Chi è davvero Satoshi Nakamoto, il padre del Bitcoin? Continua la ricerca dell’identità del creatore della criptovaluta più diffusa al mondo. Pseudonimo di uno o più sviluppatori milionari?
Nessuno sa chi sia davvero, ma tutti sanno cosa ha fatto: Satoshi Nakamoto è l’inventore del Bitcoin e del suo protocollo.
Ha pubblicato un documento che spiegava il funzionamento della criptovaluta nel novembre 2008, ha lanciato la prima versione del software Bitcoin nel 2009 per poi scomparire dalla scena a fine 2010.
Nakamoto ha lavorato alla continua implementazione del Bitcoin attraverso un team di persone in open-source ma ha sempre avuto cura a non rivelare mai la sua vera identità.
Sebbene dal nome possa sembrare giapponese, è bene non giudicare mai dalle apparenze.
“Satoshi” significa “intelligente, saggio”. “Naka” può significare “interno, relazione”. “Moto” indica invece “origine”, o “creazione”.
Sono tutte caratteristiche che possono essere associate alla persona che ha fondato un movimento su un algoritmo alquanto sagace. Ma ogni parola può avere diversi significati e il mistero dell’identità di Satoshi Nakamoto sembra destinato a rimanere tale.
A Satoshi Nakamoto è attribuito anche il primo utilizzo del sistema blockchain.. All’interno del processo, Nakamoto è stato il primo a risolvere il problema della doppia spesa per la valuta digitale. All’interno del network del Bitcoin, Satoshi Nakamoto è stato attivo almeno fino a dicembre 2010.
Secondo gli ultimi dati del 2022, si pensa che Satoshi Nakamoto possieda tra i 750 mila e un milione di Bitcoin, per un valore stimato di circa 19,1 miliardi di dollari secondo la quotazione al 30 giugno 2022.
Satoshi Nakamoto, il padre dei Bitcoin
Nell’ottobre del 2008, in uno dei momenti più bui dei mercati azionari, Nakamoto ha pubblicato un articolo su The Cryptography Mailing list per il sito metzdowd.com dove descriveva per la prima volta una valuta digitale. Il sistema di pagamento elettronico peer-to-peer ideato ha preso subito il nome di Bitcoin.
Nel gennaio 2009, Nakamoto ha lanciato il primo software che ha dato inizio al network e ha creato le prime unità della criptovaluta Bitcoin. Satoshi Nakamoto ha lanciato la versione 0.1 del software Bitcoin su Sourceforge il 9 gennaio 2009.
Secondo lo stesso Nakamoto la scrittura del software ha avuto inizio nel 2007.
L’inventore di Bitcoin sapeva bene che per la modalità di funzionamento avrebbe dovuto essere in grado di supportare un ampio range di tipologie di transazioni. La soluzione implementata ha permesso ai codici specializzati e ai campi dati di utilizzare uno script predicativo fin dall’inizio.
Nakamoto ha creato un sito web con dominio bitcoin.org e ha continuato a collaborare con altri sviluppatori sul software Bitcoin fino alla metà del 2010. Da quel momento in poi ha ceduto il controllo del codice sorgente e delle chiavi del network a Gavin Andresen, e ha trasferito diversi domini correlati a favore di vari membri importanti della community del Bitcoin. In poche parole, ha dato fine al suo coinvolgimento nel progetto. Fino a poco prima del suo passaggio di consegne, Nakamoto ha compiuto tutte le modifiche al codice sorgente da solo.
Chi è davvero Nakamoto?
Le voci nel settore delle criptovalute affermano che Nakamoto è un uomo e che vive in Giappone, nato il 5 aprile del 1975.
Tuttavia, la ricerca della vera identità di Nakamoto si è concentrata principalmente su un certo numero di esperti di crittografia e di informatica non di origine giapponese, ma statunitense o europea.
Nakamoto è sempre stato attento a divulgare ogni informazione personale nel corso del tempo. Solo nel 2012, sul suo profilo della P2P Foundation ha dichiarato di essere un maschio di 37 anni che viveva in Giappone, ma alcuni ipotizzano non sia davvero giapponese per il suo uso perfetto dell’inglese.
L’ortografia e la terminologia britannica utilizzata occasionalmente all’interno dei commenti nel codice sorgente e i messaggi pubblicati sul forum hanno alimentato l’idea che Nakamoto sia originario della zona del Commonwealth.
Stefan Thomas, un programmatore svizzero e membro attivo della comunità del Bitcoin, ha analizzato gli orari di pubblicazione di ogni post del forum del network firmato Nakamoto (più di 500). Il grafico che ne deriva mette in risalto la quasi totale assenza di post tra le ore 5 e le ore 11 della mattina (orario di Greenwich).
Poiché questo modello è valido anche per il sabato e la domenica, suggerisce che Nakamoto dormisse in quella fascia oraria. Se Nakamoto è un singolo individuo con abitudini di sonno convenzionali, si può dedurre che risieda in un’area con un fuso orario UTC-05: 00 o UTC-06: 00, il che include parte degli Stati Uniti e del Nord America, alcune parti dell’America centrale, dei Caraibi e del Sud America.
Possibili identità
Joshua Davis del New Yorker crede che Satoshi Nakamoto sia Michael Clear, uno studente di crittografia laureato presso il Trinity College di Dublino.
È arrivato a questa conclusione analizzando 80.000 parole degli scritti di Nakamoto e disponibili online, alla ricerca di indizi linguistici. Ma sospetta anche del sociologo finlandese specializzato in economia e ex sviluppatore di videogame Vili Lehdonvirta.
Entrambi hanno negato di essere l’inventore del Bitcoin.
Adam Penenberg della FastCompany contesta il precedente studio, sostenendo invece dietro al nome Nakamoto si nascondano in realtà tre persone che hanno lavorato in team: Neal King, Vladimir Oksman e Charles Bry. Lo ha capito cercando delle frasi del primo documento esplicativo sul Bitcoin, redatto da Nakamoto, su Google, per vedere se fossero state utilizzate altrove.
Una di queste frasi, «computationally impractical to reverse», è stata utilizzata all’interno di una domanda di brevetto inoltrata da questi tre personaggi con l’obiettivo aggiornare e distribuire delle chiavi di crittografiche.
Il nome di dominio bitcoin.org utilizzato originariamente da Satoshi per pubblicare il suo primo documento è stato registrato tre giorni dopo la presentazione della domanda di brevetto in Finlandia, dove uno degli autori del brevetto era stato sei mesi prima che il dominio fosse registrato. Tutti negano. Michael Clear ha negato pubblicamente di essere Satoshi in occasione del Web Summit del 2013.
In ogni caso, quando il dominio bitcoin.org è stato registrato il 18 agosto 2008, il dichiarante ha utilizzato un servizio di registrazione anonimo giapponese utilizzando un ISP giapponese. La registrazione del sito è stata trasferita in Finlandia solo il 18 maggio 2011, il che indebolisce la validità della teoria precedente.
Altri pensano che sia Martii Malmi, uno sviluppatore che vive in Finlandia coinvolto nel network del Bitcoin sin dall’inizio e che ha sviluppato l’interfaccia utente.
Il dito è stato puntato anche su Jed McCaleb, amante della cultura giapponese e residente in Giappone, che ha creato il noto exchange di Mt. Gox e co-fondato altre criptovalute decentralizzate come Ripple e Stellar.
Docuserie su Satoshi Nakamoto
Negli ultimi anni il mistero sulla vera identità di Satoshi Nakamoto non si è affatto dissolto. Tuttavia, i produttori di Arte.Tv hanno raccolto in una docuserie di sei puntate tutti gli elementi e le prove esistenti, stingendo il cerchio attorno a tre nomi che potrebbero nascondersi dietro lo pseudonimo Nakamoto. Secondo gli autori, chiunque sia Satoshi doveva far parte dei Cypherpunk, un gruppo di attivisti dell’area di San Francisco, che dal 1993 ha iniziato a promuovere la crittografia per garantire la privacy.
«Non possiamo aspettarci che governi, aziende o qualsiasi altra gigantesca entità senza volto ci concedano gentilmente i mezzi per preservare la nostra privacy. I Cypherpunks scrivono codici. Qualcuno deve sviluppare il software per proteggere la privacy e ce ne occuperemo noi».
Per decenni il gruppo, tra i cui esponenti spiccano Nick Szabo, Hal Finney, Adam Back e Wei Dai, lavora al progetto blockchain e alla creazione valute peer-to-peer, approfittando della sfiducia verso il sistema finanziario tradizionale dopo la crisi dei mutui subprime e il fallimento di Lehman Brothers.
Secondo alcuni dietro a Satoshi potrebbe esserci proprio Hal Finney, crittografo scomparso prematuramente nel 2014. Molti gli indizi ad avvalorare la tesi: è sua la prima transazione Bitcoin di sempre e la sparizione di Nakamoto nel 2010 coincide con il ritiro di Finney a causa della malattia. Tra gli altri sospettati c’è Nick Szabo: fu lui a inventare il Bit Gold, la criptovaluta che ha poi ispirato il Bitcoin (sebbene nel white paper non ve ne sia traccia). Un altro indizio che fa puntare il dito su Szabo è la similarità del suo stile di scrittura con quello degli scritti di Nakamoto, in primis la presenza di due spazi all’inizio di ogni frase.
Nel 2016 è il turno dell’imprenditore informatico Craig Steven Wright che ha tentato di convincere i media di essere lui il creatore dei Bitcoin. Per dimostrarlo, Wright ha firmato un messaggio con la chiave di crittografia privata associata alla prima transazione in Bitcoin. Questa prova gli è valsa l’assegnazione di 1,1 milioni dei primi Bitcoin a conclusione di un processo che lo vedeva coinvolto nell’eredità di un suo ex-collaboratore, David Kleiman, con cui avrebbe creato Bitcoin. Ma non è stata considerata una prova sufficiente per dimostrare che Nakamoto fosse davvero lui.
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