Il cambio euro-dollaro si proietta al rialzo grazie alla Fed e al PIL USA: vediamo le prospettive che lo attendono per la prossima settimana, in attesa dei Non Farm Payrolls.
Il cambio euro-dollaro chiude il mese di luglio recuperando buona parte del terreno perso a causa della Brexit.
Negli ultimi tre giorni della settimana è risalito da quota 1,097 fino alle soglie dell’1,12 e le principali cause di questo rialzo sono tutte da ricercare al di là dell’oceano.
La conferma dei tassi di interesse e il rinnovo di idee poco chiare riguardo un possibile rialzo durante il 2016 hanno portato la riunione della Fed a giocare un ruolo sfavorevole nei confronti della loro stessa valuta.
L’indice spot del dollaro ha infatti perso oltre 2 punti percentuali a partire da mercoledì, ribasso che ha trovato poi il suo culmine in corrispondenza della pubblicazione della stima del PIL USA per il secondo trimestre dell’anno.
Il dato è risultato al di sotto delle aspettative e le parole contenute nel report del FOMC, che guardavano con ottimismo alla crescita e alla diminuzione dei rischi, sono state così smentite, con il mercato che ha accelerato durante il pomeriggio di venerdì contro il dollaro e quindi favorendo il rialzo del cambio EUR/USD.
Dopo il ritorno in grande spolvero dello yen sembra così ritornare anche in forma la valuta comunitaria. Vediamo quindi di capire quali scenari si aprono per euro-dollaro in vista della prossima settimana.
Cambio euro-dollaro spinto al rialzo dagli USA: fino a dove può arrivare?
Il cambio euro-dollaro, in seguito all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, sembrava aver rotto il trend rialzista di medio periodo che lo aveva condotto fino ai massimi oltre quota 1,15 e aveva collezionato una sequenza di tre settimane ribassiste, battendo ripetutamente sul supporto a 1,097.
Come osservabile dal seguente grafico settimanale, l’ultimo rimbalzo sul supporto appena citato ha dato il via a tre giorni di grande risalita che lo hanno portato oltre la media mobile a 60 periodi, in blu:
Sebbene la media mobile a 20 periodi rimanga al di sopra di quella a 60, segnalando quindi una forza rialzista di medio periodo ancora ben presente, euro-dollaro rimane ancora al di sotto della trendline evidenziata in rosso, prima supporto e ora resistenza per il cambio.
L’atteggiamento della Fed non trova più la fiducia del mercato e se anche i dati economici parlano di un’economia statunitense sottotono, è lecito aspettarsi una continuazione del movimento di uptrend tenuto durante le ultime sessioni.
I prossimi obiettivi potrebbero quindi essere la media mobile a 20 periodi, a 1,122, e il successivo test della trendline a 1,125, importante per capire se questo sprint rialzista nasconde davvero qualcosa in più di un semplice swing al rialzo all’interno di un movimento rivolto verso il basso.
Nel seguente grafico giornaliero si nota ancor di più il movimento messo in piedi da mercoledì, con il cambio che ha tagliato al rialzo entrambe le medie mobili, a 20 e a 60 periodi:
Il raggiungimento di quella a 100, tratteggiata in bianco, corrisponde alla media mobile a 20 periodi del grafico settimanale. È facile quindi pensare che ci sia un sorpasso di quota 1,12 fino almeno a 1,122.
La trendline evidenziata in rosso rappresenta un altro ostacolo al rialzo, sempre all’interno dell’1,12, range di prezzo che rischia di trattenere al suo interno EUR/USD.
L’oscillatore MACD non raggiunge in maniera stabile valori positivi da quasi tre mesi e sembra ora in prossimità di un nuovo tentativo.
I market mover che attendono euro-dollaro durante la prossima settimana potrebbero quindi svolgere un ruolo cruciale, esattamente come è successo con il PIL USA.
Tenendo sotto mano il nostro calendario economico è possibile osservare come sin dalla giornata di lunedì si avranno possibili scossoni, con i dati USA relativi al settore manifatturiero.
In una parte centrale della settimana poco densa di importanti market mover, soprattuto per l’Eurozona, è di nuovo la giornata di venerdì a riservare le maggiori aspettative con i Non Farm Payrolls.
È noto come i NFP siano con ogni probabilità il market mover più importante per la Fed e quello che negli ultimi mesi ha mosso di più la quotazione di euro-dollaro.
Le previsioni per il mese di luglio sono di netto ribasso rispetto al dato del mese precedente, notizia che, se confermata, rischierebbe di lanciare EUR/USD al di sopra dei livelli di resistenza evidenziati in precedenza e quindi sopra l’1,13.
Ma, allo stesso modo, è possibile che si abbia una ripresa del dollaro se il mercato del lavoro USA dovesse sorprendere, annulando di fatto le velleità rialzista della valuta comunitaria nel giro di sette giorni.
L’andamento di settimana tenuto fino a quel momento sarà in ogni caso esplicativo delle intenzioni degli investitori e soprattutto della fiducia residua nei confronti della Fed e dell’economia degli USA.
Se infatti dovesse continuare l’andamento tenuto durante le ultime giornate, non è difficile immaginarsi un raggiungimento di quota 1,13 che avvenga ben prima di venerdì.
Il periodo florido del dollaro sembra quantomento entrato in un momento di pausa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA