Bollettino BCE: il focus è sulla crisi mondiale nelle forniture

Violetta Silvestri

23 Settembre 2021 - 11:02

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Il bollettino BCE di settembre insiste sulle difficoltà delle catene di approvvigionamento, che minacciano la ripresa. Sebbene la crescita in Eurozona continui, i colli di bottiglia sono un rischio.

Bollettino BCE: il focus è sulla crisi mondiale nelle forniture

Bollettino BCE di settembre in primo piano: la ripresa dell’attività nell’Eurozona è sempre più avanzata, ma non mancano le zone d’ombra.

In generale, i riflettori restano accesi sull’andamento globale della crescita economica. Nonostante ci sia il recupero, i problemi delle catene di approvvigionamento sono reali e minano il passo del rilancio globale nel breve termine.

Inoltre, la pandemia con la variante Delta intimorisce ancora mercati e prospettive di ripresa.

Con queste premesse, cosa ha annunciato il bollettino BCE di settembre.

Dal bollettino BCE le nuove stime per UE e mondo

Il PIL reale è rimbalzato in Eurozona nel secondo trimestre del 2021, ma si attesta ancora intorno al 2,5% al ​​di sotto del livello pre-pandemia del quarto trimestre del 2019.

La BCE ha sottolineato che l’attività economica nell’area dell’euro è avanzata nel secondo trimestre, crescendo del 2,2% su base trimestrale e segnalando che è in corso una forte ripresa, nonostante i venti contrari dovuti alle strozzature dell’offerta.

La campagna vaccinazione in Europa rimane il maggiore motore del rilancio. Con l’abolizione delle restrizioni, il settore dei servizi sta beneficiando del ritorno delle persone in negozi e ristoranti e della ripresa dei viaggi e del turismo.

Il comparto manifatturiero è in recupero, anche se la produzione continua a essere frenata dalla carenza di materiali e attrezzature.

Secondo la BCE, la diffusione della variante Delta non ha finora richiesto la reintroduzione di misure di lockdown. Ma potrebbe rallentare la ripresa del commercio mondiale e la piena riapertura dell’economia.

In questo contesto, le proiezioni di Francoforte per l’Eurozona prevedono una crescita annua del PIL reale al 5,0% nel 2021, al 4,6% nel 2022 e al 2,1% nel 2023.

Le prospettive per il 2021 migliorano, in gran parte a causa di risultati migliori del previsto nel primo semestre dell’anno, ed è sostanzialmente invariato per il 2022 e il 2023.

A livello globale, le stime sono state leggermente riviste al rialzo, soprattutto nel 2022. La crescita del PIL reale mondiale (esclusa l’area dell’euro) dovrebbe aumentare al 6,3% qnel 2021, prima di rallentare al 4,5% nel 2022 e al 3,7% nel 2023.

Inflazione in aumento, ma sempre temporaneo

Rimane convinta del rialzo inflazionistico temporaneo la BCE. Lo ha ribadito nel bollettino di settembre:

“L’inflazione dovrebbe aumentare ulteriormente questo autunno, ma diminuire l’anno prossimo. L’attuale aumento dell’inflazione dovrebbe essere in gran parte temporaneo, riflettendo... il forte aumento dei prezzi del petrolio dalla metà dello scorso anno, l’inversione della riduzione temporanea dell’IVA in Germania, le vendite estive ritardate nel 2020 e le pressioni sui costi derivanti da carenza di materiali e attrezzature.”

Queste le stime aggiornate: 2,2% nel 2021, 1,7% nel 2022 e 1,5% nel 2023, in fase di revisione al rialzo rispetto alle precedenti proiezioni di giugno.

Il focus della BCE è sulla crisi della supply chain

La Banca Centrale Europea si è soffermata sulla situazione critica dei colli di bottiglia nelle forniture di materiali a livello globale.

Il problema è ancora irrisolto. Secondo l’analisi, le esportazioni di beni dell’area dell’euro sarebbero state superiori del 6,7% se non fossero state colpite da strozzature nell’offerta.

Le esportazioni mondiali di beni (esclusa l’area euro) sarebbero state maggiori del 2,3%. Sebbene i consumatori abbiano iniziato a riequilibrare i loro acquisti verso i servizi con la graduale riapertura delle economie, le interruzioni dal lato dell’offerta non mostrano ancora segni di normalizzazione.

Inoltre, la recrudescenza dei casi in Asia sta esercitando ulteriore pressione sul trasporto marittimo e sulla movimentazione delle merci, nonché sui settori già tesi dai colli di bottiglia della fornitura, come quelli dei semiconduttori e automobilistico.

Non a caso, i dati preliminari sui PMI dell’Eurozona hanno messo in evidenza un rallentamento a settembre.

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