Centrale nucleare di Krško: dove si trova e perché secondo molti esperti è pericolosa

Marta Zanierato

10 Aprile 2022 - 21:13

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La centrale nucleare di Krško è ormai vecchia e desueta, in più rimane attiva in una zona sismica molto pericolosa. Allora perché per lei è previsto un piano di prolungamento di attività?

Centrale nucleare di Krško: dove si trova e perché secondo molti esperti è pericolosa

Sta per compiere 40 anni la centrale nucleare di Krško, in Slovenia.

Costruita nel 1983, la centrale nucleare si trova a poco più di 100 chilometri dal confine italiano e in questi giorni è motivo di discussione per i governi dei Paesi che confinano con il suolo sloveno, Italia compresa. La centrale nucleare di Krško, infatti, è stata costruita in una zona sismica non adatta e molto pericolosa e, considerando che ormai la struttura della centrale è piuttosto datata, ci si chiede come mai anziché porre fine alla sua attività sia previsto un progetto di prolungamento di attività per altri 20 anni, fino al 2043.
 
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha sottolineato che:

"Stiamo parlando di una tecnologia insicura dove il rischio di un incidente è sempre dietro l’angolo, soprattutto in un’area sismica con sistemi di sicurezza inadeguati rispetto alla potenza dei terremoti prevedibili in quell’area. Per questo è importante che anche l’Italia prenda al più presto una posizione ferma e decisa sul caso Krško.”

Che cos’è la centrale nucleare di Krško e dove si trova?

La centrale nucleare di Krško si trova in suolo sloveno a circa 130 chilometri da Trieste e la sua particolarità è che è l’unica centrale nucleare in Europa a essere stata costruita in una zona a rischio sismico medio-alto.
 
La struttura, il cui reattore ha una potenza di 696 MW, è stata progettata negli anni ‘70 e, messa poi in funzione nel 1983, avrebbe dovuto essere spenta dopo 40 anni di attività, nel 2023. Il governo sloveno, però, negli scorsi mesi, ha deciso di prolungarne la vita di altri vent’anni fino al 2043.  
 
Non solo. Il 19 luglio dello scorso anno il ministero delle Infrastrutture ha rilasciato un permesso che prevede il raddoppio della centrale. Il Paese, nella sua strategia nazionale per il clima, punta sul nucleare come fonte energetica a lungo termine.

Perché la centrale nucleare di Krško è pericolosa soprattutto per l’Italia?

Si tratta di un passo in più verso un ampliamento che era nell’aria già da tempo.

Tuttavia, questo progetto di estensione della vita dell’impianto è stato sottoposto a una valutazione d’impatto ambientale transfrontaliera e sono stati chiamati a esprimersi i Paesi confinanti:

  • Italia;
  • Austria;
  • Croazia;
  • Ungheria.

La prima a rispondere con un secco “no” al progetto è stata l’Austria.

Infatti, la centrale nucleare di Krško è stata costruita in prossimità di tre faglie attive e il contenitore del reattore è stato progettato per resistere a scosse con una PGA (massima accelerazione al suolo) di 0,3 g.

Nell’area della centrale nucleare di Krško, invece, sono prevedibili terremoti di magnitudo massima pari a 30 volte l’energia del terremoto che ha devastato L’Aquila nel 2009. Una valutazione preoccupata è stata fatta anche dall’Irsn (l’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare) nel 2013, quando si pensava di costruire a Krško una seconda centrale. L’analisi dell’istituto francese aveva constatato l’inadeguatezza del luogo proprio a causa del rischio sismico. 

La struttura della centrale nucleare di Krško è ormai vecchia e obsoleta e rimane in una zona sismica, priva, inoltre, di un deposito per smaltirne i rifiuti. La possibilità di un suo mal funzionamento o di un guasto più o meno rilevante, rappresenta rischi elevati per i territori italiani confinanti.

L’appello di Legambiente e la risposta dell’Italia

“Con il nucleare non si scherza. Il Governo italiano chieda la chiusura della vecchia centrale nucleare di Krško, sita in Slovenia e distante a poco più di 100 chilometri dal confine italiano, e si opponga al prolungamento della vita della struttura per altri vent’anni, ossia dal 2023 al 2043. Non sono ammessi più ritardi, l’Italia in qualità di paese confinante si pronunci nel merito come ha già fatto l’Austria."

È questo, in sintesi, l’appello che Legambiente ha inviato all’Esecutivo Draghi in merito alla vicenda della centrale nucleare di Krško.

A oggi l’Italia non si è ancora espressa nel merito, ma il rischio per il Paese è alto e negli ultimi mesi le associazioni ambientaliste si sono unite per ribadire il proprio no alla centrale nucleare.

Dopotutto, il nostro Paese, ha bocciato il nucleare con ben due referendum - nell’87 e nel 2011 - e quindi dovrebbe essere in linea con i mandati referendari, dicendo no all’impianto nucleare sloveno e allo stesso tempo indicando con i fatti qual è la strada da seguire - ossia quella tracciata dalle rinnovabili - diventando un modello anche per gli altri stati che ancora puntano sull’atomo.
 

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