Il cambio euro-dollaro viene turbato ma non stravolto dai Non Farm Payrolls e si assesta sotto quota 1,12: vediamo quali prospettive attendono EUR/USD nella settimana della BCE.
Il cambio euro-dollaro apre il mese di settembre in maniera del tutto analoga a come aprì agosto, azzerando di fatto il rialzo che lo aveva portato verso i massimi a 1,136, anche grazie all’andamento degli ultimi giorni.
L’attesa per i dati sul mercato del lavoro degli Stati Uniti ha provocato alta turbolenza ma nessun reale cambio di trend in EUR/USD, almeno nelle prime ore che ne hanno seguito la pubblicazione.
I dati sembrano valere meno delle parole della Yellen e degli altri membri del FOMC, la cui necessità di un rialzo dei tassi nel 2016 trova ancora la fiducia del mercato, con il dollaro USA che non viene affondato dai Non Farm Payrolls sotto le attese, come invece accaduto altre volte in passato.
La palla ora è pronta a passare alla BCE nel corso della prossima settimana, con la consueta riunione prevista per giovedì.
Sebbene la forza trainante per il cambio euro-dollaro sia al di là dell’oceano, nei prossimi giorni non sono previsti annunci né market mover troppo rilevanti per gli Stati Uniti, con Draghi e il suo staff che hanno l’occasione di guidare i movimenti per l’ultima parte della settimana.
Tenendo quindi a portata di mano il calendario economico per non perdere i pochi, ma importanti, appuntamenti dei prossimi giorni, cerchiamo ora di capire quale potrebbe essere l’andamento di euro-dollaro durante la prossima settimana.
Cambio euro-dollaro si tiene ribassista e attende la BCE: quali target?
Il cambio euro-dollaro reagisce ma con moderazione all’attesa pubblicazione dei dati sui Non Farm Payrolls, arrivata come di consueto nel primo pomeriggio di venerdì.
Il mercato del lavoro americano ha visto l’ingresso ad agosto di 151.000 nuovi lavoratori, a fronte di una previsione di 180.000, mentre il tasso di disoccupazione rimane costante al +4,9%, invece di diminuire al +4,8% secondo le aspettative degli analisti.
Un iniziale scossone che sembrava affossare il dollaro contro tutte le altre valute si è presto riassorbito, portando molti cambi a concludere il doppio movimento con un nulla di fatto.
Euro-dollaro fa di più e chiude la giornata segnando un deciso ribasso e tenendosi al di sotto dell’1,12.
L’inversione dai massimi di metà agosto sembra condurre il cambio all’interno di una figura a triangolo (in blu), come ben raffigurato nel seguente grafico settimanale:
Quota 1,13 ha respinto verso il basso i tentativi di superamento della media mobile a 100 periodi, tratteggiata in bianco, disegnando tre massimi decrescenti e portando EUR/USD nuovamente al di sotto della media mobile a 20 periodi.
Prendendo in considerazione il periodo estivo, i minimi registrati da euro-dollaro mostrano invece una sequenza crescente, così da comprimere all’interno del triangolo la quotazione, ora al centro della figura e nuovamente orientata al ribasso.
Di recente, con il cambio euro-dollaro, sono le parole a valere più dei fatti e la determinazione mostrata dai protagonisti del FOMC di voler rialzare i tassi nel corso di quest’anno è l’attuale driver di mercato dominante per EUR/USD.
Il movimento di consolidamento e di compressione vedrà probabilmente la sua fine con l’ultima parte di settembre, quando con la riunione della Fed del 21/9 non si avranno più interpretazioni ma solo conseguenze reali di un rialzo, o di un mancato rialzo, dei tassi di interesse.
Nel frattempo è probabile che euro-dollaro si mantenga all’interno del triangolo e tra i principali livelli che ha imparato a frequentare nell’ultimo periodo:
Il grafico giornaliero dimostra come il prezzo sia ora compreso tra le due medie mobili, in un movimento ribassista che potrebbe raggiungere uno dei prossimi obiettivi durante la prima parte della settimana.
I target a 1,1127 e 1,1113 sono i primi nel mirino, con un test dell’1,1068 che mostrerebbe la volontà di andare a testare la parete bassa del triangolo, alle soglie di quota 1,10.
Al contrario, solo un superamento sostenuto di 1,12 e della resistenza a 1,124 potrebbe far guardare a rialzi rilevanti per la prossima settimana, per quanto l’andamento di venerdì sembri scoraggiare questo tipo di prospettiva.
L’indice ISM non manifatturiero previsto per martedì è l’unico market mover a stelle strisce di rilievo, insieme al Beige Book che seguirà il giorno dopo.
La riunione della BCE di giovedì potrebbe così essere la buona occasione di intervenire con uno scossone sulla valuta comunitaria, con l’annuncio di nuovi stimoli post-Brexit che potrebbe rompere da subito gli indugi e portare ad una rottura al ribasso della figura di accumulazione.
In attesa della Fed, quindi, Draghi potrebbe riportare il focus sull’Eurozona, con euro-dollaro che rischia di vivere di sole esitazioni prima che le banche centrali salgano sul palcoscenico.
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