Brasile in piena crisi: il nuovo presidente servirà a qualcosa?

Matteo Bienna

16 Maggio 2016 - 13:26

Il nuovo presidente del Brasile ha appena ereditato tutti i problemi che hanno condannato il suo predecessore Rousseff. Può davvero migliorare la situazione?

Brasile in piena crisi: il nuovo presidente servirà a qualcosa?

Lo scorso giovedì l’ex-presidente del Brasile Dilma Rousseff ha rassegnato le dimissioni dopo la riuscita dell’impeachment nei suoi confonti, vicenda che ha portato nuovo ottimismo sui mercati.

Il Congresso ha votato contro di lei e ha portato il suo vice presidente Michel Temer ha ricoprire il ruolo di presidenza.

I problemi che costringevano il paese rimangono e ora sono tutti nelle mani del nuovo presidente, il quale dovrà affrontare quella che da lui stesso è stata definita la peggiore crisi economica nella storia del Brasile.

Vediamo di analizzare la situazione in cui versa il paese, tra le altre cose atteso ad ospitare i prossimi giochi olimpici ad agosto.

Brasile post-impeachment: il recupero di un paese in piena crisi

Il Brasile sta vivendo la sua peggiore crisi economica dagli anni ‘30.

Il PIL del paese ha registrato un -3,8% lo scorso anno, è previsto intorno al -3,5% nel 2016 e il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita negativa anche per il 2017.

Lo scorso giovedì Michel Temer si è insediato nel ruolo di nuovo presidente, dopo l’impeachment nei confronti di Dilma Rousseff e lo scandalo legato alla corruzione, che imperversa in tutte le fila politiche del paese.

Come segnale di abbassamento delle spese di governo, il nuovo presidente ha subito tagliato il numero dei ministri, passato da 32 a 22, sebbene le sue nomine hanno già suscitato polemiche, contenendo solo uomini bianchi, con l’assenza di una donna che non si verificava dal 1979.

Diverse voci da Wall Street hanno mostrato grande entusiasmo, invece, per i nomi scelti per l’economia, in particolare per il ministro Henrique Meirelles, protagonista alla banca centrale nazionale durante il boom economico nel periodo 2003-2011.

Il mercato ha reagito con ottimismo alle ultime notizie, con l’indice di borsa brasiliano, il Bovespa, che ha guadagnato quasi l’1% giovedì, continuando la sua performance incredibilmente positiva di quest’anno, con gli operatori che sperano ora in un governo più orientato ai mercati.

Ma il mercato azionario non riflette in alcun modo l’economia del Brasile. Il tasso di disoccupazione è salito sopra il 10%, l’inflazione rimane a livelli alti, il deficit del governo è profondo e la fiducia nell’economia è ai minimi storici.

Il nuovo presidente Temer e il suo ministro Meirelles hanno quindi molte situazioni da risolvere, nonostante l’entusiasmo che circonda in particolare il secondo.

Meirelles è infatti apprezzato dalle parti di Wall Street per almeno altri due motivi. Durante la presidenza di Lula si oppose alle politiche di taglio dei tassi di interesse volute da quest’ultimo e, prima di questo periodo, ricoprì un ruolo da manager bancario negli Stati Uniti, da dove non mancano parole in suo favore:

“Ha placato in maniera significativa le preoccupazioni che il mercato riservava nei confronti di Lula. Ha un’ottima reputazione. ”

Queste le parole provenienti da Capital Economics a sostegno del nuovo ministro dell’economia.

Durante la giornata di venerdì Meirelles ha affermato che sarà necessario alzare le tasse nel breve termine al fine di recuperare il deficit, mantenendo comunque inalterati i programmi di sicurezza sociale e altri sussidi pubblici.

Nonostante l’ottimismo mostrato dagli operatori di mercato, la realtà è che Temer continuerà ad avere problemi simili alla Rousseff.

All’interno del Congresso viaggia con una maggioranza simile a quella dell’ex-presidente e molti membri del suo partito, il PMDB, sono coinvolti nel maxi-scandalo della compagnia petrolifera del paese, la Petrobras.

Tutto questo rappresenterà evidentemente un ostacolo per Temer nel momento in cui dovrà cercare appoggio per l’approvazione di importanti riforme.

La situazione in Brasile, pur avendo cambiato protagonisti, sembra ancora lontana dal migliorare.

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