Cannabis: il mercato è illusione o realtà?

Gennaro Ottaviano

12/05/2019

12/05/2019 - 18:19

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La legalizzazione della cannabis nel Canada ha portato negli ultimi mesi una certa disillusione per tutte le aziende del settore e soprattutto per gli investitori delle singole Borse internazionali. La realtà è stata ben differente dalle aspettative. In questa settimana si attendono le nuove stime per il 2019.

Cannabis: il mercato è illusione o realtà?

La cannabis legale, sia medica che ricreativa ha suscitato negli ultimi anni moltissime polemiche. L’accesso ai mercati del Canada prospettava nuove spinte per i numeri del settore del 2018. Ma la situazione non ha affatto soddisfatto gli analisti. Dopo il primo grande test fallito, ora si attendono le nuove prospettive per il 2019. Ma quali sono state le cause di un rallentamento del mercato della cannabis legale mondiale? Si può parlare di disillusione e prospettive troppo ampie?

La situazione del mercato della cannabis dopo agli inizi del 2019

La legalizzazione della cannabis, avvenuta negli ultimi anni a macchia di leopardo per tutto il mondo, ha inevitabilmente portato a una crescita del settore. I prezzi del prodotto sono scesi, le aziende sono aumentate e naturalmente, diventando un prodotto legale, i clienti sono proporzionalmente incrementati. Ma il mercato nel 2018 ha disatteso molto le aspettative.
Per una realtà che è ormai diventata legale in gran parte del mondo, i primi risultati non sono stati eclatanti e le grandi aziende del settore, in particolare nelle vendite in Canada, non hanno fatto riscontrare situazioni da capogiro. Questo non ha fatto altro che preoccupare gli investitori. Si attende con ansia questa settimana in cui aziende come Aurora e Tiraly riferiranno i loro risultati.

Dall’entusiasmo alla disillusione: quali sono le cause?

Per ora si parla di disillusione del mercato della cannabis. Ma quali sono state le cause che hanno potuto portare a una visione pessimistica di questa realtà anche dopo tutto l’entusiasmo della sua legalizzazione?
Molti analisti hanno ribadito che le prospettive cupe che erano previste nel 2018, in questo nuovo anno sembrano non saranno presenti.
Ma i fattori che continuano a limitare la diffusione della cannabis sono sia di ordine legale che sociale. Da un lato, in alcuni paesi, l’utilizzo del prodotto è ancora considerato dal punto di vista negativo come realtà collegata a ceti sociali più bassi.
Dall’altro vi sono ancora troppe restrizioni alla sua commercializzazione e diffusione. Infatti è ancora ampio il divario tra i paesi che permettono l’utilizzo di cannabis solo a fine medico da quelli in cui si è accettato anche l’utilizzo personale a scopo ricreativo e quelli in cui non è permesso il consumo.

La mappa del mondo della cannabis: tra libertà e limitazioni

Con la liberalizzazione del mercato del Canada sono aumentati gli Stati in cui vi è libertà di utilizzo della cannabis. Ma rimangono ancora pochi.
Infatti negli Stati Uniti la cannabis è considerata, dallo stato federale una droga e introdotta tra quelle nocive. La legalizzazione è presente nei singoli Stati ma solo in base alle loro leggi. Certo dei 52 stati ben 48 ammettono in un modo o nell’altro l’utilizzo della cannabis, ma tra questi, solo 10, permettono sia l’uso medico che quello ricreativo.
Nel resto del mondo la situazione è ancora su una bilancia che tende a un equilibrio negativo.
In Europa la cannabis è stata adottata ma nella versione light ovvero con contenuto basso di THC, come per esempio in Italia. In Spagna è stata legalizzata, così come nei Paesi Bassi. In Germania l’uso è legale ma entro certi limiti, mentre ancora in Francia e in Gran Bretagna si lotta per la sua legalizzazione.
Le cose in oriente non sono migliori. Basta considerare che in posti come la Thailandia, l’India e la Cambogia non esiste affatto una normativa di riferimento e quindi il suo utilizzo è consentito, mentre in altri come la Malesia, l’Iran e gli Emirati il suo utilizzo porta alla carcerazione.
Se i considera il potenziale mercato che solo in Europa potrebbe essere stimato intorno a 9 miliardi di euro, si può comprendere come l’unico vero ostacolo allo sviluppo economico di questo settore sono le restrizioni.

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