Brexit: martedì il parlamento europeo voterà una risoluzione importante

Felice Di Maro

2 Ottobre 2017 - 09:21

Brexit: se al quinto round di trattative del 5 ottobre non ci dovesse essere nessun accordo il consiglio europeo del 27 ottobre potrebbe dichiarare che non ci sono le condizioni per continuare il negoziato.

Brexit: martedì il parlamento europeo voterà una risoluzione importante

Ancora niente di nuovo per un accordo sulla Brexit. I progressi compiuti finora sulle priorità dell’Ue nei primi quattro round di colloqui con il Regno Unito non hanno prodotto neanche in una bozza di accordo. La notizia, importante, è che una risoluzione martedì verrà votata dal Parlamento europeo.

Il testo è stato già approvato dalla conferenza del presidente del Parlamento e leader dei gruppi politici. La discussione sarà in plenaria e a Strasburgo e la discussione in aula sarà con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e con il capo negoziatore per la Brexit Michel Barnier.

I media e le agenzie stampa hanno diffuso note varie che il testo che sarà in discussione è centrato in prevalenza sul fatto che nelle trattative non ci sono stati progressi sufficienti ed è probabile che successivamente il consiglio europeo del 27 ottobre potrebbe anche sospendere il negoziato se il quinto round che si terrà il 9 ottobre dovesse concludersi senza un accordo.

A quanto pare il discorso a Firenze del 22 settembre della premier britannica Theresa May non ha dato fino ad oggi nessuna innovazione nelle trattative del quarto round e Barnier ha dichiarato:

Ci vorranno ancora settimane o mesi per poter constatare progressi sufficienti sui principi di questo ritiro ordinato in modo da poter chiedere ai leader dei Ventisette di iniziare la seconda fase del negoziato, quella dei rapporti futuri fra i due partner dopo la Brexit. Continueremo a lavorare con spirito costruttivo per colmare le divergenze.

Il capo negoziatore dell’Ue, in sostanza, ha riconosciuto due aperture nel discorso della May, una sui diritti dei cittadini e l’altra per l’accordo finanziario, ma le ha anche giudicate insufficienti. I diritti dei cittadini Ue residenti nel Regno Unito e quelli britannici nella Ue sono una priorità.

Brexit: i motivi del ritardo

May ha confermato l’applicabilità diretta dell’accordo e questo rassicura i cittadini europei che potranno far valere i loro diritti davanti ai tribunali britannici e in questo caso il Regno Unito ha assicurato che applicherà il diritto Ue in modo coerente dopo il ritiro. L’Ue però non è d’accordo sul fatto che la Corte di Giustizia della Ue non avrà il suo ruolo, il che è indispensabile.

Un’altra divergenza è quella sui ricongiungimenti familiari e poi c’è il problema delle prestazioni sociali che dovranno essere discusse perché i cittadini europei residenti in territorio britannico hanno bisogno di avere procedure amministrative obiettivamente semplificate per poter usufruire delle prestazioni sociali. Si tratta di un tema non da poco e che naturalmente il Regno Unito non ne vuole sapere.

Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson in un’intervista al Sun ha indicato come condizione irrinunciabile che la transizione post-Brexit duri solo due anni e non di più.

Il Regno Unito non dovrà accettare nuove disposizioni della Ue o della Corte europea di Giustizia durante la transizione. Londra non dovrà pagare neanche un penny per aver accesso al mercato unico una volta finita la transizione. Il Regno Unito non dovrà aderire surrettiziamente alle leggi Ue per aver accesso al mercato.

Le posizioni del ministro, scrive sempre il giornale, rischiano di riaprire lo scontro nel governo di Londra in quanto vanno oltre la linea concordata da May e i suoi ministri dopo un braccio di ferro durato tutta l’estate.

Chiaramente alla vigilia del Congresso dei Tories Johnson ha nuovamente rilanciato la sua proposta sulla Brexit facendo nuove pressioni sulla premier Theresa May. Il ministro degli Esteri chiede che durante il periodo della transizione Londra rifiuti di uniformarsi alle leggi e ai regolamenti della Ue e questo non sarà facile almeno in relazione al fatto che l’accesso al mercato unico non dovrà essere subordinato alla questione del contenzioso finanziario tra Londra e Bruxelles.

Ma il macigno da rimuovere è quello che prevede che Londra non accetti le regole Ue pur chiedendo di accedere al mercato unico. Il mercato unico della Ue è comunque regolato da leggi e non è libero come forse lui pensa.

Chiaramente le sue richieste rischiano di mettere in crisi la May che al Congresso conservatore di Manchester si è presentata indebolita per il noto esito elettorale di giugno e dai mancati progressi in sede di negoziato per la Brexit.

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