BCE: ecco tutti gli strumenti di gestione della crisi nell’area Euro

Redazione Fisco

9 Maggio 2012 - 12:37

BCE: ecco tutti gli strumenti di gestione della crisi nell’area Euro

Traendo spunto dalla riunione di maggio della BCE, in cui si è deciso di mantenere invariate le politiche monetarie, ci fermiamo a riflettere su come l’Europa sta cercando di reggere alla crisi in corso.

I meccanismi di difesa del sistema Europa

I meccanismi di sostegno dell’Eurozona si stanno nell’ultimo periodo strutturando e irrobustendo. In undici anni d’esistenza, infatti, l’area euro non ha mai dovuto affrontare problemi finanziari simili a quelli odierni, il trattato non prevedeva nessuna forma di aiuti agli altri Stati anche in situazioni di difficoltà. L’Eurozona si è dunque trovata a creare un meccanismo di gestione della crisi in condizioni d’emergenza e in uno scenario imprevedibile sia dal punto di vista finanziario che politico. Ad oggi nell’area Euro sono presenti diverse forme di sostegno, articolati in una complessa struttura che cercheremo di seguito di delineare brevemente fornendo un quadro il più possibile esaustivo:

- Il primo meccanismo di sostegno è l’EFSM (European Financial Stabilisation Mechanism) che consiste in un plafond di 60 miliardi alimentato da fondi del bilancio europeo. Di questi, 22.4 sono stati impiegati per l’Irlanda, 26 per il Portogallo ne rimangono dunque 11.5 al netto degli impegni già presi.

- Il secondo strumento è rappresentato dall’EFSF (European Financial Stablity Facility o Strumento Europeo di Stabilità Finanziaria) questo è stato creato appositamente per contrastare questa crisi finanziaria. Il capitale sottoscritto di 28.44 milioni non è significativo, ciò che rileva in questo strumento è il meccanismo di garanzie disgiunte e di riserve liquide che garantiscono la protezione del merito di credito. Ogni emissione EFSF comporta l’erogazione di garanzie da parte degli stati membri in base alle quote di capitale BCE. Complessivamente il sistema di garanzie ammonta a 726 miliardi. La capacità d’erogazione è di 440 miliardi di euro, di cui 192 già impegnati per i programmi d’assistenza a Grecia, Irlanda e Portogallo, restano a disposizione 248 miliardi. Un grosso limite di questo strumento è l’approvazione unanime delle decisioni, dunque soggette a umori e capricci dei diversi Stati membri.

- Terzo per ordine ma non per importanza è l’ESM (European Stability Mechanism) che sarà costituito a luglio 2012 e avrà modalità d’intervento simili all’EFSF sopradescritto. Questo strumento era stato pensato a fine 2010 per prevenire crisi future e coinvolgere i privati nel processo, originariamente studiato per il 2013, è stato anticipato ad oggi viste le proporzioni dei problemi da affrontare. Il capitale sottoscritto è di 700 miliardi di euro di cui 80 saranno versati entro fine 2014, per ogni membro in proporzione alla quota del capitale BCE. Per quanto riguarda i meccanismi di governance lo strumento permetterà alcune decisioni a maggioranza e non unanimità.

FMI ha partecipato ai programmi di sostegno

Oltre agli strumenti dell’area euro anche il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha partecipato attivamente ai programmi di sostegno. Gli interventi sono stati effettuati prima in favore della Grecia già nel 2010 e poi nel 2011 anche in favore di Irlanda e Portogallo. L’intervento del fondo verso i tre Paesi ha un peso totale di 45.5 miliardi di euro erogati nel corso del biennio.

Caso chiuso ma non da dimenticare è il Greek Loan Facility, insieme di crediti erogati dai Paesi Euro alla Grecia nel primo programma di sostegno per complessivi 52.9 miliardi di euro. Anche in quest’occasione lo sforzo è stato ripartito in proporzione.

Securities Markets Programme

Diverso nelle modalità ma non nella sostanza è il Securities Markets Programme messo in atto dalla BCE dal maggio 2010 per acquistare titoli obbligazionari di stato sul mercato secondario. Lo scopo è la garanzia di liquidità del mercato. Il programma di natura temporanea agevola il rifinanziamento del debito in scadenza consentendo agli investitori di ridurre i debiti in eccesso.

Tutti questi strumenti di sostegno alla liquidità dovrebbero garantire la stabilità finanziaria anche in caso di aggravarsi dei problemi in Stati di dimensioni maggiori ... ma siamo sicuri che siano sufficienti? Diversi dubbi attraversano i pensieri degli analisti primo fra tutti la possibilità che le decisioni di erogazione vengano bloccate da pochi bastian contrari legati a dinamiche politiche interne ai singoli Paesi membri. Vista l’importanza della rapidità d’intervento per provvedimenti di questo tipo, ci auguriamo che gli sforzi di Draghi e gli altri attori protagonisti si dirigano verso uno snellimento dei processi decisionali EU, velocizzando e mettendo in sicurezza le eventuali misure di sostegno.

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