Si avvicina l’addio alla quotazione in Borsa per Banca Popolare di Spoleto, il cui titolo è fermo da settembre 2013 a causa dell’assenza del flottante minimo. Si attende la Consob.
Banca Popolare di Spoleto si prepara a dire addio alla sua quotazione sull’MTA di Borsa Italiana.
È la stessa banca umbra, ad oggi in mano a Banco Desio e della Brianza, ad annunciarlo in un prospetto consegnato alla Consob, in cui Banca Popolare di Spoleto elenca i dettagli dell’offerta delle sue obbligazioni.
Le azioni della banca sono sospese dalle contrattazioni dal 19 settembre 2013 seguito di un provvedimento diretto di Borsa Italiana.
"A seguito delle più recenti interlocuzioni intervenute con Borsa Italiana, l’emittente ritiene probabile che le azioni possano essere revocate dalla quotazione nell’Mta.
In tal caso, la banca perderebbe lo status di società quotata su un mercato regolamentato",
si legge all’interno del comunicato indirizzato alla Consob.
Il motivo è la mancanza del minimo di flottante richiesto per poter mantenere attiva la quotazione, come continua il comunicato:
"Sulla base delle risultanze permane un flottante inferiore al 10% richiesto da Borsa Italiana per la riammissione alle negoziazioni".
Sembrano esserci pochi ostacoli all’addio della Banca Popolare di Spoleto alla Borsa Italiana e allo status di società quotata, anche se si rimane in attesa di una risposta da parte della Consob.
Certo è che se la banca umbra volesse rientrare, la riquotazione su Borsa Italiana prevederebbe un lungo e complesso procedimento da seguire, quello previsto per l’ammissione al mercato delle aziende non quotate, che prevede anche i pareri vincolanti sia della Consob che di Borsa Italiana.
In fase di prima immissione Borsa Italiana chiede un flottante del 25%, un obbiettivo che guardando alla Banca di Spoleto sembra quantomai irraggiungibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
