A Bruxelles, davanti al Comitato economico e sociale, ha detto che il Regno Unito sarà un Paese terzo rispetto ai 27 dell’Ue e che le imprese dell’Unione devono prepararsi ai cambiamenti.
Michel Barnier, negoziatore Ue per la Brexit, nominato da Juncker il 27 luglio del 2016, sta progressivamente indicando la strada per i negoziati.
In pratica sta facendo aumentare il peso dei cittadini Ue residenti nel Regno Unito. A Bruxelles davanti al Comitato economico e sociale europeo ha ricordato che “marzo 2019 è tra venti mesi, e il tempo passa veloce”. Il negoziato si deve concludere entro ottobre 2018 per avere il tempo per le necessarie ratifiche entro il 29 marzo 2019.
Rispondendo alle numerose domande poste dai consiglieri del Comitato economico e sociale, Barnier si è rivolto alle imprese invitandole a non perdere tempo. L’economia europea deve prepararsi, ha detto, e il periodo di transizione è già cominciato.
Per Barnier Brexit vuol dire “incertezza” e sarà, comunque vada, un’intesa a perdere per tutti, ma l’Unione europea lavora "lealmente" per raggiungere un accordo e per evitare la sciagura di un non accordo.
In questo si presenta sbilanciato che Theresa May, premier britannico, non convinca l’Unione europea, anche se recentemente ha pubblicato i dettagli delle proposte sui diritti dei cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna, proposte già delineate a giugno.
I media hanno reso noto che si tratta di un documento di 15 pagine nelle quali si legge che a Brexit conclusa tutti i cittadini Ue che sono residenti legittimi da almeno cinque anni potranno chiedere al ministero dell’Interno di ottenere uno “status giuridico definito” che permetterà loro di restare in Gran Bretagna e godere degli stessi diritti dei cittadini britannici. I media hanno anche informato che le procedure amministrative verranno semplificate e il diritto a rimanere verrà esteso anche ai familiari legittimi.
Com’è noto, Michel Barnier è anche il capo del gruppo di lavoro della Commissione Ue ed è quindi il responsabile dei negoziati sulla Brexit ed è molto attivo, tanto che per via Twitter ha dichiarato:
“Per raggiungere il nostro obiettivo di dare ai cittadini Ue lo stesso livello di tutela che hanno nella Ue servono più ambizione, più chiarezza e più garanzie da parte britannica. Un altro scoglio è l’insistenza della May nel dire, contro il volere di Bruxelles, che saranno i tribunali britannici e non la Corte di giustizia europea ad avere giurisdizione sui cittadini Ue in futuro.”
Proprio il tema della giustizia non sarà facile da gestire (si prevede che potrebbe di fatto bloccare i negoziati) il che è in contrasto con la priorità dell’Unione europea che proprio nel corso dell’uscita del Regno Unito vuole ridurre al minimo i rischi anche per la stabilità finanziaria.
Al riguardo, un accordo per facilitare l’accesso alla City di Londra per le imprese europee è un obiettivo del negoziato. Le relazioni finanziarie tra il Regno Unito e l’Unione europea e la questione dell’accesso delle aziende britanniche sul mercato europeo e viceversa saranno temi caldi.
Il problema è che le relazioni commerciali con un Paese che non appartiene alla Ue ma fa parte dell’Europa comporta comunque delle frizioni perché come dice Barnier solo l’appartenenza all’unione doganale e al mercato interno può garantire la libera circolazione dei beni. Sulle relazioni che il Regno unito vuole stringere con i 27 paesi Barnier ha detto:
“La Brexit avrà un prezzo importante. Il mio compito è di limitare il più possibile i costi della Brexit per i 27 paesi della Ue ma dobbiamo cominciare a preparare imprese e cittadini ai costi della scelta della Gran Bretagna. Questa, con la sua uscita dalla Ue, sarà un Paese terzo che non avrà le facilità di uno stato membro. Dunque ci saranno controlli alle frontiere, alle dogane, controlli degli standard e così via, con costi crescenti per imprese e cittadini.”
Il periodo transitorio è di fatto già cominciato e le imprese debbono organizzarsi e prepararsi ai cambiamenti. Questo vuol dire che nuovi processi economici si stanno delineando. Quindi per Barnier e per l’Ue Brexit vuol dire “incertezza” ma, secondo il negoziatore, sarà molto importante in questo negoziato garantire la trasparenza.
Per il Regno Unito lasciare il Mercato unico vorrà dire perdere dei benefici e non essere più la stessa economia. Il compito che sente di avere Barnier è quello di limitare i costi per i 27 paesi della Ue ed è di attenzione che il Regno Unito sarà uno Stato terzo rispetto alla Ue perché non avrà più gli stessi diritti degli Stati della Ue.
Il commercio, ad esempio, non sarà più obiettivamente fluido come è ora. Naturalmente il Regno Unito opera in vari mercati del mondo e farà di certo maggiore concorrenza. Al riguardo, la cosa importante da parte della Ue sarà quella di stipulare accordi non troppo penalizzanti per il Regno Unito.
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