I cinque paesi che conosciamo come BRICS rappresentano il 43% della popolazione mondiale, possiedono 4,4 mila miliardi di dollari in riserve monetarie e, in generale, sviluppano una crescita economica molto più sostenuta rispetto a Europa e America. Ciò nonostante, sono proprio queste ultime due a dominare la scena alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale.
E se i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) decidessero di crearsi una propria banca mondiale ed un fondo contro la crisi?
I BRICS conquisteranno il mondo?
Alla fine del meeting dei BRICS tenutosi in Sud Africa, a Durban, i leader hanno parlato di questa idea, definendola "fattibile e importante". Certo, hanno spiegato, la creazione non sarà immediata, visto che non è stato possibile raggiungere un accordo su come eventualmente finanziare tali istituzioni.
Il disaccordo non sorprende. Nonostante il nome suoni così compatto, BRICS, i cinque paesi hanno davvero poco in comune l’un l’altro.
L’economia della Cina è la più grande del gruppo, totalizzando una produzione annua pari al totale degli altri quattro; non a caso la Cina è il più grande esportatore del mondo. L’India, invece, combatte contro un crescente deficit commerciale. La gestione politico-economica dei paesi varia da una situazione di forte controllo statale, ad altre essenzialmente liberalizzate.
È pur vero però che i BRICS hanno un enorme potenziale finanziario, specialmente la Cina che dei 4.4 mila miliardi di dollari totali, detiene riserve per un totale di 3.3.
È impossibile, almeno per il momento
Ma a questo punto, si domanda Charles Robertson, economista presso la Reinassance Capital di Londra, "davvero la Cina o la Russia vogliono disporre le loro riserve per salvare politiche macroeconomiche talvolta insostenibili". Secondo Robertson, ci vorranno anni ed anni prima che i BRICS possano creare una loro versione del FMI "con uno staff di economisti professionisti e d’esperienza" che possano gestire tali fondi di salvataggio.
Tanto meno è chiaro il ruolo che avrebbe una banca dello sviluppo BRICS nel contesto delle numerose altre istituzioni come la Banca Mondiale, la African Development Bank, l’Asian Development Bank e l’Inter-American Development Bank.
Una possibilità, dice Robertson, sarebbe quella di istituire una banca che favorisca gli investimenti tra gli stessi paesi BRICS. Ad esempio potrebbero venir finanziati gasdotti per portare il gas russo alla Cina o istituire i fondi a progetti per la costruzione di infrastrutture in Brasile, da parte di imprese cinesi.
L’elemento mancante
Tuttavia, Martyn Davies, capo economista nel gruppo di ricerca sui mercati emergenti per Frontier-Advisory ritiene che creare una controparte BRICS alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale sia un’idea "naïve". A differenza delle nazioni occidentali che istituirono la Banca Mondiale e il FMI dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, i BRICS non hanno alcuna ideologia in comune che, conclude Davies, "in casi come questi è in assoluto il collante necessario".
| Traduzione a cura di Federica Agostini | Fonte: BusinessWeek |
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