Calisto Tanzi è morto: la sua storia in 3 tappe

Luna Luciano

1 Gennaio 2022 - 14:23

Morto a 83 Calisto Tanzi, l’imprenditore che fondò la Parmalat e divenne patron del Parma Calcio, poi travolto dallo scandalo del crac del 2003. Ecco la sua storia in 3 tappe

Calisto Tanzi è morto: la sua storia in 3 tappe

Imprenditore di fama mondiale, poi travolto dai processi e l’arresto. È morto oggi a 83 anni l’imprenditore Calisto Tanzi. Figura centrale nell’Italia tra gli anni 60-80, che non solo trasformò la sua piccola azienda in una multinazionale, ma che divenne patron del Parma calcio.

Calisto era nato il 17 novembre 1938 a Collecchio, piccolo paese vicino Parma, dove ha poi costruito il suo impero. Una volta diplomatosi in ragioneria, ha interrotto gli studi alla morte del padre per sostituirlo nella direzione della piccola azienda familiare di salumi e conserve. Fu anche nominato Cavaliere del lavoro nel 1984, poi declassato da Napolitano. Ha da sempre investito nella sua città per sponsorizzazioni e restauri.

La parabola della carriera di Tanzi è stata segnata dalla crescita della Parmalat e si è poi conclusa drammaticamente con il crac del 2003 e i processi, che gli costarono il carcere. Ecco la sua storia in 3 tappe

Calisto Tanzi e la fondazione del colosso Parmalat

Il Tanzi imprenditore nasce nel 1961, quando a soli 22 anni, fondò la sua impresa del latte, prendendo la vecchia azienda del nonno, a conduzione familiare, alla periferia di Parma: la Parmalat che nel giro un decennio divenne un marchio internazionale, diventando a tutti gli effetti una multinazionale con oltre 130 stabilimenti in tutto il mondo.

Tanzi aveva di fatto inventato il latte a lunga conservazione, ma la sua ambizione non si fermò di certo. In poco tempo Tanzi iniziò ad allargare la propria multinazionale prima nel settore alimentare, non solo con il latte ma con conserve, merendine e yogurt. Da lì il trampolino di lancio per approdare al mondo dell’imprenditoria turistica e calcistica.

L’ascesa di Tanzi: imprenditore nel calcio e nell’industria

Tanzi fu un abile imprenditore che ebbe l’intuizione di destinare grandi investimenti alla promozione del marchio, attraverso la sponsorizzazione in settori di alto impatto come lo sport.

Tra gli anni Settanta e Ottanta il marchio della Parmalat viaggiò per il mondo grazie ai campioni dello sci, della Formula Uno e poi del calcio. Tanzi infatti è famoso per aver acquistato il Parma calcio, da poco giunto in serie A, trasformandolo in una squadra di classe, capace di vincere in Italia e in Europa.

Divenuto il patron del Parma calcio, l’imprenditore non dimenticò la sua città, dove investì ingenti somme di denaro per restauri e sponsorizzazioni, entrando quindi anche nell’industria del turismo. Per rendere l’idea del successo ottenuto dall’imprenditore, basti pensare che nel 1973 il giro d’affari di Tanzi era pari a 20 miliardi di lire, saliti a ben 550 nel 1983. Infine grazie alla sua influenza Tanzi aveva legami anche con il mondo della politica e della finanza, specialmente in ambiente cattolico.

Calisto Tanzi: le difficoltà e l’arresto

Per quanto il nome di Tanzi sia indissolubilmente legato al crac del 2003, la parabola discendente dell’imprenditore ha inizio già negli anni Novanta, con le prime difficoltà industriali e finanziarie, nascoste dalla quotazione in borsa.

Il patron cercò di coprire le falle nel proprio bilancio con acquisizioni spregiudicate e con un massiccio ricorso al credito e ai collocamenti obbligazionari che hanno danneggiato, e in molti casi ridotto sul lastrico, migliaia di piccoli risparmiatori. Le difficoltà maggiori hanno però inizio nel 1999, quando Tanzi acquistò Eurolat dal gruppo Cirio di Sergio Cragnotti, per consentire a Cragnotti di rientrare dei debiti con la Banca di Roma di Cesare Geronzi. Uno schema che si ripeterà poi quando nel 2002 Tanzi decise di comprare le acque minerali da Giuseppe Ciarrapico, anche lui indebitato con Banca di Roma.Nel 2003 arriva il maxi crac dell’azienda di Collecchio.

Il crac Parmalat, scandalo di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio, finito col fallimento della Parmalat, portò Tanzi a essere iscritto al registro degli indagati e arrestato cinque giorni dopo. Tornato libero il 27 settembre 2004, venne poi rinviato a giudizio con vari capi d’accusa. Il 18 dicembre 2008 venne condannato dal tribunale di Milano a 10 anni di reclusione per aggiotaggio. Il 4 maggio 2011 la Corte di Cassazione confermò in via definitiva la condanna, riducendo tuttavia la pena a 8 anni e un mese per prescrizione del reato.

Dopo circa due anni, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute, a Calisto Tanzi sono stati concessi gli arresti domiciliari in ospedale. Il processo per bancarotta fraudolenta si concluse il 9 dicembre 2010 con la condanna a 18 anni di reclusione, poi confermata in Cassazione con lievi riduzioni di pena per prescrizione. Una serie di processi che travolsero l’imprenditore, segnando la fine della sua parabola.

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