La decisione di tassare tutti i depositi bancari ciprioti ha attirato l’attenzione di massa ed è giusto così. Si tratta di un errore enorme:
Nel caso improbabile che tutto andrà bene, il governo riceverà un po’ di soldi - ma non abbastanza per coprire il prestito generosamente offerto dai suoi partner europei - e il sistema bancario cipriota sarà storia.
L’alternativa è una massiccia crisi bancaria in molti paesi della zona euro - un durissimo colpo per l’euro, forse anche fatale.
Non è un provvedimento di emergenza
I politici hanno discusso del piano di salvataggio di Cipro per quasi un anno, quindi non può essere classificato come un’"azione di emergenza". Si sono impegnati in un vivace dibattito sulla possibilità che Cipro fosse "sistemica" o meno, la cui risposta non può che essere "dipende". Essa non dipende dalle dimensioni delle banche cipriote, ma dal modo in cui agisce la zona euro. Essi hanno anche discusso dei depositi russi che apparentemente rappresentano una parte considerevole delle passività bancarie. Hanno inoltre discusso delle dimensioni di un possibile prestito al governo cipriota. Il governo stesso ha chiesto qualcosa pari al 100% del suo PIL, perché no? Dopo tutto, questo è pari allo 0,2% del PIL dell’Eurozona.
Aiuto dell’Eurozona: Soffocante solidarietà
Da ciò che è noto:
- Cipro riceverà un prestito di circa la metà delle dimensioni richieste sotto le abituali condizioni di austerità.
- Il debito pubblico lordo di Cipro salirà dall’attuale livello di circa il 90% del PIL a circa il 140%, un livello che è insostenibile e che alla fine richiederà una profonda ristrutturazione.
Questa traiettoria del debito è una previsione, naturalmente, ma è anche in linea con l’esperienza.
Gli effetti di questo programma di austerità della zona euro sono ormai ben noti. Cipro si aggiunge ad un elenco di paesi che beneficiano della soffocante solidarietà dell’Eurozona.
- Il programma imporrà una dura austerità;
- Il suo rapporto debito pubblico/Pil crescerà perché i deficit non andranno via e perché il PIL diminuirà.
- Ci sarà bisogno di nuovi prestiti, perchè le previsioni economiche torneranno ad essere ancora una volta deludenti.
- La disoccupazione salirà alle stelle, diffondendo intensa sofferenza economica e sociale.
Chi lo sa, partiti populisti potrebbero essere in aumento, aggiungendo problemi politici al dramma economico.
La confisca del deposito bancario
La novità è che i depositi bancari verranno ’tassati’. Il termine corretto è ’confiscati’. Come in tutta l’UE, i depositi bancari a Cipro sono garantiti fino a €100.000. I depositanti hanno organizzato la loro ricchezza di conseguenza, solo per sentirsi dire che la garanzia è stata modificata a posteriori.
Tassare gli stock è un ottimo modo pèr raccogliere denaro, ma ha profondi effetti di incentivazione in quanto distrugge i diritti di proprietà. Ciò che è in gioco è la credibilità del sistema di garanzia di deposito bancario in tutta Europa.
Il sistema è stato agitato nel 2008, ma nella direzione opposta. Seguita da tutti gli altri paesi, l’Irlanda ha offerto la garanzia completa di un tentativo riuscito di arginare un’imminente corsa agli sportelli. Il costo per il governo era tale che ha innescato una corsa al debito pubblico che ha portato al piano di salvataggio secondo solo a quello quello ’unico ed eccezionale’ della Grecia.
Questa mossa è stata riconosciuta come un errore, il che può spiegare come Cipro è trattata in questo momento.
Il corralito dell’Eurozona
La decisione di tassare i depositi è stata preceduta da un congelamento dei depositi bancari. Questo ricorda il corralito argentino del 2001, che ha portato alla delocalizzazione economica, enormi sofferenze e rabbia tale da far crollare due governi. Speriamo che il corralito cipriota non durerà troppo a lungo.
La domanda è: come reagiranno i depositi bancari a Cipro e altrove? La risposta breve è che non lo sappiamo, ma siamo in grado di costruire degli scenari:
- Lo scenario favorevole è che i depositanti nelle banche cipriote accetteranno la tassa e terranno il loro denaro rimanente lì dov’è. I depositanti di altri paesi in difficoltà accetteranno che Cipro è speciale e rimarranno indifferenti.
- Uno scenario meno favorevole è che i depositanti nelle banche cipriote inizieranno a temere un altro giro di prelievi "ottimali". Questo è ciò che la teoria predice. Dopo tutto, se i politici lo hanno trovato ottimale una volta, perché non due volte, o più?
Nello scenario meno favorevole:
- Avremo una vera e propria corsa agli sportelli, non appena si solleverà il corralito. Poiché gli asset bancari ammontano a circa il 900% del PIL, non c’è speranza di un piano di salvataggio da parte del governo cipriota.
- Ogni nuovo prestito europeo si tradurrebbe immediatamente in una corsa al debito pubblico.
Il ruolo della BCE
A questo punto, entra in gioco la Bce. Essendo l’unico prestatore di ultima istanza, la BCE dovrà decidere cosa fare.
- In linea di principio, potrebbe stabilizzare la situazione al costo minore possibile, in quanto il totale delle attività delle banche cipriote rappresenta meno dello 0,2% del PIL dell’Eurozona, pari allo 0,5% del bilancio della banca centrale.
- Ma ciò comporterebbe il rischio di poter subire perdite.
Questo non è improbabile in quanto la BCE non controlla la risoluzione del settore bancario di Cipro.
Ricordate che la versione attuale dell’unione bancaria lascia esplicitamente la risoluzione a livello nazionale. A Cipro, come quasi dappertutto, le autorità nazionali sono profondamente in conflitto quando si tratta dei loro sistemi bancari.
Una corretta risoluzione sotto il controllo europeo sarebbe potuta essere inclusa nelle condizioni per il prestito appena approvato. Ma questo non sembra essere il caso. L’omissione molto probabilmente riflette la convinzione dei politici che la crisi di Cipro è stata risolta con successo. Il problema è che questa è una falsa credenza.
Tutti i presupposti per un disastro totale
Lo scenario davvero preoccupante arriverà se il piano di salvataggio cipriota diventerà euro-sistemico, nel qual caso il collasso dell’economia cipriota sarà solo un evento secondario. Questo accadrà quando e se i depositanti in paesi in difficoltà, per esempio Italia o in Spagna, prenderanno nota di come sono stati trattati i "compagni" depositanti di Cipro.
Tutti gli ingredienti di una crisi auto-imposta sono ormai in atto:
- Sarà individualmente razionale ritirare i depositi dalle banche locali per ridurre la remota probabilità di una tassa di confisca.
- Mentre i depositanti imparano che cosa fanno gli altri e procedono a prelevare fondi, si verificherà una corsa agli sportelli.
- Il sistema bancario crollerà, richiedendo un programma stile-Cipro, che tasserà tutto ciò che viene lasciato nei depositi, giustificando così i ritiri.
Ciò probabilmente sancirà la fine dell’euro.
Conclusioni
Le probabilità di questi tre scenari - benigno, meno benigno e disastro totale - sono difficili da valutare.
- Ciò che è chiaro è che il piano di salvataggio di Cipro ha creato una situazione nuova, più pericolosa che mai.
- Ancora una volta, un’azione politica profondamente pericolosa viene decisa apparentemente senza alcuna consapevolezza delle sue conseguenze non intenzionali.
Questa è anche un’altra violazione dei solidi strumenti esistenti. Abbiamo una clausola no-bailout nel trattato di Maastricht - una clausola che era essenziale per la stabilità della zona euro. Metterla da parte nel caso della Grecia è stata la cuasa dei problemi di oggi - il motivo per il diffondersi della crisi. Questa clausola di no-bailout è stata ancora una volta messa da parte sommariamente.
Stiamo assistendo ad un altro cambiamento radicale. Gli storici un giorno esploreranno gli oscuri motivi politici che si celano dietro questa mossa. Nel frattempo, possiamo solo sperare che il cattivo equilibrio che è stato appena creato non sarà scelto dagli angosciati depositanti.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Voxeu |
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