Brexit, cos’è la prerogativa reale che Theresa May vuole usare per impedire il voto del Parlamento inglese? Può davvero riuscirci?
Brexit: la prerogativa reale potrebbe impedire al Parlamento di votare sul destino della Brexit. Cos’è e perché Theresa May, usandola, può invocare l’articolo 50 senza il parere del Parlamento Inglese? Se non dovesse essere attuata, cosa succederà?
La strada per la messa in pratica della Brexit diventa ogni giorno più complicata. Dopo i ripensamenti di molti cittadini in seguito al referendum che aveva votato l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e possibili nuove secessioni interne allo Stato (Irlanda del Nord e Scozia), il nuovo ostacolo per la Brexit è rappresentato dal Parlamento.
Secondo la sentenza degli scorsi giorni della Corte Suprema inglese, il Parlamento è l’unico organo che, dopo una votazione favorevole o meno, potrà appellarsi all’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Non si tratta di una sorpresa. La decisione della Corte Suprema è la conferma ad una precedente sentenza del 3 novembre scorso, alla quale Theresa May aveva presentato ricorso.
Ora il governo inglese, capitanato da Theresa May, non ci sta ed intende rispettare la tabella di marcia grazie alla cosiddetta “prerogativa reale”. Ma cos’è la prerogativa reale e perché potrebbe aggirare il ruolo fondamentale del Parlamento inglese riguardo alla Brexit? La prerogativa reale potrebbe davvero impedire il voto del Parlamento? E se non fosse attuata, chi sarebbe chiamato a votare sulla legge per la Brexit?
Cerchiamo di dare una risposta a queste domande grazie alle informazioni qui riportate.
Brexit: cos’è la prerogativa reale?
La prerogativa reale è il mezzo che Theresa May intende usare per arginare il potere del Parlamento ed arrivare così ad impugnare l’ articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Nel dettaglio, la prerogativa reale permette ai ministri di agire per conto della Regina. In questo modo Theresa May potrebbe avviare ufficialmente i negoziati con Bruxelles e dare il via all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, senza che sia necessario l’intervento del Parlamento.
Brexit: perché il governo vuole usare la prerogativa reale?
Utilizzare la prerogativa reale sembra essere una scelta obbligata da parte di Theresa May per evitare l’ostacolo rappresentato dal Parlamento. Nella sentenza di pochi giorni fa della Corte Suprema inglese, i giudici infatti hanno annullato qualsiasi possibilità della May di utilizzare direttamente l’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Secondo i giudici, l’unico organo a poter iniziare il processo che vedrà l’uscita della Regno Unito dall’Unione Europea, grazie alla creazione di una legge apposita, è il Parlamento.
Brexit: chi voterà in Parlamento?
Intanto hanno avuto inizio le operazioni di David Davis, ministro per la Brexit, che ha già preparato la prima proposta di legge che dovrà essere discussa in Parlamento entro la fine di marzo.
Per quanto riguarda l’esito della votazione del Parlamento, nel caso in cui la prerogativa reale non dovesse essere usata, nessuno dovrebbe andare contro la volontà popolare. Jeremy Corbyn, leader laburista, sembra che abbia chiesto che il voto deciso in Parlamento venga giustificato.
L’opposizione invece vuole fissare le condizioni che saranno incluse nelle trattative, soprattutto il partito liberal-democratico, che chiede un secondo referendum sull’accordo finale per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
A votare in Parlamento sul destino della Brexit non saranno inclusi gli Stati autonomi del Regno Unito: Irlanda del Nord, Scozia e Galles.
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