Bonus arredi 2014, cos’è cambiato con la mancata conversione del decreto Salva Roma bis? Scopriamolo insieme.
Bonus arredi 2014, un argomento che abbiamo trattato spesso e in maniera approfondita, nella convinzione, tuttavia, che non potessero più giungere grandi novità in merito. D’altro canto le vicende parlamentari italiane hanno sempre qualche sorpresa in serbo anche per i più attenti osservatori e, in maniera del tutto inaspettata, il destino del bonus per i mobili e gli elettrodomestici si è intrecciato a quello del (fu) decreto Salva Roma bis.
La storia del decreto Salva Roma
Facendo solo un brevissimo passo indietro, ricordiamo sommariamente il tormentato percorso del provvedimento appositamente pensato per evitare il default economico della Capitale: dopo un primo ritiro sollecitato direttamente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – perplesso per l’appesantimento emendativo che l’aveva trasformato in una specie di decreto omnibus - neanche il secondo tentativo è andato a buon fine, complice la strenua opposizione parlamentare da parte di Lega e Movimento 5 stelle.
Ma tra gli effetti collaterali della rinuncia alla conversione in legge che si sono voluti sanare – in primis quello sulla proroga della sanatoria delle cartelle esattoriali, sembra essere finito nel dimenticatoio proprio quello riguardante il tanto decantato bonus arredi previsto per il 2014.
Il bonus arredi e la legge di Stabilità
Quello che non è cambiato, innanzitutto, è la possibilità di godere delle agevolazioni fiscali per gli acquisti di mobili ed elettrodomestici, purché effettuati fino al 31 dicembre 2014 e per un massimale di spesa di 10 mila euro. La novità, però, è che il vincolo introdotto dalla legge di Stabilità, il quale imponeva che questi costi non potessero superare le spese di ristrutturazione della casa cui la detrazione si riferisce, è tornato in vigore.
Il bonus arredi e il Salva Roma bis
Il vincolo, infatti, era stato superato proprio grazie alla versione 2.0 del decreto dedicato alla Capitale, precisamente all’articolo 1, comma 2, lettera A del dl n. 151/2013. Il nuovo dl predisposto dall’esecutivo, purtroppo, non ne contiene traccia, di conseguenza, come riporta oggi anche il quotidiano economico Italia Oggi, entra automaticamente in vigore il limite precedentemente previsto dalla legge di Stabilità.
Che cosa cambia?
Come già affermato, nulla cambia per quanto riguarda la detrazione fiscale al 50 per cento, prevista non solo per i mobili ma anche per gli elettrodomestici di classe non inferiore ad A+ (A per i forni). In considerazione, però, del vincolo obbligato tra spesa per l’acquisto dell’arredo e spesa per la ristrutturazione della casa, chi spende 3 mila euro per un intervento sulla propria abitazione e 5 mila euro per l’acquisto di mobili potrà detrarre, rispettivamente, 1500 euro per la casa (qundi 50 per cento della spesa) ma solo altri 1500 per i mobili (invece di 2500).
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