Borse europee in rosso, venerdì pesante per Wall Street

Elisabetta Scuncio Carnevale

22 Marzo 2019 - 21:15

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I mercati azionari europei chiudono con segno negativo, anche oltreoceano si registrano sofferenze

Borse europee in rosso, venerdì pesante per Wall Street

Brutta giornata per le Borse europee che chiudono, questa penultima settimana di marzo, con segno meno. Il rendimento dei titoli decennali tedeschi perde terreno e, per la prima volta dal 2016, chiude in territorio negativo.

Male anche Wall Street. Qui le quotazioni del petrolio cedono l’1,62% a 59,04 dollari al barile.

Venerdì nero per le Borse europee, male anche Wall Street

A Milano il Ftse Mib segna un -1,38% attestandosi a 21.078 punti. A Piazza Affari a soffrire sono soprattutto le banche: Unicredit perde il 4,53%, Banco Bpm il 4,35%, Ubi il 4,48%, Intesa Sanpaolo il 2,64% e Mps il 2,12%.

Chiusura di settimana in rosso anche per Francia e Germania. Parigi cede il 2,02% con il Cac 40 a 5.269 punti. Francoforte perde l’1,61% con il Dax a 11.364 punti. Anche Londra soffre e chiude a - 2,01% con il Ftse 100 a 7.207 punti.

A condizionare gli investitori europei è l’incertezza della Brexit, ma anche la diffusione dei dati dell’indice Pmi dell’Eurozona. Una contrazione ben al di sotto delle aspettative.

L’attività manifatturiera tedesca ha registrato il livello più basso a distanza di sei anni. Anche in Francia, manifatturiero e servizi hanno rallentato. Nell’Eurozona, nel complesso, la produzione è scesa al livello più basso dall’aprile del 2013.

In Italia torna a risalire lo spread, il differenziale tra Btp e Bund arriva a toccare, nel corso della giornata, i 250 punti base per poi riscendere a 248. Per la prima volta dal 2016, il tasso del titolo decennale tedesco slitta in territorio negativo.

Solo Tenaris, che ha acquisito l’americana Ipsco per 1,2 miliardi di dollari, ed Hera, entrata questa settimana nel paniere principale, possono sorridere con un segno più. Rispettivamente chiudono a +2,71% e +1,03%.

Non va meglio sul fronte americano. Le borse brasiliane hanno subito un brusco calo dopo l’arresto dell’ex presidente, Michel Temer, che ha suscitato timori. A Wall Street S&P 500 scende dell′1,3 per cento: il peggior risultato dallo scorso 22 gennaio. Nasdaq registra un calo dell′1,9 per cento. Qui la paura della recessione è in aumento.

Come spiegano dalla Cnbc, riportando i dati di Refinitiv Tradeweb, il differenziale tra il rendimento dei titoli del Tesoro a 3 mesi e il tasso delle banconote a 10 anni è diventato negativo per la prima volta dal 2007, invertendo così la cosiddetta curva dei rendimenti.

Una curva dei rendimenti invertita si verifica quando i tassi a breve termine superano le loro controparti a più lungo termine. Questo è considerato, dagli investitori, un indicatore attendibile di una recessione in arrivo.

A trainare verso il basso sarebbero state le azioni bancarie. Citigroup crolla di oltre il 4 per cento. Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan Chase e Bank of America scendono di almeno il 2,4%.

La piazza di Wall Street è stata influenzata in negativo anche dalla posizione accomodante della Fed che, per quest’anno, ha escluso ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Gli analisti sono preoccupati per le ragioni all’origine di tale decisione. La Fed ha giustificato la propria decisione evidenziando la riduzione delle prospettive di crescita economica degli Stati Uniti per il 2019. Si temono poi i dati economici più deboli provenienti da tutto il mondo.

Comunque, c’è da dire che nonostante il calo registrato oggi, quest’anno S&P 500 e Nasdaq hanno visto aumenti del 12% e del 15%. Il Dow, nello stesso periodo, ha ottenuto quasi il +10 per cento.

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