posto a 1,13, consentirà ai prezzi di generare un forte sell-off con approdo verso 1,09 nelle settimane seguenti.
A cura del dott. Nicola D’Antuono – forex strategist e formatore
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