Banca Etruria, al padre della Boschi solo 40mila euro di multa dalla Consob

Alessandro Cipolla

8 Agosto 2017 - 14:29

Banca Etruria: soltanto 40mila euro di multa dalla Consob a Pier Luigi Boschi, papà di Elena, che invece va verso l’archiviazione per quanto riguarda il procedimento giudiziario.

Banca Etruria, al padre della Boschi solo 40mila euro di multa dalla Consob

Arriva l’ufficialità delle multe per il crac della Banca Etruria con il padre di Maria Elena Boschi, Pier Luigi all’epoca vice presidente dell’istituto aretino, che se la cava con una sanzione da 40.000 euro.

Questo è il responso della Consob che ha inflitto multe per un totale di 2,8 milioni. All’inizio si era parlato di una cifra complessiva di 910.000 euro, ma poi dalla Commissione è filtrata la notizia che tale cifra si riferisce soltanto a uno dei tre addebiti avanzati nei confronti degli ex vertici.

Dopo il commissariamento di Banca Etruria nel febbraio 2015 e il bail-in nel novembre dello stesso anno, migliaia di correntisti videro svanire i propri risparmi dopo essere stati truffati dall’istituto che aveva loro messo in vendita bond “tossici” senza avvertire i propri clienti dei rischi.

Oltre alla multa certamente non da capogiro, voci insistenti parlano anche di una probabile archiviazione per Pier Luigi Boschi nell’inchiesta giudiziaria che indaga sulla liquidazione da 700.000 euro concessa a Luca Bronchi, ex direttore generale di Banca Etruria.

La multa per il padre della Boschi

Non deve aver fatto molto piacere ai tanti correntisti di Banca Etruria truffati leggere gli importi delle multe, decretate dalla Consob, ai danni dei vertici che nel periodo dal 2012 al 2014 hanno guidato l’istituto di Arezzo.

Per Giuseppe Fornasari e Luca Bronchi, rispettivamente ex presidente ed ex direttore generale di Banca Etruria, è stata comminata una multa di 70.000 euro. Per tutti gli altri membri del cda, tra cui Pier Luigi Boschi all’epoca vicepresidente, la sanzione è stata invece di 40.000 euro. In totale i provvedimenti hanno riguardato 23 persone.

Avendo venduto ai propri clienti prodotti rischiosi senza un’adeguata informazione sui rischi che correvano, la Consob ha multato gli ex dirigenti di Banca Etruria per la violazione di due commi dell’articolo 94 del Testo Unico sulla Finanza, in cui viene specificato l’obbligo di fornire ai sottoscrittori informazioni chiare e comprensibili sui rischi che possono sopportare.

Nella decisione presa, la Consob fa notare come non furono presi in considerazione i rilievi fatti notare da Bankitalia dal novembre 2012 al maggio 2014, con la Banca che non andò a rimodulare la rischiosità dei propri bond.

Un comportamento questo che secondo la Consob ebbe come risultato che Banca Etruria “abdicò con ciò ai propri doveri di diligenza e correttezza nei confronti della clientela”. Il risultato alla fine fu un bagno di sangue per i propri clienti.

Una questione anche politica

Nella sola regione Toscana furono 35.000 i correntisti che videro evaporare i loro investimenti. Una stima ha calcolato che per loro, compresi gli interessi, la perdita stimata è tra i 15.000 e i 20.000 euro a persona, per un totale che dovrebbe aggirarsi sui 300 milioni di euro.

A molti clienti furono proposte anche obbligazioni subordinate con un tasso del 5% e con scadenza decennale. Non avvertiti degli elevati rischi di tale operazione, furono in tanti che andarono a investire i loro soldi in questi prodotti perdendo poi tutto.

Alla luce di tutto ciò stridono le cifre delle multe comminate dalla Consob a chi in quei anni gestiva e dirigeva Banca Etruria. Un caso questo che è diventato anche politico vista la scomoda posizione dell’allora ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Dal canto suo la Boschi ha da sempre negato ogni suo coinvolgimento nella vicenda della Banca Etruria, dove il padre era il vice presidente al tempo dei fatti contestati. Una versione questa che ha superato anche la prova di due mozioni di sfiducia presentate contro di lei.

L’ultimo capitolo però sono state le rivelazioni riportate da Ferruccio De Bortoli nel suo libro “Poteri Forti (o quasi)”. Il giornalista infatti ha parlato di una richiesta che la Boschi avrebbe fatto a Unicredit per acquistare la Banca Etruria, circostanza smentita poi dalla ora sottosegretaria.

Dopo le minacce di querele alla fine però non si sono registrate novità importanti a riguardo, con la vicenda della Banca Etruria che al momento sembrerebbe essere uscita dai taccuini della discussione politica nostrana.

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