L’obbligo di iscrizione alla Cassa Forense sta cominciando già a mietere le prime vittime. In un contesto dove i bassi salari tra i giovani professionisti sono sempre più una garanzia, pagare 2 mila euro l’anno di contributi previdenziali minimi per alcuni è un vero e proprio salasso. E, secondo il presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano, circa 5 mila avvocati rinunceranno all’iscrizione, abbandonando così la toga.
Obbligo di iscrizione alla Cassa Forense: 5mila avvocati già pronti ad abbandonare la toga? Sembrerebbe proprio di sì: la mannaia previdenziale che si è abbattuta sulla categoria, costringendola a pagare circa 2mila euro di contributi minimi ogni anno, sta mettendo alle corde i suoi esponenti più deboli.
Le proteste dei giovani professionisti
Infatti, sono proprio i giovani avvocati a risentire maggiormente dell’introduzione dei contributi previdenziali obbligatori. Anche loro, come i colleghi più anziani – meglio retribuiti – tra la fine di marzo e gli inizi di aprile saranno chiamati al versamento di una somma che per il 2014 dovrebbe aggirarsi sui 3500 euro. Lo prevede la legge 247 del 2012, e non c’è scampo: su 240mila avvocati in Italia, circa 50 mila non si sono ancora iscritti a Cassa Forense, e questi si troveranno davanti a una difficile scelta. Pagare, oppure chiedere agli ordini professionali di appartenenza di cancellarsi o di autosospendersi. A nulla è valsa la considerazione che i redditi dei professionisti sono in caduta a dir poco verticale: le raccomandate agli avvocati iscritti all’Ordine ma non alla previdenza sono già partire, e ci sono 90 giorni di tempo per decidere che cosa fare.
Le prime cancellazioni e autosospensioni, a rischio 5 mila avvocati
Intanto, se in questi giorni si ha già notizia delle prime defezioni (secondo l’Ordine degli avvocati di Roma 298 iscritti lo scorso dicembre hanno rinunciato alla toga proprio perché non potevano pagare i contributi previdenziali minimi), il presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano, ha fatto le prime proiezioni su quanti sceglieranno l’addio. Sui 50 mila avvocati coinvolti, tra i 4.500 e i 5000 sono destinati ad abbandonare la professione forense.
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