Chi finanzia l’industria delle armi?

Giorgia Bonamoneta

27 Marzo 2022 - 15:33

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La guerra è caos e distruzione, ma per alcuni attori finanziari è anche motivo di fatturati miliardi. Ecco chi finanzia l’industria delle armi e guadagna dalla guerra in Ucraina.

Chi finanzia l’industria delle armi?

Non sorprende sapere che dalla guerra in Ucraina c’è chi sta guadagnando e anche bene. Lo sanno i finanziatori dell’industria delle armi che, in gran segreto, stappano bottiglie di champagne di valore. Dietro ai grandi nomi delle industrie si trovano altrettanti grandi nomi della finanza come la statunitense State street global advisory o Vanguard.

L’industria delle armi, e più in generale della guerra, genera un fatturato più grande del patrimonio personale di Elon Musk. Non è una battuta: secondo l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (Sipri) si spendono complessivamente, in tutto il globo, 1.7 trilioni di dollari per farsi la guerra. Una cifra difficile da immaginare, ma le cui conseguenze sono piuttosto evidenti, così come è evidente che appena l’1,3% di questa cifra viene destinata agli aiuti umanitari, che spesso sono necessari per colpa proprio degli investimenti stessi della guerra.

Non si può ignorare la formula che genera tali fatturati: guerra causa altra guerra. Il mercato dell’industria delle armi e della tecnologia militare è destinato a crescere. La curva degli investimenti militari degli Stati è di fatto in continua salita: a partire dal 2000, in 22 anni, il budget militare di Paesi come Stati Uniti e Turchia è più che raddoppiato. A guadagnarci sono sempre gli stessi attori finanziari.

I magnati delle armi: chi investe e guadagna dall’industria militare

Dall’inizio della guerra in Ucraina, mentre il resto del mondo rimaneva con il fiato sospeso, i grandi gruppi finanziari e industriali di produzione delle armi stappavano una bottiglia di champagne. In meno di un mese leprincipali industrie di armi al mondo hanno guadagnato oltre il 30% del loro fatturato annuale in tempo di pace. Complici di questo incremento gli ordini dei Paesi che si stanno preparando alla difesa, come Germania, Norvegia, Italia e Danimarca - che hanno annunciato stanziamenti consistenti nel settore militare -, membri Nato o acquisti per l’Ucraina.

Le top 5 industrie di armi al mondo sono:

  • Lockheed Martin
  • Raytheon Technologies
  • Boeing
  • Northrop Grumman
  • General Dynamics

Dietro a questi nomi i grandi investitori come State street global advisory, che detiene il 14,5% delle partecipazioni in Lockheed Martin e il 10% circa in Raytheon Technologies e Northrop Grumann. Le aziende appena citate hanno visto un incremento della capitalizzazione complessiva pari a 35 miliardi di dollari, che si traduce in un valore per le partecipazioni di 3,7 miliardi in un mese.

Chi guadagna dalla guerra: i nomi degli investitori dietro l’industria delle armi

Tra i soci delle industrie delle armi si trova anche la società di asset Vanguard. Questa possiede il:

  • 7,2% di Northrop Grumann
  • 7,2% di Lockheed Martin
  • 7,5% di Raytehon
  • 2,8% di Rheinmetall
  • 1,3% di Thales
  • 1,9% di Leonardo
  • 0,7% di Hensoldt

Praticamente Vanguard ha un piede in ogni società di armi, in particolare in quelle statunitensi ed europee. Tra gli altri nomi noti della finanza si segnalano: Blackrock che in portafoglio tiene il 4,1% di Northrop Grummann , il 4,8% di Lockheed Martin, il 4,7% di Raytheon, il 3% di Leonardo e lo 0,2% della britannica Bae Systems; e Jp Morgan, con quote in Northrop Grumann (2,9%) e Raytheon (1,5%).

Anche la Norges bank è nell’elenco degli azionisti di industrie di armi, per esempio possiede il 2,5% di Rheinteall, l’1,2% di Thales lo 0,6% di Hensoldt e lo 0,6% di Leonardo.

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# Guerra

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