La Cina testerà migliaia di campioni di sangue di Wuhan per scoprire l’origine del virus

Martino Grassi

13 Ottobre 2021 - 12:40

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La Cina vuole analizzare circa 200.000 campioni di sangue prelevati nel 2019 dagli abitanti di Wuhan per cercare di comprende meglio le possibili origini del Covid.

La Cina testerà migliaia di campioni di sangue di Wuhan per scoprire l’origine del virus

La Cina ha annunciato di voler testare diverse migliaia di campioni, contenuti nella banca del sangue di Wuhan, per cercare di fare chiarezza sulla possibile origine del virus.

Si tratta di un archivio contenente un massimo di 200.000 campioni, compresi quelli prelevati nel corso degli ultimi mesi del 2019. La decisione è stata presa dopo le crescenti pressioni volte a una maggiore trasparenza da parte del Dragone sulla possibile origine del virus che ha messo in ginocchio il mondo intero.

La Cina vuole testare i campioni di sangue di Wuhan

Nel corso dei mesi si sono rincorse le possibili ipotesi sull’origine del Covid, ma ancora non si è stati in grado di scoprire quando e dove il virus è riuscito a infettare l’uomo per la prima volta. Per cercare di risolvere ogni dubbio la Cina ha detto di essere intenzionata a dare il via alle analisi dei campioni di sangue contenuti nel Wuhan Blood Center, ossia la città dove si presume che il virus abbia iniziato a diffondersi. I funzionari della Cina hanno fatto sapere che i campioni di sangue sono stati conservati per due anni come eventuale prova per delle possibili azioni legali relative alle donazioni e tra poche settimane scadrà il periodo di attesa dei campioni raccolti durante i mesi di ottobre e novembre 2019, ossia di quando si pensa che il virus possa aver iniziato a infettare gli esseri umani.

Maureen Miller, professore associato di epidemiologia alla Columbia University, ha precisato che “nessuno crederà ai risultati riportati dalla Cina a meno che non ci siano almeno osservatori qualificati. La risposta dalla Cina non ha tardato ad arrivare e il capo del team cinese che lavora all’indagine dell’OMS, Liang Wannian, ha fatto sapere che i test saranno condotti dagli esperti cinesi e una volta che “avranno i risultati, li consegneranno sia all’esperto cinese che a quello straniero.

L’intento è quello di verificare l’eventuale presenza dei primi anticorpi prodotti contro la malattia, che potrebbero essere contenuti all’interno dei campioni se conservati correttamente, come precisato dal dottor William Schaffner, della divisione malattie infettive del Dipartimento di Medicina della Vanderbilt University. Secondo l’esperto i campioni hanno rappresentato un’affascinante opportunità. Vorresti tornare indietro per scoprire esattamente durante quali mesi questo virus ha iniziato a lasciare impronte digitali nella popolazione umana in Cina”.

Per William Schaffner i campioni dovrebbero essere analizzati in una destinazione neutrale, come ad esempio Ginevra, in moda da consentire agli esperti dell’OMS di prendere parte ai test. Lo scienziato ha inoltre aggiunto che i campioni potrebbero presentare due problemi, il primo relativo all’integrità dei campioni di sangue” e il secondo relativo al fatto che siano veramente stati prelevati nel 2019 e che “non siano stati creati di recente.

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