Cosa chiedono con la Carta di Firenze i dissidenti del Movimento 5 Stelle

Alessandro Cipolla

4 Ottobre 2019 - 15:40

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I dissidenti 5 Stelle hanno messo online la loro Carta di Firenze, una sorta di manifesto dove si chiede un ritorno al Movimento dell’origine togliendo poteri al capo politico e a chi attualmente gestisce Rousseau.

Cosa chiedono con la Carta di Firenze i dissidenti del Movimento 5 Stelle

La data scelta non è per nulla casuale, visto che il 4 ottobre 2009 a Milano nasceva ufficialmente a Milano il Movimento 5 Stelle, partito politico fondato dal comico Beppe Grillo e dall’imprenditore web Gianroberto Casaleggio.

Dieci anni dopo, la prima frangia ufficiale dei dissidenti pentastellati ha messo online la Carta di Firenze, ovvero un papello che si snoda in cinque punti redatto dai grillini delusi dal patto di governo con il PD che ha dato vita al Conte bis.

Ma cosa chiedono questa sorta di ribelli interni al Movimento 5 Stelle? Per prima cosa che venga eliminata la figura del capo politico, ruolo ricoperto ora da Luigi Di Maio, che verrebbe sostituito da una serie di organi collegiali a livello nazionale e locale.

Un altro punto centrale è quello riguardante Rousseau, con la piattaforma che dovrebbe diventare di proprietà del Movimento con i 5 Stelle che poi andrebbe a gestire direttamente anche il sistema operativo.

Movimento 5 Stelle: cosa chiedono i dissidenti con la Carta di Firenze

Si sono riuniti in una domenica di fine settembre nel capoluogo toscano i dissidenti 5 Stelle, con la Carta di Firenze che è stata messa online nel giorno del decennale del Movimento su un apposito sito web.

Deus ex machina di questa operazione è Davide Barillari, attuale consigliere regionale pentastellato nel Lazio che nel 2013 sfidò Nicola Zingaretti alle elezioni regionali poi vinte dall’attuale segretario del PD.

Insieme a Barillari a Firenze c’erano attivisti ed esponenti politici provenienti un po’ da ogni parte del Paese, tutti uniti dalla forte contrarietà al recente patto con il Partito Democratico che ha portato alla nascita del governo giallorosso.

Guai però a parlare di scissione, ma per Barillari a Firenze “è stata scritta una pagina di democrazia interna al MoVimento 5 Stelle, si è dato l’esempio concreto di quel principio fondativo che è la partecipazione del cittadino attivo”.

Sono cinque i punti che compongono la Carta di Firenze, con la sua versione estesa in pdf che può essere visualizzata qui di seguito.

TRASPARENZA E DEMOCRAZIA INTERNA

  • Convocazione di un’assemblea fisica nazionale, ( Forum degli attivisti ) con avvio di un processo di riforma dello Statuto stesso, e attribuzione all’assemblea degli iscritti del potere democratico di esprimersi sulle cariche interne, tutte elettive.
  • Revisione dello Statuto e superamento della figura del capo politico mediante l’introduzione di organi elettivi e collegiali a livello nazionale, regionale e provinciale, che abbiano l’autorità di intervenire nella gestione dei conflitti interni nelle aree di competenza.
  • Attribuzione della piena proprietà e della gestione del Sistema operativo Rousseau al Movimento 5 Stelle assicurando la massima trasparenza della piattaforma, in particolare verso le richieste di: accesso pubblico all’anagrafe territoriale degli iscritti, verificabilità degli esiti delle consultazioni.
  • Miglioramento di “Tirendiconto” per aver maggiore trasparenza sulle spese dei portavoce, nonché attivazione di tutte quelle ulteriori funzioni necessarie a garantire un vero processo di informazione, comunicazione e coinvolgimento degli attivisti sui progetti sostenuti grazie alle restituzioni dei portavoce;
  • Sviluppo effettivo del progetto “Scudo della rete”, in particolare per i Portavoce locali (consiglieri comunali).

COERENZA E RISPETTO DEI PRINCIPI NON TRATTABILI

  • Rispetto dei principi etici fondamentali: difesa delle libertà individuali, della libertà di autoderminazione al trattamento sanitario, dei beni comuni e dei diritti sociali, tutela dell’ambiente e delle identità culturali di ogni comunità, autodeterminazione del nostro Paese.
  • Completa coerenza con le principali battaglie identitarie e territoriali del M5S con conseguente allineamento di tutte le scelte politiche locali e nazionali.
  • Formulazione di un codice etico unico e inderogabile che imponga il pieno rispetto del mandato elettorale e disciplini la sovrapposizione tra nomine in società pubbliche o private e cariche elettive, scongiurando conflitti di interesse in qualunque forma.

RIORGANIZZAZIONE DAL BASSO

  • Avvio di una riorganizzazione dal basso che valorizzi il ruolo centrale dei gruppi locali e degli attivisti attraverso assemblee territoriali periodiche alle quali siano tenuti a partecipare i portavoce eletti, su temi locali e nazionali.

PROCESSI PARTECIPATIVI

  • Creazione di un regolamento nazionale unico di funzionamento dei gruppi locali;
  • Costituzione di tavoli di lavoro permanenti volti a rimettere al centro della vita politica del M5S gruppi locali in rete fra loro che producano un supporto concreto ai portavoce municipali e comunali e stabiliscano linee politiche a cui i portavoce regionali e nazionali debbano far riferimento.
  • Creazione di strumenti interni, in qualsiasi modo si dimostrerà utile, che consentano agli iscritti di avviare consultazioni referendarie e interrogazioni agli organi di vertice del MoVimento.
  • Implementazione, con ogni strumento si dimostrerà utile, di un processo dialettico con la base a garanzia di una maggior partecipazione nelle fasi di voto in modo tale che le consultazioni garantiscano un’informazione completa e tempestiva sulle questioni affrontate e non siano banale ratifica di decisioni già assunte.

CANDIDATURE, NOMINE e VALUTAZIONE DEI PORTAVOCE

  • Riformulazione di criteri univoci, oggettivi e democratici per le candidature e le nomine all’interno del M5S, che premino l’esperienza, la competenza e il comprovato attivismo sui territori.
  • Apertura alla discussione di nuovi strumenti di valutazione degli eletti che garantiscano un confronto periodico tra la base e i portavoce, così da verificare il rispetto dei principi fondativi del MoVimento e il perseguimento degli obiettivi nell’arco del mandato.
Carta di Firenze 2019
La versione completa della Carta di Firenze redatta dai dissidenti M5S

La volontà è quindi quella di una sorta di ritorno al Movimento delle origini, rifiutando ogni alleanza con gli altri partiti e diminuendo i poteri che al momento sono attribuiti al capo politico Luigi Di Maio e a chi gestisce la piattaforma Rousseau, ora in mano all’apposita Associazione fondata da Gianroberto e Davide Casaleggio.

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