Bolletta del gas: poca trasparenza e tanti rincari. Ecco perché consumiamo poco, ma spendiamo tanto

Marta Panicucci

23 Aprile 2014 - 11:02

Bolletta del gas: poca trasparenza e tanti rincari. Ecco perché consumiamo poco, ma spendiamo tanto

Ormai non proviamo neanche più a capire tutte le voci elencate sulla bolletta del gas. Negli anni si sono accumulate mille sigle, di tasse, accise, oneri e balzelli che, anche se il prezzo della fornitura del gas diminuisce, fanno lievitare le nostre bollette.

E a poco o niente servono le continue polemiche di Federconsumatori e dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas che chiedono alle aziende maggior trasparenza per le bollette del gas. Perché con una maggior trasparenza si potrebbe finalmente capire il motivo per il quale una famiglia in media paga 1.200 euro all’anno di gas, per una fornitura che sul mercato vale poco più di 400 euro. Tra i servizi di vendita, le quote energia, i costi per la rete di distribuzione, Iva e addizionali varie, la nostra bolletta lievita di quasi tre volte rispetto al prezzo della fornitura del gas.

Take or pay
I contratti cosiddetti take or pay sono i vecchi contratti che le aziende stipulavano con i paesi che fornivano loro il gas da distribuire. Secondo questa tipologia di contratto l’azienda doveva pagare un certo quantitativo di fornitura anche se poi non veniva utilizzato. Le spese legate a questi contratti venivano scaricate dalle aziende fornitrici di gas sulle bollette dei consumatori. Per tutelare i cittadini sono stati introdotti in bolletta con le sigle Grad, Cpr, Ccr dei meccanismi che assicurano il cliente finale contro i rincari del metano.

Al momento però, le aziende sono uscite da questi contratti e pagano le forniture a prezzo di mercato, ma tramite queste sigle incomprensibili fanno pagare ai consumatori i costi sostenuti per uscire dalla vecchia tipologia di contratti.

Rete di distribuzione
Comprendere i costi legati alla rete di distribuzione e tutte le sigle ad essa legata è come cercare di tradurre un testo aramaico. Tra questi il più assurdo forse è il contributo di morosità, ovvero con contributo che i cittadini pagano per coprire le spese per staccare il gas a coloro che non pagano più la bolletta del gas. Questa voce pesa per il 17% della nostra bolletta dal gas. Ancora più pesanti sono le sigle REt e RE utili ad "incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili".

Tasse
Infine, ciliegina sulla torta le tasse sulle tasse. Infatti tutte le accise e le addizionali, che già pesano per il 36% sulla bolletta del gas, sono gravate dall’iva al 10 o al 22%. E voilà la stangata del gas.

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