Bitcoin ai massimi storici, quota $20.000 ora è a un passo

Pierandrea Ferrari

01/12/2020

01/12/2020 - 18:09

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La criptovaluta ha superato il suo record storico nella giornata di lunedì. All’orizzonte quota 20.000 dollari, valore mai raggiunto dal Bitcoin.

Bitcoin ai massimi storici, quota $20.000 ora è a un passo

Nella giornata di lunedì il Bitcoin, celebre criptovaluta creata nel 2009, ha superato il suo record storico raggiungendo una quotazione di oltre 19.800 dollari, per poi ritracciare di poco al di sotto della quota (19.555 dollari il prezzo attuale).

Il consistente balzo - +8% solo nelle prime ventiquattro ore della settimana – unitamente al trend rialzista che ha caratterizzato l’anno in corso, candida il Bitcoin al perseguimento di un obiettivo spesso agognato dagli investitori: quota 20.000 dollari.

Una soglia di prezzo, questa, che nel dicembre del 2017 sembrava davvero a portata di mano, prima che lo scoppio della bolla – siamo ad inizio 2018 – facesse precipitare la quotazione della moneta virtuale.

Bitcoin da record: oltre quota $20.000 già questa settimana?

Chissà se Satoshi Nakamoto, la maschera che si nasconde dietro il fondatore – o i fondatori – del Bitcoin, aveva previsto una simile ripresa della criptovaluta quando quest’ultima, circa tre anni fa, sbatteva il muso sotto quota 5.000 dollari dopo settimane di caduta libera.

In ogni caso, il rally del Bitcoin è realtà. Ed è una crescita perpetua e senza ostacoli, dato che l’asset – nel solo 2020 – ha incrementato il suo valore del 170%, passando da un prezzo di inizio anno di poco superiore ai 7.000 dollari fino a quello attuale di 19.555 dollari.

Ma il balzo di lunedì, con la criptovaluta che a un certo punto veniva scambiata a 19.857 dollari (+15% in cinque giorni), accende ora la speranza degli analisti di vedere la moneta virtuale scavallare per la prima volta nella storia la soglia – anche psicologica – dei 20.000 dollari.

Su questa linea di pensiero Vijay Ayyar, Head of business development di Luno, che interrogato sul trend rialzista del Bitcoin ha espresso il suo entusiasmo. Senza dimenticare, però, alcuni rischi all’orizzonte:

“Penso che potremo sorpassare i 20.000 dollari questa settimana, con il Bitcoin in una forbice di prezzo di 20.000-25.000 dollari. Ma dopo potrebbe seguire una caduta del 30%, perché tutti tendono ad essere rialzisti sulla criptovaluta prima di scaricarla”.

Cosa c’è dietro al rally del Bitcoin

Una corsa verso le stelle, abbiamo detto, quella del Bitcoin. Tuttavia non mancano, in questo clima di generale entusiasmo, pessimismi e sfiducia sulla possibilità che il trend di crescita della criptovaluta riesca a mantenersi stabile nel corso del prossimo anno.

I detrattori della moneta virtuale vedono infatti nel rally in corso lo spettro di una bolla, poiché il prezzo del Bitcoin – secondo i critici – starebbe beneficiando della necessità degli investitori di diversificare il loro portafoglio attingendo agli asset digitali.

Una tema caldo, questo, a Wall Street, ma la bull run del Bitcoin sembra poggiarsi questa volta su fondamenta ben più solide rispetto a quelle che avevano sostenuto e accompagnato la quotazione della criptovaluta a fine 2017, prima del crollo.

Il Bitcoin, così come le altre principali valute digitali, ha infatti portato a termine nel 2020 un processo di maturazione, con i futures introdotti nel 2017 che sono diventati oggi un vero e proprio mercato strutturato.

C’è poi la questione inerente alla credibilità della criptovaluta, della quale si è spesso discusso nei salotti finanziari statunitensi. Una credibilità che esce indubbiamente rafforzata dall’apertura di alcuni colossi dei pagamenti, come PayPal e Square, che hanno concesso ai loro clienti di possedere un wallet digitale per effettuare acquisti o conservare criptovalute.

Per ultimo le strategie di alcuni investitori istituzionali di primaria importanza, che stanno acquistando ora quella porzione residua di Bitcoin ancora disponibile sul mercato. Tra questi JP Morgan, multinazionale americana, che aveva demonizzato in passato le criptovalute: “it’s not my cup of tea”, aveva detto, con sarcasmo, il CEO Jamie Dimon. Ma ora, sotto la pressione crescente dei clienti, JP Morgan sembra pronta a prenderne più di un sorso.

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