Brevetto Unico Europeo approvato: cosa cambia per le imprese italiane

Isabella Policarpio

25 Febbraio 2019 - 09:42

Il Governo ha dato attuazione alle disposizioni europee sul Brevetto Unico Europeo. Da ora sarà più facile ed economico tutelare un marchio/brevetto in tutti i Paesi membri.

Brevetto Unico Europeo approvato: cosa cambia per le imprese italiane

Il Consiglio dei Ministri del 14 febbraio ha approvato il Brevetto Unico Europeo in via definitiva, dando così applicazione alle disposizioni europee che puntano a migliorare la protezione dei marchi e dei brevetti in tutti i Paesi membri dell’Ue.

Il vantaggio principale del Brevetto Unico Europeo è che alle aziende basterà presentare una sola domanda di registrazione del marchio e, quindi, pagare i costi relativi in un’unica soluzione, avendo una copertura su tutto il territorio europeo, anziché pagare 26 volte, una per ogni Stato aderente.

Con il Brevetto Unico Europeo le regole sulla tutela della proprietà industriale vengono armonizzate sotto ogni punto di vista, tanto formale che sostanziale, anche se per l’Italia c’è una nota negativa: nonostante le forti opposizioni, la lingua italiana non è stata prevista tra quelle ufficiali consentite per inoltrare la domanda di protezione del marchio/brevetto. Dunque, resta il trilinguismo inglese, francese e tedesco.

Brevetto Unico Europeo: le novità

Con il Brevetto Unico Europeo sarà possibile tutelare marchi e brevetti in maniera uniforme nei Paesi membri dell’Ue ed ottenere la protezione su tutto il territorio europeo attraverso un’unica operazione di registrazione.

Prima, chi voleva tutelare il proprio marchio o brevetto era costretto a registrarlo in ogni singolo Stato membro con costi anche molto elevati, ora, invece, non solo i costi vengono abbattuti, ma la protezione viene notevolmente ampliata e garantita da un Tribunale Unificato per le controversie brevettuali.

La nuova disciplina introduce delle novità significative sia dal punto di vista sostanziale che formale. Innanzitutto la registrazione del marchio/brevetto viene ampliata rispetto alla disciplina tradizionale, con l’effetto che sarà possibile registrare, oltre alle rappresentazioni grafiche, anche odori, rumori, suoni ed ologrammi.

Altra importante novità è il rafforzamento delle regole contro la contraffazione del marchio. In pratica, la tutela viene ampliata anche all’imballaggio e a ciò che è stampato sull’involucro esterno della confezione o del prodotto stesso. Il Brevetto Unico Europeo, inoltre, prevede norme più severe per la proteggere i prodotti Dop (Denominazione di origine protetta) o Igp (Indicazione geografica protetta), importanti soprattutto per la tutela di vino, olio e formaggi.

Mentre da un punto di vista strettamente processuale, la novità più importante è l’inversione dell’onere della prova quando si vuole far valere in giudizio la decadenza del marchio per mancato utilizzo; significa che sarà il titolare del marchio e non l’attore a dover provare che il marchio non è decaduto.

Quanto costerà registrare un marchio/brevetto?

Lo scopo principale del Brevetto Unico Europeo è quello di rendere la registrazione del marchio o dei brevetti uniforme all’interno degli Stati membri, soprattutto sotto il punto di vista dei costi.

Infatti, prima che la disciplina fosse unitaria, registrare un marchio/ brevetto in ciascun Paese dell’Ue poteva avere dei costi molto elevati, fino a raggiungere i 36.000 euro per una copertura completa. Adesso invece il costo dovrebbe essere notevolmente inferiore, anche se per l’Italia c’è una nota negativa.

Nonostante l’insistenza del Governo italiano, l’Ue ha confermato il principio del trilinguismo (francese, inglese e tedesco) che provoca per il Nostro Paese un costo aggiuntivo: infatti, oltre all’imposta di registrazione, le aziende italiane dovranno pagare le spese di traduzione della richiesta in una delle lingue ufficiali, con un costo aggiuntivo di circa 30% in più rispetto agli altri Paesi Ue.

Ad ogni modo, le domande di protezione di marchi e brevetti dovrebbero avere un costo unitario che va da un minimo di 4.725 euro ad un massimo di 6.500 euro, con una copertura in tutti e 26 gli Stati membri, mentre la disciplina attuale sul deposito del marchio prevede la protezione unicamente sul territorio nazionale.

In caso di mancato rispetto della tutela industriale, le aziende italiane potranno rivolgersi ad un Tribunale Unificato delle controversie brevettuali che vigila sul rispetto degli accordi internazionali presi.

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