La Cina fa incetta d’oro, approfittando delle valutazioni attuali a buon mercato. Le riserve auree di Pechino dovrebbero aver già superato quelle della Germania
L’appetito di lingotti d’oro per i cinesi non si placa. Nel giro di un anno il gigante asiatico ha accumulato più di 1.600 tonnellate, portando le proprie riserve auree sul secondo gradino del podio a livello globale dietro gli Stati Uniti. Tuttavia i dati diffusi dalle autorità monetarie cinesi restano piuttosto opachi, per cui ben presto potrebbe esserci un clamoroso sorpasso.
Il boom di acquisti cinesi di lingotti deriva dalla necessità di garantirsi una protezione sufficiente a lanciare con tranquillità lo yuan sui mercati internazionali, in vista della libera fluttuazione che dovrebbe avvenire tra qualche anno. L’obiettivo di Pechino è quello di affiancarsi al dollaro americano come valuta di riserva globale e di regolamento nelle transazioni internazionali.
Nel 2013 la domanda cinese di oro fisico è aumentata del 32%. La Cina ha anche effettuato uno storico sorpasso sull’India come maggiore importatore di oro al mondo. Lo scorso anno, considerando che Pechino non esporta il metallo prezioso e che ha anche prodotto 428 tonnellate d’oro, le riserve auree accumulate dai cinesi sono state 1.604 tonnellate.
Cina e India messe insieme hanno accumulato l’86% della produzione mondiale di oro. Il governo centrale di Pechino non aggiorna i dati sulle riserve auree dal 2009, per cui si stima che ora il totale delle riserve d’oro accumulate si aggiri intorno alle 3.514 tonnellate. Se questo dato venisse confermato, la Cina avrebbe già effettuato il sorpasso alla Germania e avvicinato gli USA, primi detentori di oro al mondo con 8.133,5 tonnellate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA