Bilderberg responsabile delle stragi di Stato: dichiarazioni shock di Ferdinando Imposimato

Daniele Sforza

18 Gennaio 2013 - 17:00

Bilderberg responsabile delle stragi di Stato: dichiarazioni shock di Ferdinando Imposimato

Bilderberg, CIA e anni di piombo in Italia, gli anni delle stragi, del terrorismo e della mafia. Che legame hanno? Secondo il magistrato Ferdinando Imposimato, Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, un legame ce l’hanno eccome e lo ha rivelato durante la presentazione a Napoli del suo nuovo libro, "La Repubblica delle stragi impunite". Un libro scomodo a cui hanno seguito rivelazioni shock, riportate da Clarissa e da altre fonti di informazione.

Gruppo Bilderberg responsabile delle stragi di Stato

Dopo aver affermato quanto più o meno è noto, concernente l’infiltrazione dei servizi segreti americani negli anni Settanta e Ottanta per destabilizzare il quadro politico in Italia e allontanare la minaccia dei Comunisti, Imposimato parla anche di Gruppo Bilderberg e lo definisce "responsabile delle stragi di Stato". Ascoltiamolo in questo video:

Italia vittima di cospirazioni e segreti

Imposimato, che durante tutta la sua carriera si è occupato dei principali casi di cronaca nera che hanno investito il nostro Paese (dal rapimento di Aldo Moro all’omicidio Bachelet fino all’attentato a Papa Giovanni Paolo II) e che ha indagato sui principali casi di mafia e terrorismo politico, ha così rispolverato un periodo buio per la storia italiana. Frasi shock che hanno tuttavia avuto il pregio di ricordare il magistrato Emilio Alessandrini, rimasto vittima di un attentato nel 1979 organizzato dal gruppo terroristico di estrema sinistra Prima Linea. E’ stato lui, stando alle parole di Imposimato, il primo che si occupò del Gruppo Bilderberg collegandolo alla strategia della tensione italiana.

Le dichiarazioni shock di Imposimato tracciano un fil rouge lungo tutta la storia recente italiana, ma anche concernente la sua carriera: già nel 2012, il magistrato aveva infatti espresso la sua opinione sugli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, le cui dinamiche gli parevano molto simili a quelle attuate durante la strategia della tensione in Italia.

Verità o meno, ma certamente vi saranno gli spunti di riflessione, quello che emerge da "La Repubblica delle stragi impunite" è quella sorta di rimando al filone narrativo di documentazione cronachistica che diventa finzione (vedi "Romanzo criminale"), eppure qui avviene l’esatto contrario, anche se il confine tra le due dinamiche narrative risulta molto labile. Come afferma infatti Furio Colombo sul "Fatto Quotidiano", "La Repubblica delle stragi impunite occupa un posto unico in quel tipo di letteratura che da tempo ormai ripropone come romanzo la narrazione dei fatti veri. Qui l’alterazione manca del tutto, il verbale è integro, le frasi vere. Eppure la narrazione tiene con il fiato sospeso seppure di tutto si conosca la fine, o meglio, il buio in cui alla fine precipitano, fra ambiguità, ritrattazioni, rovesciamento di sentenze e segreti di Stato. Tiene con il fiato sospeso perché sai che stai partecipando a un segmento della Storia della Repubblica che avviene adesso, mentre leggi, mentre vorresti entrare nel corteo che chiede finalmente legalità".

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