In questi giorni non si parla solo di Grexit. Da settimane si inizia a parlare anche di un potenziale "Brexit", ossia della volontaria uscita della Gran Bretagna dalla zona euro. Vantaggio o svantaggio per il paese? Ecco cosa pensano gli analisti a riguardo
Con la conferma di David Cameron su un referendum “dentro o fuori” entro la fine del 2017, quella che una volta era un’ansia nazionale ora si è trasformata in ansia globale, con il “Brexit” (uscita della Gran Bretagna dall’UE) che potrebbe diventare presto realtà. Il problema dell’Europa ha diviso la nazione, e nonostante l’evidente mancanza di un sostegno unanime, Cameron ha ancora promesso di rimodellare le relazioni tra il suo paese e l’Europa.
Gran parte della controversia sul Brexit proviene dalla nube di incertezza che incombe sul concetto di una Gran Bretagna al di fuori dell’UE. Gli euroscettici dipingono un quadro roseo. Liberi dalle restrizioni di Bruxelles, un Brexit permetterebbe alla Gran Bretagna di diventare più prospera, invertendo l’immigrazione, riducendo le tasse e liberando l’economia dagli oneri di appartenenza. I pro-Europa, invece, dipingono il Brexit come un evento che comprometterebbe drasticamente le industrie britanniche, causando incertezza economica, portando alla perdita di posti di lavoro e anche Londra potrebbe perdere il suo status di centro finanziario mondiale. Le aziende che dipendono dalla relazione del paese con l’UE sono particolarmente interessate, precisando che l’uscita non farebbe altro che danneggiare la crescita economica e ostacolerebbe la loro capacità di funzionamento.
Abbiamo voluto sentire il parere degli esperti a proposito.
I co-fondatori di Hassle.com, Alex Depledge e Jules Coleman, pensano
Un’uscita della Gran Bretagna dall’UE porrebbe fine al principio della libera circolazione dei lavoratori in Europa. Gran parte della crescita del settore tech è il risultato di sviluppatori di talento provenienti da tutta Europa. Questa ricchezza di talenti sarebbe messa a rischio in quanto i dipendenti UE che ora vivono in Gran Bretagna sarebbero soggetti a nuove regole su visti e nuove disposizioni legali.
Peter Burgees, direttore di Retail Human Resources con sede a Londra, ha commentato
Un’uscita dall’UE sarebbe solo una brutta notizia per il Regno Unito e non farebbe altro che causare un enorme sconvolgimento economico in Europa e nel mondo; e noi saremo giudicati i responsabili di tutto ciò. Naturalmente avremmo un accordo commerciale ma tale accordo non sarebbe benefico per noi perché ci troveremmo ancora nello stesso posto dove siamo ora, ma senza voce in capitolo su come implementare le regole. Ci sarebbe poco vantaggio e un devastante svantaggio.
James Poyser, co-fondatore di inniAccounts, dice
Penso che qualsiasi attività commerciale nel Regno Unito voglia porre fine all’incertezza in modo da poter pianificare il proprio futuro. Un certo numero di nostri clienti ha espresso la preoccupazione che una rottura dall’UE pregiudicherebbe la rete di piccole e medie imprese e di imprenditori che lavorano in settori come l’informatica, la scienza e l’ingegneria, escludendoli dai contratti lucrativi di cui godono oggi. Per le piccole imprese, l’Unione europea rappresenta un grande e accessibile mercato in cui fare affari, al contrario della complessità del commercio con l’Asia.
È interessante notare che, nonostante il divario colossale tra le due parti diverse della questione, esiste un punto d’accordo; se il Regno Unito resterà in UE, le riforme dovranno essere implementate. La missione di David Cameron per le riforme è iniziata a maggio in occasione del vertice UE della Lettonia. Saranno i successi o i fallimenti di questi negoziati nei prossimi mesi a determinare la probabilità del "Brexit". Probabilmente è questa incertezza a spingere gli imprenditori verso questa visione di “attaccamento” all’UE e a preferire il certo all’incerto.
Fonte: Think Big Grow Fast
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