Brasile al limite causa COVID-19: indigeni si curano con tè e corteccia d’alberi

Mariarosaria Rizzuti

20 Maggio 2020 - 18:28

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In Brasile, a causa degli ospedali sovraffollati, gli indigeni curano il COVID-19 con infusi di piante e cortecce d’alberi.

Brasile al limite causa COVID-19: indigeni si curano con tè e corteccia d’alberi

Il Brasile è il quarto per numero di casi COVID-positivi al mondo, assieme a USA, Russia e Gran Bretagna. Il suo sistema sanitario rischia di cedere sotto il peso del coronavirus: gli ospedali sono occupati al 90% e non ci sono più spazi per curare i malati.

Così nello stato brasiliano di Amazonas gli indigeni hanno deciso di curarsi da soli all’interno delle tribù con l’uso delle piante.

Abbiamo trattato tutti i sintomi avvertiti con rimedi preparati da noi stessi, come ci hanno insegnato i nostri antenati. A ciascun sintomo la sua cura specifica”, racconta André Saterè Mawè, membro della tribù Saterè Mawè.
Le cure, inoltre, hanno dato risultato positivo ai test applicati su pazienti affetti da COVID-19, come riporta AGI.

Brasile, sanità al limite: gli indigeni curano COVID-19 con tè e cortecce

Gli indigeni brasiliani curano i sintomi del coronavirus da soli, impiegando tutte le conoscenze ancestrali di cui dispongono.
Utilizzano infusi di ogni genere: tè con limone, menta, mango, aglio, zenzero e miele. Ricorrono anche a medicamenti a base di corteccia d’alberi e piante come: la carapanauba la cui azione è anti-infiammatoria e la saracura mira che veniva utilizzata anche per curare la malaria.

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute del Brasile, sono 371 gli indigeni che, al momento, hanno contratto il Covid-19 e soltanto 23 sono quelli deceduti.

Un dato inferiore rispetto a quello reso noto dall’Associazione dei Popoli indigeni del Brasile - Apib, che conta ben 537 casi positivi e 102 vittime a fronte dei 255.368 contagiati in tutto il Paese.

Come gli indigeni brasiliani preparano rimedi naturali contro il coronavirus

Gli indigeni del popolo Saterè Mawè sono già noti per l’utilizzo della guaranà, un frutto energetico particolarmente utilizzato. La testimonianza dell’uomo dell’etnia Saterè Mawè, quindi, non è la sola.

Con Andrè, a preparare i medicamenti anti COVID-19, c’è anche Rosivane Pereira da Silva. La donna, 40 anni, possiede una vasta conoscenza ancestrale per la preparazione delle pozioni.

Parlo sempre con mio nonno Marcos, che ha 93 anni, e lui sa bene quali ingredienti utilizzare”, ha spiegato Rosivane.
I due indigeni spiegano che se si conoscono le proprietà benefiche delle piante si può procedere con il loro abbinamento, per poi metterli a bollire in acqua.

Ottenuto l’infuso, in base all’intensità dei sintomi dell’infezione da curare, si riempiono bottiglie o recipienti dalla capienza maggiore.

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