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Obbligo iscrizione Cassa Forense, 10mila avvocati a rischio cancellazione dall’Albo organizzano la protesta
venerdì 20 febbraio 2015, di
Obbligo di iscrizione alla Cassa Forense, 10mila avvocati sono a rischio di cancellazione dall’Albo perché guadagnano troppo poco. Un argomento del quale ci eravamo già occupati in precedenza, ma che continua a essere di scottante attualità in quanto tocca da vicino uno degli argomenti più ricorrenti nell’odierno panorama lavorativo: i bassissimi introiti dei giovani professionisti.
Che cos’è l’obbligo di iscrizione alla Cassa Forense
A seguito dell’emanazione del regolamento attuativo della legge 247 del 2012, si è imposta l’iscrizione alla Cassa Forense a partire dal giorno d’iscrizione all’albo degli avvocati, con relativo versamento dei cosiddetti “contributi minimi”. Se, in precedenza, i professionisti in erba potevano dribblare quest’adempimento se guadagnavano meno di 10.300 euro l’anno (optando per la gestione separata Inps), adesso non è più così. Di fatto, i legali che entro 90 giorni dalla ricezione della comunicazione da parte della Cassa non verseranno una somma che si aggira sui 4mila euro saranno cancellati d’ufficio dall’albo degli avvocati. Un rischio che al momento tocca da vicino le sorti di circa 10mila avvocati (su un totale di 230mila), rei di non guadagnare abbastanza per essere degni di continuare a esercitare la professione, indipendentemente dagli anni di studi e dai numerosi sacrifici intrapresi per ottenere l’ambito titolo.
La protesta il 27 febbraio a Roma
Per tutti questi motivi, il prossimo 27 febbraio alle 9 a Roma avrà luogo una protesta simbolica ma importante: davanti alla sede della Cassa Forense ci sarà uno Speaker’s Corner, durante il quale le associazioni forensi e di categoria impugneranno il megafono per gridare a tutti le proprie ragioni e – soprattutto – la propria indignazione.