Borsa Italiana: i fondi non vendono la Juventus

Ufficio Studi Money.it

02/02/2019

In passato, i ribassi importanti del titolo sono sempre stati accompagnati da un incremento delle posizioni nette corte. Questo fatto non è ancora accaduto, segnalando che potrebbe trattarsi di un ritracciamento più che di un’inversione di tendenza

Borsa Italiana: i fondi non vendono la Juventus

Nelle ultime sedute, le vendite su Juventus sono state particolarmente feroci: il titolo, pur restando ampiamente positivo a gennaio, (il migliore delle quotate sul principale listino italiano con un +36,25%) ha perso oltre il 14% di valore.

I fondi "snobbano" il ribasso

Andamento storico posizioni nette corte su Juventus FC. Elaborazione Ufficio Studi di Money.it su dati Consob all’1/02/2019

Divergenze interessanti con queste vendite arrivano dallo studio delle posizioni nette corte che pesano sulla società bianconera, che durante questa settimana sono scese ai minimi da quando, a maggio 2017, l’attività ribassista dei fondi istituzionali sull’azienda si è fatta più intensa.

Dagli aggiornamenti sulle pnc pubblicati il primo febbraio da Consob, emerge come anche Voleon Capital, ultimo hedge fund rimasto a shortare il titolo, abbia portato le sue posizioni al di sotto della soglia dello 0,50% di capitale sociale di Juventus.

Juventus FC, grafico giornaliero. La linea verticale rossa indica l’inizio degli short sul titolo, mentre la linea verticale bianca ne segna la fine. Fonte: Bloomberg

Andando ad osservare l’andamento storico delle posizioni corte balza subito all’occhio come l’attività short degli operatori istituzionali abbia avuto un picco verticale dal maggio 2017, durante un forte ribasso del titolo, per poi iniziare a ridursi ad agosto dello stesso anno, quando le quotazioni hanno iniziato a lateralizzare prima di entrare in rally.

Nelle ultime battute del 2018 poi, l’attività dei grandi player del mercato è tornata a farsi più intensa, raggiungendo il suo massimo a fine ottobre dello scorso anno. Il periodo corrisponde infatti al primo impulso bearish dai massimi storici.

Tirando le somme, ogni importante declino dei corsi è sempre stato accompagnato da un aumento nel volume delle pnc dei fondi istituzionali. A differenza degli altri casi però, le recenti vendite non sono supportate da prese di posizione degne di nota da parte dei grandi operatori.

Questo fatto porta ad ipotizzare che le vendite in corso siano per il momento attribuibili a prese di beneficio, che non inficiano la tendenza rialzista principale.

Il quadro generale a Piazza Affari

Posizioni nette corte a Piazza Affari. Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

In generale, restano Azimut, Banco BPM e UBI Banca le più shortate dai fondi istituzionali. Sulla prima pesano 6 posizioni ribassiste sul 10,16% di capitale. Sulla banca guidata da Giuseppe Castagna gli istituzionali tengono sotto scacco l’8,13% di capitale sociale con 7 pnc. Su UBI Banca scende la pressione sul capitale da parte degli hedge funds, che passa dal 6,83% della scorsa settimana al 6,45% del primo febbraio 2019.

Indicazioni negative su Tod’s: l’azienda del settore della moda è salita al quarto posto tra le società più shortate a Piazza Affari da parte degli operatori istituzionali, che mettono sotto pressione il 4,5% di capitale con 5 posizioni corte in essere.

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