Australia: banca centrale lascia i tassi al 2,5% e l’Aussie crolla

Stanotte la Reserve Bank of Australia, ovvero la banca centrale australiana, ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse (il cash rate, ndr) al 2,5%. La decisione era scontata dal mercato, in virtù delle recenti indicazioni fornite dal governatore della stessa RBA, ovvero Glenn Stevens. Si tratta del 13-esimo mese consecutivo in cui la RBA lascia invariato il costo del denaro.

L’istituzione monetaria di Sidney mantiene ancora una politica monetaria espansiva, resa necessaria dalle difficoltà dell’industria mineraria e dall’incertezza sulla stabilità economica della Cina, ma finora ha preferito evitare nuovi tagli ai tassi di interesse per evitare un pericoloso deflusso di capitali esteri. In una nota rilasciata a margine della riunione avvenuta questa notte, la RBA sottolinea che l’attuale politica monetaria viene giudicata “appropriata anche per l’imminente futuro”.

Insomma, la banca centrale australiana non dovrebbe modificare i tassi almeno fino al termine del 2014. L’ultimo ritocco risale a poco più di un anno fa, quando il livello del cash rate fu tagliato al 2,5%, ovvero il livello più basso dal 1960 (anno di creazione della RBA). L’avvio della politica monetaria espansiva della banca centrale australiana è costata cara alla valuta domestica, da sempre considerata una valuta pregiata high-yield.

Lo scorso anno avvenne una profonda svalutazione, che portò il tasso di cambio AUD/USD a perdere anche il 20% del proprio valore. Dopo la decisione della RBA di stanotte sul forex il dollaro australiano ha subito forti vendite. L’Aussie è tornato sotto quota 0,93, dopo che qualche giorno fa aveva tentato un assalto alla resistenza di breve periodo di area 0,9370. Attualmente la quotazione è appena superiore a quella dei minimi intraday, al momento posti a 0,9284. Risale con forza il cross EUR/AUD, che vola a 1,4135 da area 1,4050.