Tutto Ok. Decisione quasi annunciata per la Banca Centrale Europea (Bce) che ha lasciato il tasso d’interesse di riferimento allo 0,25%. Anche il tasso marginale sono restati invariati allo 0,75% insieme a quello sui depositi che resta zero. A quanto pare lo spread Btp-Bund si mantiene stabile sui 234 punti base e il rendimento del Btp a 10 anni è al 4,14%.
Niente di nuovo sotto il sole anche se il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, aveva affermato che la BCE è ‘tecnicamente pronta’ a portare i tassi di interesse sotto zero. Evidentemente il Comitato Direttivo avrà ragionato su questa non impossibile scelta. In effetti avranno considerato che i tassi negativi possono non essere di rilancio e possiamo quindi dire che alla fine la ragione ha vinto.
Peraltro com’è noto le banche dell’Eurozona dispongono di un conto, chiamato Deposit Facility, con il quale la BCE paga un interesse sull’intero saldo e sul quale le banche possono spostare i fondi in eccesso. Però da oltre un anno la remunerazione su questo conto pare che sia zero. Si consideri però che le banche hanno complessivamente circa 59 miliardi su questi conti dove in pratica non guadagnano alcun interesse.
Le riserve in eccesso si riducono soltanto quando la BCE effettua operazioni di assorbimento della liquidità comprando titoli, non quando le banche fanno prestiti. Quello che non è stato spiegato è che non sono le riserve che creano i prestiti ma sono i prestiti che creano la necessità di più riserve. In eurozona non è più valida la vecchia teoria del moltiplicatore del credito. Il tasso negativo è una tassa sulle banche e poteva essere che la BCE avrebbe agito in modo tale che le banche avrebbero poi fatto pesare sui propri clienti (eccellenti s’intende) una serie di attività finanziarie per agevolare il settore privato e in pratica delle piccole e quanto meno medie imprese che hanno bisogno di liquidità?
La realtà è che mentre il Prodotto interno lordo degli USA sarà + 3,6% la Bce non è in grado di proporre nessuna crescita e stima un Pil a - 0,4% nel 2013 e +1,1% nel 2014.
Mentre si studia il malato muore. Di stime e contro-stime ne abbiamo avute tante, ma scelte economiche e finanziarie tali da cambiare il corso dell’economia, niente.
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